venerdì 19 giugno 2015
Ilva, condannato Riva Sigilli all’altoforno
LA PROCURA di Taranto ha disposto il sequestro
preventivo senza facoltà d’uso dell’Altoforno
2 dell’Ilva (sono solo due quelli in funzione),
il reparto in cui l’8 giugno scorso è
stato investito da un getto di ghisa incandescente
il 35enne operaio Alessandro Morricella,
morto dopo quattro giorni per le gravi
ustione riportate sul novanta per cento del
corpo. Custode dell’impianto sarà Barbara Valenzano,
già custode giudiziario degli impianti
dell’area a caldo nominata dal gip Patrizia Todisco
nell’inchiesta sfociata nell’arresto dei
vertici dell’Ilva. Inizialmente i tecnici dello
Spesal (Servizio di prevenzione e sicurezza negli
ambienti di lavoro dell’Asl) avevano imposto
60 giorni di tempo all’Ilva per “a d o t t a re
tutti i provvedimenti necessari atti ad evitare
pericolose esposizioni del personale alle
proiezioni di metallo fuso durante le operazioni
di colaggio dell’a l to fo r n o”. Sono 10 gli
indagati per cooperazione in omicidio colposo.
Ieri intanto, la Corte d’Appello di Milano ha
confermato la condanna a 6 anni e mezzo di
carcere per Fabio Riva, figlio dell’ex patron
dell’Ilva Emilio, per la vicenda della presunta
truffa ai danni dello Stato da circa 100 milioni
di euro. Confermate anche le altre due condanne
inflitte in primo grado ad altrettanti imputati;
5 anni per l’ex presidente della finanziaria
svizzera Eufintrade Alfredo Lomonaco e
3 anni per l’ex consigliere delegato di Ilva Sa
Agostino Alberti. Confermata anche la confisca
di 91 milioni di euro e la provvisionale da
15 milioni di euro a favore del ministero dello
Sviluppo economico. Fabio Riva, che è stato
latitante per quasi 3 anni prima di costituirsi.
Ieri era presente in aula. il fatto quotidiano 19 giugno 2015
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