giovedì 3 marzo 2016

Ilva: Peacelink, per allarme diossina si fermi produzione

"Secondo il direttore generale dell'Arpa Giorgio Assennato dei livelli così elevati di diossina in polveri grossolane si possono riscontare quasi unicamente nelle polveri degli elettrofiltri del reparto di agglomerazione dell'Ilva. Peacelink chiede che venga revocata ad Ilva l'autorizzazione a produrre, in virtù del non rispetto della direttiva EU 75/2010, recepita nella normativa italiana". Lo sottolineano in una nota Alessandro Marescotti, Antonia Battaglia, Fulvia Gravame e Luciano Manna, per conto dell'associazione ambientalista, riferendosi ai picchi di diossina riscontrati nel rione Tamburi di Taranto. La direttiva dell'Unione europea, sostengono, "prevede il ritiro dell'autorizzazione a produrre nel caso di un pericolo per la salute umana o per l'ambiente conseguente alla mancata attuazione dell'Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale). I cittadini di Taranto sono stati esposti ad un inquinamento abnorme: valori così elevati (fino a 791 pg/mq) sono i più elevati mai riscontrati in Italia in un deposimetro. Ed è gravissimo che solo a marzo 2016 vengano resi noti gli eccezionali eventi di inquinamento registrati nel quartiere Tamburi tra novembre 2014 e febbraio 2015". Secondo gli attivisti di Peacelink "la pessima gestione dello stabilimento Ilva ha violato i diritti dei cittadini di Taranto in maniera massiccia e inaccettabile, facendo venire allo scoperto oggi quale sia il livello di affidabilità che si cela dietro la gestione statale dell'azienda". 
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