domenica 7 giugno 2015

la mafia non esiste, per il direttore di Latina editoriale oggi a proposito degli omicidi Piccolino e don Boschin. Dove l'avevamo già sentita?

Andrea Palladino https://www.facebook.com/andrea.palladino.526/posts/10207011586035170?notif_t=story_reshare
Il direttore di Latina Oggi Alessandro Panigutti pubblica oggi un editoriale dove mette in dubbio la matrice camorristica dell'omicidio di Mario Piccolino. Fa un passo in più. Attribuisce la morte di don Cesare Boschin - parrocco di Borgo Montello, ucciso nella sua canonica il 30 marzo 1995 - sostanzialmente ad una sfortunata coincidenza: "probabilmente urlando per attirare l'attenzione, era rimasto soffocato dalla dentiera". Non solo, Panigutti aggiunge sostanzialmente che il "mito" di don Cesare Boschin vittima della mafia sia stato creato ad arte dalla "costola pontina di una importante associazione" (ovvero Libera, i nomi vanno fatti, seguendo la vecchia regola delle cinque W). 
Mettiamo da parte la questione dell'avvocato Piccolino, dove le cose, al momento, non sono chiarissime, anche se è senza dubbio il contesto ad essere mafioso. Ne riparleremo. Su don Boschin Panigutti spiega che "non sappiamo se abbia mai pronunciato la parola mafia"; un espediente retorico. Dimentica di aggiungere il bravo direttore di Latina Oggi che le indagini per quella morte furono frettolose, condotte malissimo, con la voglia irrefrenabile di chiudere velocemente. Dimentica che Latina negli anni '90 era il luogo dove tutte le inchieste per i traffici di rifiuti sparivano negli archivi. Dimentica che erano gli anni della penetrazione ormai consolidata delle mafie nella capitale pontina. Eppure bolla quella morte come accidentale, provocata probabilmente da un balordo alla caccia di soldi. 
Alessandro Panigutti - che è un ottimo cronista - dimentica in questo caso una delle regole d'oro del giornalismo d'inchiesta: le versioni ufficiali sono spesso mediazioni, che noi abbiamo il dovere di mettere in discussione. Io e un altro collega di Latina, Clemente Pistilli, abbiamo chiesto più volte di accedere agli atti dell'inchiesta sulla morte di don Cesare Boschin. La risposta è sempre stata negativa: quelle carte non si possono leggere. Ci provasse anche Latina Oggi, portando fino in fondo la tesi della morte accidentale. Ma mostrando le prove. Per ora i fatti riportati all'epoca danno un quadro ben differente da quello riportato da Panigutti. Le cause della morte; dall'Ansa: "L' autopsia ha consentito di rilevare che il sacerdote ha ingoiato la protesi dentaria quando i rapinatori lo stringevano col bavaglio e col cerotto sulla bocca". E' vero che è morto soffocato, ma grazie alla costrizione che ha subito. E ancora: "I carabinieri hanno trovato 800 mila lire riposte nel taschino di un cappotto (..,) sono stati lasciati oggetti di valore come un orologio d' oro e un calice d' argento". Che balordi strani, che rapinatori distratti. I carabinieri, che avevano probabilmente tanta fretta nel chiudere quel caso, relegandolo ad una storia di balordi, spiegavano la mancata sottrazione dei soldi come la conseguenza di una sorta di panico per la morte del sacerdote. Ma qualcosa in realtà sparì dalla canonica: "Due agende, dove don Cesare Boschin annotava le sue cose piu' importanti, sarebbero sparite dalla canonica. Lo avrebbero accertato oggi gli investigatori nel corso di un minuzioso sopralluogo fatto nell'abitazione del sacerdote". E' uno strano panico: lasciano i soldi e prendono le agende. Forse anche questi "dettagli" dovevano essere ricordati dal bravo cronista Alessandro Panigutti.

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