mercoledì 3 febbraio 2016

Capaccio Paestum, rivolta per un inceneritore centrale a biomassa

Il sindaco diffida De Luca e Renzi dopo il via libera all'impianto che sorgerà a sette chilometri dall'area archeologica
LA MAPPA
Sono in lotta da mesi contro un finanziamento da 5,2 milioni del ministero dello Sviluppo economico alla società Biocogein srl di Napoli, con sede in viale Gramsci, che ha proposto l’impianto. Sabato scorso hanno organizzato una manifestazione con tutti i sindaci della piana. Non si fidano. «Da dove prenderanno le 15mila tonnellate di materiale che deve essere bruciato ogni anno per mantenere in efficienza l’impianto? » si chiede Lucio Capo, direttore dell’Oasi dunale di Legambiente Torre di mare a Paestum. «Vicino ci sono 10 caseifici che chiuderebbero, a 500 metri c’è una scuola. Chi ci assicura che non arriverà materiale da bruciare da fuori?».

E poi c’è il rischio dell’immissione di cattivo odore nell’aria e dei fumi della combustione, che potrebbe essere dannosi per la conservazione degli stessi templi di Paestum, come ha ipotizzato il direttore Gabriel Zuchtriegel. Ma la vicenda rischia di gettare una macchia sul decisionismo del governatore De Luca sul fronte dello smaltimento dei rifiuti. La doccia fredda è arrivata lo scorso 8 gennaio, quando il consiglio dei ministri presieduto da Renzi “ha preso atto del superamento del dissenso espresso in conferenza di servizi e ha condiviso il parere reso dall’Istituto superiore di sanità con verifiche e prescrizioni in merito alla costruzione e all’esercizio di un impianto di fonte rinnovabile alimentato a biomassa per la produzione di energia elettrica e termica della potenza di 0,999 mega watt, da costruirsi in località Sorvella, nel comune di Capaccio. L’impianto verrà pertanto realizzato con i necessari adeguamenti alle indicazioni fornite”.

Proprio al governatore e al premier Matteo Renzi in questo ore ha inviato una diffida il sindaco Pd di Capaccio, Italo Voza. «Non si permettano di muovere una carta. Ora la palla passa al presidente De Luca - spiega il sindaco - ma sono certo che il vicepresidente Fulvio Bonavitacola, che è anche assessore all’ambiente, abbia compreso dopo i nostri colloqui, di che pazzia stiamo parlando». La giunta comunale di Capaccio presenterà anche un ricorso al Tar del Lazio per impugnare la delibera del consiglio dei ministri, tramite lo studio legale Guarino di Roma.

Il sindaco ricorda il parere negativo dell’Istituto di sanità e il protocollo d’intesa del 4 gennaio scorso tra ministero dell’Ambiente, Associazione nazionale dei Comuni e Conferenza delle Regioni per la riduzione delle emissioni di polveri sottili, dopo l’emergenza smog degli ultimi mesi. «Come? - si chiede il sindaco di Capaccio - ci si attiva per ridurre le polveri e poi si autorizza la costruzione di un impianto che ne produrrà in un’area agricola?».

L’amministrazione comunale ha anche scoperto alcuni mesi fa che sul terreno acquisito da un privato con un compromesso dalla società Biocogein, sono state realizzate opere abusive: «Per questo abbiamo avviato l’acquisizione al patrimonio comunale dell’area».

Il movimento di protesta dei cittadini intanto cresce: il prossimo 18 febbraio Legambiente ha promosso un convegno pubblico sia sull’inceneritore che sul Grande progetto di difesa del golfo di Salerno, opera ritenuta assai dannosa dagli ambientalisti per gli equilibri dunali della costa alle spalle degli scavi di Paestum.

«Così si distrugge la vocazione agricola del territorio con i suoi marchi Dop, come la mozzarella, e Igp, come il carciofo di Paestum - spiega Valentina Del Pizzo, responsabile beni culturali di Legambiente Campania l’impianto è nocivo per la comunità e dannoso per la conservazione dei templi di Paestum». http://napoli.repubblica.it/cronaca/2016/02/03/news/paestum_rivolta_per_un_inceneritore-132608914/?ref=HREC1-26

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