mercoledì 1 luglio 2015

F i nca nt ie r i come l’I lva Renzi pronto alla leggina per sbloccare Monfalcone

TUTTO FERMO Il cantiere di Gorizia è stato sequestrato dalla procura per una diatriba giuridica: smaltisce senza permesso rifiuti non suoi. E il governo promette interventi 
Le date Il sequestro delle aree di s to cc a g g i o dei rifiuti arriva dopo un’inchiesta durata più di due anni della p ro c u ra di Gorizia 2013 m agg io La Procura di Gorizia chiede il s e q u e st ro, ma Gip e Tr i b u n a l e dicono di no 2015 fe b bra io La C a ss a z i o n e accoglie il ricorso della procura e rinvia la pratica al tribunale di Gorizia, che st avo l t a decide per il sì che blocca Fi n c a n t i e r i
4 . 500 Gli operai fermi In Cig. Gli ordini sono tornati ai livelli pre-crisi, ma il titolo ha perso il 15% da Luglio
F» GIORGIO MELETTI orse stavolta il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi ha ragione, sicuramente ha commesso un grave errore di comunicazione. Commentando il sequestro di alcune aree dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone, in provincia di Gorizia, che ieri mattina ha provocato la fermata della produzione e l'interruzione del lavoro per 4500 persone, ha detto: “È un altro caso Ilva”. Visto che a Taranto la procura ha agito per fermare una intensa, reiterata e pluriennale opera di inquinamento dell'azienda della famiglia Riva, le parole di Squinzi farebbero venire il sospetto che il colosso cantieristico controllato dallo Stato abbia commesso qualcosa di simile. Invece è tutt'altra storia, come dimostra il fatto che, a differenza di Taranto, nessuna voce di provenienza sindacale o ambientalista si è levata a difesa della decisione del tribunale di Gorizia. IL CASO FINCANTIERI appare, più che un conflitto tra industria e ambiente, una grottesca storia burocratica, proprio per questo destinata a portare acqua al mulino di chi invoca l'allentamento dei vincoli ambientali in nome del lavoro. Il leader leghista Matteo Salvini ha subito cavalcato la notizia con il consueto linguaggio misurato: “È folle la decisione della cosiddetta giustizia italiana che mette a rischio altri 5 mila posti di lavoro. Il sequestro di una parte di Fincantieri a Monfalcone è una vera schifezza: solidarietà agli operai e a ll ’a zi e n da ”. Ieri pomeriggio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, raccogliendo il grido di dolore di Squinzi e Salvini, ha avuto buon gioco e mescolare 4 . 500 Gli operai fermiIn Cig. Gli ordini sono tornati ai livelli pre-crisi, ma il titolo ha perso il 15% da Luglio TUTTO FERMOIl cantiere di Gorizia è stato sequestrato dalla procura per una diatriba giuridica: smaltisce senza permesso rifiuti non suoi. E il governo promette interventi due situazioni diversissime e ad annunciare l'arrivo di un decreto legge risolutivo: “Sia - mo molto preoccupati per ciò che sta accadendo a Taranto e Monfalcone. Non escludiamo a questo punto un intervento normativo di emergenza”. La storia di Monfalcone appare davvero poco comprensibile. Il cantiere costruisce grandi navi da crociera, una lavorazione che produce un certo volume di scarti che la stessa Fincantieri provvede ad elencare: pezzi di lamiere, sfridi ferrosi, materiale isolante, pezzi di tubi, teli di plastica, avanzi di moquette e via dicendo. Si tratta di rifiuti non inquinanti, classificati come “speciali”. Vengono tolti dalle navi in costruzione e stoccati un'apposita area del cantiere, da cui periodicamente sono raccolti e avviati allo smaltimento. Due anni fa la procura di Gorizia ha aperto un procedimento penale a carico dell'ex direttore del cantiere Carlo De Marco e di sei titolari di aziende che lavorano alle navi in subappalto. L'imputazione è “attività di gestione di rifiuti non autorizzata”. La pena massima prevista va da sei mesi a un anno, a seconda delle interpretazioni dell'articolo 256 del Codice dell'Ambiente, e già la tenuità della sanzione penale fa venire il dubbio che la colpa non sia delle più turpi. Infatti il punto contestato è il seguente: mentre Fincantieri è ovviamente autorizzata allo stoccaggio provvisorio dei suoi rifiuti non inquinanti all'interno del cantiere, pare non disponga di autorizzazione alla raccolta dei rifiuti di terzi, quali la procura di Gorizia considera le ditte del subappalto, che a loro volta non sono autorizzate a stoccare i loro rifiuti nell'area Fincantieri. LA DIATRIBA giuridica ha toccato in questi due anni vette degne del concilio di Nicea. La grande questione attorno a cui gira il destino di una delle ultime grandi aziende italiane è la seguente: quando l'operaio della ditta subappaltatrice taglia la moquette da incollare sul pavimento della nave, a chi appartiene lo scarto? Fincantieri sostiene che lo scarto è suo, come sua è la moquette e tutto il materiale affidato alla ditta appaltatrice per il montaggio. La pubblica accusa sostiene invece che si tratta di un rifiuto prodotto dalla ditta appaltatrice, quindi stoccato illegalmente. La richiesta di sequestro avanzata dalla procura è stata respinta una prima volta dal Gip e una seconda dal tribunale. Il pm si è rivolto alla Cassazione che ha annullato la decisione negativa del tribunale, rinviandogli nuovamente la pratica perché si esprimesse nuovamente. E stavolta il tribunale di Gorizia ha deciso di dare il via al sequestro delle aree incriminate, con il quale lo stabilimento è bloccato. Da ieri sono senza lavoro 1500 dipendenti diretti e 3000 lavoratori delle ditte esterne. Andranno in cassa integrazione fino al dissequestro. Ma la cosa più preoccupante per l'amministratore delegato Giuseppe Bono è il ritardo nella consegna delle navi, che potrebbe costare salate penali. Dopo anni di crisi nera, l'industria cantieristica è tornata a tirare, e nel 2014 gli ordini hanno toccato nuovamente i livelli pre-crisi del 2007. Fincantieri ha incassato ordini per 8 grandi navi da crociera, e un paio di mesi fa Bono ne ha portati a casa altri tre per altrettanti colossi da 2800 posti chiesti da Richard Branson che ha deciso di lanciare la sua Virgin nel business delle crociere. Bono avrà difficoltà a spiegargli che la ritardata consegna si spiega con la diatriba teologica sulla proprietà degli scarti di moquette. TRA L'ALTRO non è che per i magistrati manchino occasioni di serio lavoro dentro la Fincantieri. Meno di un mese fa lo stesso tribunale di Gorizia ha condannato un gruppetto di imprenditori e dipendenti Fincantieri per le pratiche di caporalato a cui sottoponevano alcuni lavoratori stranieri nel cantiere di Monfalcone. Due giorni fa a Castallammare di Stabia, in provincia di Napoli, sono state arrestate sei persone, tra cui un sindacalista e un capofficina della Fincantieri, per estorsione: imponevano a imprenditori del subappalto l'assunzione di amici e parenti minacciandoli fisicamente oppure, nel caso del sindacalista creativo, organizzando proteste dure dei lavoratori per intimidirli. Fino a che due imprenditori esasperati si sono rivolti al più vicino commissariato. Intanto il titolo Fincantieri, che il 3 luglio festeggerà il primo compleanno a piazza Affari, ieri ha perso in Borsa il 3%, portando la perdita complessiva per chi ha comprato le azioni un anno fa al 15%. © RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 1 luglio 2015

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