Sarà in libreria questo fine settimana
“#lacattivascuola - Un’i n c h i e s ta
senza peli sulla lingua”, il nuovo libro
di Alex Corlazzoli. Ne pubblichiamo
uno stralcio.
di Alex Corlazzoli
P
ronto sono Matteo, disturbo?”.
Dall’altra parte della cornetta,
c’è Cinzia Caggiano, la mamma
di Vito Scafidi morto a 17 anni
per il crollo di un controsoffitto al
liceo “Darwin” di Rivoli. “Matteo
chi?”, replica la donna confusa per
quella telefonata alle dieci della sera.
“Sono Matteo Renzi, il presidente
del Consiglio”.
Sono trascorsi poco più di quindici
giorni dall’insediamento del nuovo
governo alla guida dell’ex sindaco
di Firenze. Cinzia, una donna dal
fisico esile, ma dal carattere determinato,
perennemente stravolta da
quel 22 novembre
2008, quella sera decide
di scrivere una
mail al nuovo inquilino di palazzo
Chigi.
“Buongiorno Presidente Renzi, sono
Cinzia Caggiano e le scrivo per
raccontarle la mia storia. Ho 44 anni
e da cinque vivo in un incubo. È
cominciato il 22 novembre 2008.
Un sabato mattina come tanti, in
cui ero al mercato a fare la spesa.
Quando è arrivata una telefonata
che ha spezzato in due la mia vita.
Pareva che mio figlio si fosse sentito
male, a scuola, durante lezione.
Solo dopo ho capito veramente
quello che era successo. Lascio che
sia mio figlio Vito a raccontarglielo.
“Mi chiamo Vito Scafidi, non amo
parlare di me al passato quindi dico
mi chiamo e non mi chiamavo. Sono
un ragazzo normale, l’unica cosa
che mi rende diverso da voi è che
avrò 17 anni per sempre perché la
mia vita è finita improvvisamente
mentre cercavo di costruire al meglio
il mio futuro. (…) Il soffitto
della mia aula scolastica mi è crollato
addosso, spezzando la mia vita.”
(…)
Tre ore dopo la chiamata
di Renzi. Cinzia
non si lascia intimidire
dalla voce del primo
ministro. Gli ricorda
che dal 2008 ad oggi ha visto
passare sotto i suoi occhi in lacrime,
quattro governi, tante parole e
pochi fatti.
Ma stavolta si cambia. Renzi le annuncia
che ha stanziato due miliardi
per le ristrutturazioni delle scuole
e che dedicherà questa misura
proprio a Vito. Si lasciano con l’im -
pegno di prendersi un caffè insieme
perché quella mamma non è
una parlamentare, non ha un ruolo
politico ma conosce meglio di altri
le aule del nostro Paese che ha visto
girando l’Italia dal 2008 ad oggi.
Non si vedranno mai. Anzi. Mamma
Cinzia prova ad invitare il premier
proprio il 22 novembre del
2014 , alla marcia che si tiene ogni
anno per ricordare Vito. Ma nulla.
Il presidente non risponde più alle
mail della signora Caggiano.
Il premier non si farà vedere.
IN COMPENSO Renzi nel suo primo
discorso al Parlamento, il 24
febbraio 2014, aveva annunciato di
continuare a voler andare nelle
scuole proprio come quando era
sindaco: “Da presidente del Consiglio
io entrerò nelle scuole, una
volta ottenuta – se così sarà – la fiducia
del Senato e della Camera.
Mercoledì mattina, come faccio
tutte le settimane, mi recherò in
una scuola; la prima sarà un istituto
di Treviso mentre la settimana
prossima andrò in una scuola del
Sud. E lo farò perché penso che sia
fondamentale che il governo non
stia soltanto a Roma e, quindi, mi
recherò nelle scuole, come facevo
da sindaco, per dare un segnale
simbolico, se volete persino banale
che da lì riparte il Paese”. A Treviso
e a Siracusa ci va a battere il “cin -
que” con i ragazzi, a scherzare sulla
squadra più amata, a presentare il
ministro del Lavoro Poletti e quello
dell’Istruzione Stefania Giannini; a
fare selfie. A Siracusa i bambini
dell’istituto “Raiti” gli dedicano
persino una canzoncina: “Ti salutiamo
tutti insieme presidente”.
Poi si ha notizia di un’altra tappa a
Milano alla scuola primaria “Mas -
saua” il 13 maggio (che non era
mercoledì) e a Palermo lunedì 15
settembre al comprensivo dedicato
a don Puglisi. Finisce lì il tour nelle
scuole.
Sul sito YouTube di Palazzo Chigi
non vi sono più video, immagini di
visite nelle scuole pubbliche statali
da parte del premier. Solo un paio
di discorsi nelle Università. (…) I
soldi escono ma le scuole italiane
continuano a crollare. Perché?
Nessun commento:
Posta un commento