venerdì 19 giugno 2015

INTERROGATI I PM DI BUSSI “SAPEVANO DELLE ASSOLUZIONI”

GLI INQUIRENTI DI PESCARA PER SETTE ORE DAVANTI AI COLLEGHI DI CAMPOBASSO CHE INDAGANO SUL PROCESSO, RITENUTO “AG G I U STATO ”, PER I VELENI IN DISCARICA
L’I N DAG I N E Un testimone ha riferito: “Il passaggio c’è stato, saranno assolti”. C’è una relazione di servizio. Il ruolo del presidente della Regione
di Antonio Massari S aranno tutti assolti”. Furono queste le parole che, dinanzi ad alcuni testimoni, riferirono i pubblici ministeri che sostenevano l’accusa nel processo sulla discarica di Bussi. Parole riferite circa due settimane prima della sentenza che, il 19 dicembre scorso, vide effettivamente assolti i 19 dirigenti dell’ex Montedison dal reato di avvelenamento e prescritti, invece, per la derubricazione del reato di disastro da doloso in colposo. E anche su questa affermazione che ieri i pm Giuseppe Bellelli e Annarita Mantini sono stati ascoltati, come persone informate sui fatti, dal procuratore di Campobasso Nicola d’Alterio e dal sostituto Nicola d’Angelo. L’INTERROGATORIO, durato circa sette ore, nasce dall’in - chiesta del Fatto Quotidiano che a maggio ha rivelato le presunte pressioni ricevute da alcune giudici popolari tre giorni prima della sentenza. Intervistate dal Fa t to , alcune giudici hanno dichiarato di non essere state serene nel momento del giudizio, di non aver mai letto gli atti d’inchiesta e, in particolare, di una cena avvenuta in pizzeria 72 ore prima del verdetto. Una cena a cui parteciparono i giudici togati Camillo Romandini e il giudice a latere Paolo di Geronimo. Dalla testimonianze raccolte dal Fa t to emerge che nell’incontro conviviale – tra una portata e l’altra – una delle giudici dice di propendere per il disastro ambientale doloso, e non è l’unica, quindi si discute del processo e una delle testimoni racconta: “Il giudice Romandini ci ha spiegato che, se avessimo condannato per dolo, se poi i condannati si fossero appellati, e avessero vinto la causa, avrebbero potuto citarci personalmente, chiedendoci i danni, e avremmo rischiato di perdere tutto quello che abbiamo...”. Versione confermata dalle giudici interrogate nei giorni scorsi a Campobasso. Ma è chiaro che la Procura molisana intende andare oltre e l’interrogatorio fiume dei pm Bellelli e Mantini lo dimostra. Fu sempre il Fa t to a rivelare che a dicembre, parecchi giorni prima della sentenza, una fonte istituzionale rivelò: “Saranno tutti assolti, è già tutto deciso”. Secondo le testimonianze raccolte dalla Procura di Campobasso, a proferire queste parole, furono proprio i pm Bellelli e Mantini che sostenevano l’accusa nel processo sulla maxi discarica. Fonti accreditate che preferiscono mantenere l’anonimato riferiscono che, a parlare ai pm di una decisione già presa, fu proprio il presidente della Regione, Luciano d’Alfonso, che abbiamo provato a contattare per avere una conferma o una smentita, sia chiamandolo per telefono, sia inviandogli sms, ma senza risultato. C’È PERÒ UN ALTRO dettaglio che s’aggiunge a questa storia. Una fonte istituzionale e qualificata, nelle scorse settimane, ha riferito ai pm Bellelli e Mantini di aver appreso il contenuto di dialogo avvenuto a pochissime ore dalla sentenza. A sua volta, la fonte che s’è presentata dai pm, ha riferito di essere venuta a conoscenza dell’episodio da un alto personaggio istituzionale particolarmente impegnato nella vicenda Bussi. E dell’epi - sodio in questione, per quanto risulta al Fatto Quotidiano, è stata stilata una relazione di servizio che nelle prossime ore, se non già mentre scriviamo, dovrebbe essere stata consegnata alla Procura di Campobasso. Siamo di fronte a un ennesimo colpo di scena, forse il più interessante di tutta la vicenda. L’informatore rivela ai pm la seguente scena: seduti a un tavolino due persone – interes - sate all’andamento della sentenza Bussi – incontrano una terza, un alto personaggio istituzionale – anch’egli coinvolto nella questione – che azzarda un pronostico sulla condanna per disastro doloso. Uno dei due personaggi replica con una frase che riassumiamo nel suo senso non letterale: “Il passaggio c’è già stato. Si andrà verso l’assoluzio - ne”. Dopo la sentenza che ha visto derubricare il reato da disastro doloso in colposo, e dopo le inchieste del Fatto Quotidiano sulle presunte pressioni alle giudici popolari, l’alto funzionario istituzionale ha avvertito una terza persona del dialogo. E quest’ultima ha raccontato l’episodio ai pm della Procura di Pescara che, sulla base di queste informazioni, hanno stilato una relazione finita – secondo indiscrezioni – in un fascicolo contro ignoti. Cosa intendeva, dicendo “il passaggio c’è già stato”, l’in - terlocutore in questione? Non è escluso che, proprio su questo punto, la Procura di Campobasso, imbeccata da quella di Pescara, stia decidendo di fare chiarezza per dissipare su tutte le (per ora presunte) anomalie che hanno contraddistinto la sentenza sui veleni della discarica di Bussi. D’al - tronde non pare un caso che l’audizione dei pm pescaresi, ieri a Campobasso, sia durata ben sette ore. il fatto quotidiano 19 giugno 2015

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