martedì 27 ottobre 2015

Strage d'elefanti in Zimbabwe, 62 avvelenati in un mese 'Bracconieri vogliono l'avorio ma così rischiano di scomparire' 27 ottobre,

di Claudio Accogli

Lo Zimbabwe di Robert Mugabe torna sotto i riflettori: non per le draconiane misure anti-gay, per il controverso commercio di diamanti e uranio, o la caccia indiscriminata ai suoi leoni, ma per una nuova strage di elefanti nel parco di Hwange. Sono 62 gli esemplari uccisi con il cianuro solo nell'ultimo mese: "Sospettiamo siano stati i bracconieri", ha detto la portavoce del parco, Caroline Washaya-Moyo. I ranger hanno trovato le carcasse di 22 elefanti, altre 40 erano state trovate poche settimane fa. In quasi tutti i casi, gli animali sono stati avvelenati con il cianuro iniettato nelle arance.

"Non sappiamo ancora a quanti siano state tolte le zanne", che con il loro avorio hanno un altissimo valore economico. Si tratta di un mercato, insieme a quello dei corni di rinoceronti, pellami e legnami protetti che nel complesso il Wwf ha stimato alimenti un giro d'affari a livello mondiale di 23 miliardi di dollari l'anno, ovvero il quarto dopo quello della droga, delle armi e degli esseri umani. E non c'è solo questo: la strage continua degli elefanti mette a rischio l'intera specie.

Le organizzazioni denunciano che "se non si fermeranno i bracconieri" fra dieci anni gran parte degli esemplari africani "scompariranno". Il parco di Hwange, che si estende per quasi 15mila chilometri quadrati e vanta una delle più alte concentrazioni di grandi animali dell'Africa e forse di tutto il mondo, è già stato teatro di un vero e proprio massacro. Nel 2013 furono oltre 200 gli elefanti avvelenati, altri 100 furono uccisi in altre riserve del Paese. Sempre con la stessa modalità, il veleno nelle arance.

Ignoti i responsabili. Lo scorso anno, cinque persone accusate di aver contaminato con il cianuro le pozze d'acqua nella riserva Ngamo Safaris sono state condannate al carcere, con pene tra i 4 e i 14 anni. Ma il pugno duro della giustizia secondo molti non basta. La portavoce di Hwange spera di avere un aiuto concreto dai cani addestrati arrivati dal Sud Africa e soprattutto dai droni, che potrebbero garantire un maggiore controllo sull'immenso territorio del parco. Gli elefanti sono presi di mira non solo in Zimbabwe ma in molti altri Paesi africani: in Mozambico negli ultimi 5 anni i bracconieri hanno ucciso la metà dei 20mila esemplari presenti, mentre in Tanzania tra il 2009 e il 2014 la popolazione è drammaticamente precipitata da 109mila a 43mila esemplari. (ANSA).
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