mercoledì 4 novembre 2015

Borgo Montello anche il parlamento inizia ad occuparsi dei rifiuti tossici nascosti in discarica che non hanno voluto cercare e trovare. Il limbo del consorzio di bonifica

Ancora dubbi
sui rifiuti tosssici

Latina

I contatti, i veleni in senso proprio e figurato, il traffico dei rifiuti e gli interessi dei clan ritornano al punto in cui si era rimasti due anni fa.

Ieri in Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti il magistrato Antonello Ardituro è stato sentito anche su questo punto, ossia sui possibili traffici di rifiuti tossici che da Caserta avrebbero potuto riguardare Latina (cioè Borgo Montello) e altre aree della provincia.

Ardituro ha risposto nella parte pubblica dell’audizione che sono in corso indagini ma che lui non è più nell’ufficio inquirente che seguiva il caso.
La storia orribile che sembrava dimenticata e affidata «solo» al verbale del collaboratore Carmine Schiavone, deceduto un anno e mezzo fa, non ha perso il suo peso.

Le domande dei commissari parlamentari erano infatti volte a stabilire (ancora una volta) l’interesse e il potere del clan dei casalesi sulle due province limitrofe di Latina e Frosinone e se anche qui sono stati interrati rifiuti tossici e speciali.
Ardituro non ha negato questa possibilità anzi ha anche aggiunto che tuttora sarebbero in corso indagini su questo fronte, come in un labirinto che sembra non finire mai.

E che finora non ha prodotto certezze. Va detto che scavi per la ricerca dei fusti ci sono stati sia a Latina (Montello) che nella discarica di inerti di Formia (Penitro). Entrambe senza esito.
Ma anche questa attività di ricerca è stata infruttuosa anche se non ha fugato né i dubbi né i timori dei cittadini e delle associazioni ambientaliste e di quanti chiedono una verifica più ampia sui siti.

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