martedì 26 gennaio 2016

Ilva, Bruno Ferrante indagato a Milano per bancarotta

La procura meneghina alza il velo sui manager e gli imprenditori coinvolti nell'indagine aperta lo scorso giugno. Dopo la procedura avviata dal Tribunale fallimentare, i magistrati milanesi cercano i colpevoli del crac dell'acciaieria della famiglia Riva

A gennaio 2015, l’Ilva era stata dichiarata insolvente dal Tribunale Fallimentare di Milano, un passaggio necessario per entrare in amministrazione straordinaria. E a giugno era stata aperta l'inchiesta penale per bancarotta. A presentare l'istanza era stato il commissario, Piero Gnudi. Secondo il Tribunale, l'azienda non aveva "né mezzi propri né affidamenti da parte di terzi" che consentivano di soddisfare "regolarmente e con mezzi normali le obbligazioni e di far fronte, contestualmente, all’attuazione degli interventi previsti dal Piano Ambientale" delineato nel marzo del 2014. Il 28 febbraio i giudici fallimentari hanno rilevato un indebitamento dell’Ilva pari a oltre 2,9 miliardi di euro, un capitale circolante negativo per circa 866 milioni di euro e una posizione finanziaria netta negativa per quasi 1,6 miliardi di euro. La decisione era stata impugnata dalla famiglia Riva e dagli azionisti di minoranza Amenduni, secondo i quali lo stato di insolvenza è imputabile alla gestione commissariale e non all’Ilva come azienda. http://www.repubblica.it/economia/finanza/2016/01/26/news/ilva-132069440/?ref=HREC1-10

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