giovedì 5 novembre 2015

Le piattaforme petrolifere devono versare l'Imu La Guardia di Finanza contesta alla Esso l'evasione dell'imposta sugli immobili.

Era già successo quest'estate con Edison ed Eni. Eventi che potrebbero costringere tutte le compagnie energetiche a pagare per le installazioni in mare. Con notevoli benefici per i Comuni costieri   di Stefano Vergine

Le compagnie petrolifere devono pagare l'Imu sulle piattaforme piazzate in mare? Finora non è stato così, ma gli eventi degli ultimi mesi fanno pensare che le cose potrebbero cambiare. Quest'estate, per la prima volta, la Guardia di Finanza ha contestato alle società Edison ed Eni di non aver versato l'imposta sugli immobili per il cosiddetto Campo Vega, la più grande piattaforma petrolifera presente nei mari italiani, situata davanti alle coste siciliane di Pozzallo e gestita congiuntamente dalle due aziende.

Lo scorso 6 agosto “la Repubblica” aveva rivelato che l'evasione contestata dai finanzieri del Nucleo Tributario di Ragusa, comprese le sanzioni, era di 30 milioni di euro: soldi richiesti per il mancato versamento di Imu (biennio 2012-13) e Ici (2010-11). Ora “l'Espresso” è in grado di raccontare che c'è un'altra società petrolifera accusata di evasione. Si tratta della Esso, filiale italiana della multinazionale americana ExxonMobil.

Il verbale della Finanza, datato 29 ottobre e redatto dalla Sezione Operativa Navale di Siracusa, contesta all'azienda di non aver pagato l'Ici nel 2010 per due pontili. Il totale evaso è di 85.260 euro, da versare più o meno in parti uguali aiComuni di Melilli e Augusta. Non una gran cifra, a differenza di quanto richiesto per la piattaforma Vega, ma la sostanza sembra identica: le opere installate in mare dalle compagnie petrolifere devono pagare le imposte come tutti gli altri immobili.

CI SONO 106 PIATTAFORME IN ITALIA

Il tema è rilevante soprattutto per i Comuni, alla disperata caccia di soldi ora che il governo di Matteo Renzi ha deciso di eliminare l'Imu sulla prima casa. E la torta è piuttosto grande: in Italia, secondo gli ultimi dati pubblicati dal Ministero dello Sviluppo economico, ci sono infatti 106 piattaforme attive che estraggono gas e petrolio.

Difficile stimare quale potrebbe essere il gettito per i Comuni. Per avere un'idea di massima, se ognuna delle 106 dovesse pagare Imu evasa negli ultimi cinque anni per 20 milioni (10 in meno di quelli versati da Vega, la più grande) il totale arriverebbe a 2,1 miliardi di euro. Di certo per ora ci sono le cause legali fra le compagnie petrolifere e una decina di Comuni rivieraschi italiani, il cui numero è aumentato nell'ultimo periodo, in concomitanza all'azione della Guardia di Finanza.

LA PAROLA ALLA CASSAZIONE

La lista dei Municipi battaglieri è contenuta inun'interrogazione rivolta lo scorso agosto da tre senatori del Movimento 5 Stelle (Gianni Girotto, Gianluca Castaldi e Vito Petrocelli) ai ministri dell'Economia e dello Sviluppo economico. Vengono citati i Comuni di Pineto, Termoli, Tortoreto, Gela, Porto Sant'Elpidio, Pedaso, Cupra Marittima, Torino di Sangro, Falconara. Quasi tutti (a parte Gela) situati sulla Costa Adriatica, fra le Marche e l'Abruzzo, dove si trova la maggior parte delle piattaforme italiane.

L'appuntamento ora è fissato per l'inizio dell'anno prossimo, quando la Corte di Cassazione dovrebbe pronunciarsi sulle prime cause di questo genere. Da una parte ci sono i Comuni abruzzesi di Pineto e Teramo, dall'altra le società Eni ed Edison. Per Ferdinando D'Amario, avvocato che per primo ha sollevato la questione dell'Imu sulle piattaforme e difende entrambi i Comuni in questione, «un giudizio favorevole a Pineto e Teramo potrebbe fare da apripista per tutti gli altri».  http://espresso.repubblica.it/affari/2015/11/04/news/le-piattaforme-petrolifere-devono-versare-l-imu-1.237332?ref=HEF_RULLO

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