Alla fine del 2014 il sindaco, che di professione fa l’avvocato e ha 32 anni, in assenza di una parte delle fidejussioni necessarie (a causa del fallimento di alcune delle coop coinvoltye), bloccò la realizzazione della new town: 580 nuovi alloggi. “Non consumo suolo a vanvera” spiegò l’amministratrice. Ma per lei non fu un cammino facile. “Ci tengo a dire che quello che ho riferito ai magistrati non è una mia percezione, chiunque al mio posto avrebbe vissuto certi comportamenti come minacciosi”, spiegò in un’intervista l’amministratrice. “Su questa vicenda c’è stata una escalation intollerabile di comportamenti discutibili e pressioni indebite”. Conti davanti ai pm ricordò gli incontri sul tema con uomini delle coop e con suoi colleghi di partito. E poi sms.
In particolare venne a galla che Camellini avrebbe pronunciato, di fronte a una dirigente comunale, una frase poi riportata alla stessa prima cittadina. Una frase che suonava più o meno così: “La Conti vuole finire sotto una macchina?”. Camellini (difeso dall’avvocato Tommaso Guerini), si difese sui giornali:“Forse la dirigente ha equivocato una mia battuta. Ammesso che l’abbia detto, probabilmente mi riferivo a possibili guai per il Comune. Finire sotto una macchina in quel senso, nel senso di avere dei danni”, spiegò il commercialista al Resto del Carlino.
La denuncia di Isabella Conti fece mobilitare lo stesso presidente della Regione Stefano Bonaccini, presente nell’aula del consiglio comunale al momento del voto che decretò a febbraio 2015 il no alla Colata. In quei giorni si mosse lo stesso Matteo Renzi. Il premier chiamò Conti per dirle che “il Pd è al suo fianco a testa alta e senza paura”. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/23/pressioni-su-sindaco-anti-cemento-indagate-5-persone-ci-sono-anche-dg-legacoop-bologna-e-2-politici-pd/2062916/