L’avvocato Giovanni Pesce, proprietario di un uliveto di Oria, provincia di Brindisi, tra coloro che hanno presentato ricorso al Tar del Lazio, fa appello al far fronte comune contro la decisione della Commissione Europea. “Ora sulla base di questa decisione del Tar del Lazio sarebbe auspicabile che convergessero gli interessi di tutti. Sarebbe il caso di fare fronte comune, con lo Stato e con la Regione”. L’avvocato, nell’ultimo ricorso presentato, non aveva fatto richiesta di sospensiva, non ritenendo che vi fossero provvedimenti esecutivi per l’eradicazione di ulivi di sua proprietà, molti dei quali segnati con una ‘x’ rossa dai forestali perché ritenuti infetti. “Sono particolarmente contento – spiega Pesce – perché l’argomentazione del Tar ricalca le mie osservazioni. Ho depositato il testo della decisione della Commissione europea del 28 aprile scorso e proprio quello si è rivelato un elemento di novità determinante. Ora però bisogna unire le forze”.
Smentito invece il caso segnalato in Liguria: non si tratta di Xylella. Le autorità italiane hanno comunicato informalmente alla Commissione Ue che le analisi sulla pianta di ulivo sospetta sospetta ha dato esito negativo e la cosa è stata resa nota dal portavoce dell’esecutivo europeo per salute e ambiente Enrico Brivio. E anche Francesco Mati, presidente del Distretto vivaistico ornamentale pistoiese, cerca di limitare l’allarmismo emerso dai timori sollevati nella regione: “Io non posso escludere al cento per cento che sia successo, però lo vedo come estremamente difficile che una pianta coltivata a Pistoia possa aver portato la Xylella in Liguria”. Anche l’euro-deputato Pd Paolo De Castrointerviene sulla questione: la diffusione della Xylella in Europa “dimostra ancora una volta che c’è un problema di ingresso dei milioni di piante ornamentali nel Vecchio Continente, nella fattispecie dall’Olanda tramite Rotterdam di esemplari in arrivo dall’America Latina. Dunque il rischio c’era, dovevamo aspettarcelo”.
Già presidente della commissione Agricoltura di Strasburgo e ministro alle Politiche agricole nel 2006 con il secondo governo Prodi, De Castro, spiega che “il batterio non si muove, quindi combattendo l’insetto vettore si riesce ampiamente a contenere il contagio. Bastano le pratiche agricole tradizionali, intervenendo sulle larve prima che prendano il volo o, se troppo tardi, sradicando le piante entro il raggio di terreno a rischio”. Le disposizione Ueper affrontare l’allarme Xylella “sono adeguate e molto dure – insiste – e devono prevalere su eventuali norme nazionali, tranne Lecce per la quale c’è una deroga”. Lì il territorio “dovrà trovare il modo che convivere con la malattia e man man negli anni verrà debellata”. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/07/xylella-tar-del-lazio-decide-di-sospendere-il-piano-di-emergenza-in-puglia/1660114/