Cozze rivelatrici
“L’Ispra effettua
analisi su acqua
e molluschi, ma è
anche il vigilante
pubblico su temi
ambientali” I numeri
130
Piattaforme
estrattive
attive nei
nostri mari.
Lo studio di
Greenpeace
ne ha
analizzate 3,
presenti
nell’Adriatico
79%
Piattaforme
con
sedimenti
contaminati
nel 2014,
oltre i limiti
normativi per
almeno una
sostanza
pericolosa
VIRGINIA DELLA SALA
I
l 17 aprile si avvicina e così
anche il referendum sulle
trivelle con il quale gli italiani
saranno chiamati a esprimersi
sulla durata dei giacimenti
petroliferi già in sfruttamento.
Intanto, ognuno gioca le
sue carte: il comitato ‘pro trivelle’
si è delineato da pochi
giorni, sotto la spinta dell’azienda
di lobbying Reti di
Claudio Velardi e guidato da
Gianfranco Borghini, nuclearista,
politico di lunga data, ex
presidente della Gepi. Se il loro
obiettivo è “sfatare, dati alla
mano, tutte le bugie di chi
nella Penisola si oppone strumentalmente
alle trivellazioni”,
la risposta “ dati alla mano”del
fronte No Triv è già arrivata.
È LUGLIOquando Greenpeace,
con un’istanza pubblica di accesso
agli atti, chiede al ministero
dell’Ambiente di ricevere
i dati sui monitoraggi delle
piattaforme offshore per l’estrazione
di gas e petrolio. Secondo
quanto scritto sul sito
del ministero dello Sviluppo economico,
le strutture attive
sono circa 130, ma all’associa -
zione vengono consegnati i
numeri di sole trenta piattaforme.
Anzi, 34: tutte di proprietà
dell’Eni e relative all’estrazione
del gas nel triennio
2012-2014. Il motivo è ipotizzabile:
“Assenza di ogni tipo di
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