mercoledì 3 febbraio 2016

Smog, in Italia l’emergenza è cronica: “Ma interventi solo in caso di allarme”. Le città “fuorilegge” sono in aumento

Il rapporto "Mal'Aria" di Legambiente dice che l'inquinamento di questi giorni non è straordinario, ma segue una tendenza che va avanti da 7 anni. Nel 2015 48 su 90 città monitorate hanno superato i limiti di legge sulle polveri sottili. Nel 2015 erano molto meno della metà
Aria sempre più irrespirabile, per un’emergenza smog cronica che dipinge un’Italia da “codice rosso”. Mentre in questi giorni i limiti di polveri sottili nell’aria – di nuovo “fuorilegge” – preoccupano per temperature e assenza di piogge, basta uno sguardo indietro nel tempo di sette anni per mostrare come non esista alcuna novità nell’allarme inquinamento. Piuttosto siamo di fronte a uno stato dell’aria in costante degrado, ma di cui parliamo “solo quando dobbiamo prendere provvedimenti perridurre picchi di inquinamento – commenta Alessandro Di Menno di Ispra – ignorando la possibilità di intervenire prima”. Aria sempre più inquinata e città sempre più rumorose. E’ il quadro tratteggiato dal dossier di Legambiente “Mal’Aria di città2016”, un’analisi dell’inquinamento atmosferico e acustico realizzato grazie ai dati di Arpa.
Delle 90 città monitorate dall’associazione ambientalista nel 2015, 48 hanno superato il limite dei 35 giorni di sforamento di Pm10 consentiti. Le situazioni più critiche aFrosinone (115 giorni), Pavia (114), Vicenza (110), che hanno superato il limite di tre volte, ma anche a Milano (101) e Torino(99), che lo hanno “violato” del doppio. Chiudono la top ten dei centri più inquinati Asti e Venezia (in sesta e ottava posizione) nonché tre città lombarde (CremonaLodi e Monza). Le città “fuorilegge” sono quindi il 53 per cento e sono in aumento visto che nel 2014 erano il 37%.
E mentre, a livello regionale, da gennaio 2016 si stanno tenendo gli occhi puntati sull’inquinamento in LombardiaVeneto e Lazio – con record a Frosinone – lo scorso anno il podio era occupato daVenetoLombardia e Piemonte. Per capire l’impatto che l’inquinamento atmosferico ha avuto un queste regioni lo scorso anno, basta sfogliare le tabelle con l’elenco delle centraline urbane: il 92% di quelle posizionate in Veneto ha superato il limite dei 35 giorni (in particolare a PadovaRovigoTreviso,VeneziaVerona e Vicenza). Percentuali non di molto inferiori in Lombardia (l’84% delle centraline, tra cui quelle di Milano,BergamoBresciaCremonaLodiMantovaPaviaComo eMonza) o in Piemonte (l’82% delle stazioni, in particolare aAlessandriaAstiNovaraTorino e Vercelli). Si scende attorno al 75%, invece, sia in Emilia-Romagna che inCampania.
Un livello di inquinamento tale da potersi considerare una novità? Confrontando i dati del 2015 con quelli raccolti da Legambiente negli ultimi anni, emerge come il numero di città che sono fuori dalle norme non tende a diminuire, attestandosi sempre, dal 2009 a oggi, intorno a una media di 48 centri. E è alto anche iltasso di recidività: “Le città coinvolte sono quasi sempre le stesse – si legge sul report Mal’aria – ben 66 infatti compaiono almeno una volta nella classifica dei capoluoghi che hanno superato i 35 giorni ammessi e di queste ben 27 (il 41%) lo ha fattosistematicamente da sette anni”.
Numeri che si trasformano in rilevanti impatti sulla salute.Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, infatti, sono oltre 491mila ogni anno le morti premature nei Paesi dell’Unione europea causate dall’inquinamento atmosferico. Fra queste in Italia si registrano 84.400 decessi riconducibiliall’inquinamento dell’aria. In altre parole, il Belpaese vanta il record di morti premature per inquinamento atmosferico in Europa. E intanto, il livello di Pm10 continua a salire. di  | 2 febbraio 2016 http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/02/smog-in-italia-lemergenza-e-cronica-ma-interventi-solo-in-caso-di-allarme-le-citta-fuorilegge-sono-in-aumento/2424361/

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