venerdì 22 maggio 2015

Parla il comandante del Corpo Forestale dello Stato “Noi scopriamo i veleni di Bussi, Renzi ci scioglie”

IL VERSO
SBAGLIATO
Abbiamo finalmente
una norma sui reati
ambientali, ma c’è
una forte incoerenza:
rischia di scomparire
il Corpo che più di altri
deve farla applicare
di Antonio Massari
Siamo di fronte a una
grande incoerenza.
Da un lato, dopo 20
anni, finalmente il
Parlamento sta approvando
una legge sui reati ambientali.
Dall’altro, il governo Renzi
progetta di far scomparire il
Corpo che, più di ogni altro,
deve farla applicare”. Cesare
Patrone potrebbe essere l’ultimo
capo del Corpo Forestale
dello Stato: comanda 8.500
agenti che si occupano di sorvegliare
parchi, aree protette,
le 130 riserve naturali dello
Stato e operano al fianco delle
procure per molte indagini sui
reati ambientali: dalle discariche
abusive agli inquinamenti
delle falde acquifere. Il corpo
forestale è la polizia giudiziaria
che ha scoperto l’inquinamento
della ex Montedison a
Bussi, ha indagato sul canile
lager della Green Hill in cui
erano rinchiusi centinaia di
beagle, sta effettuando le indagini
tecniche sui 57 comuni
della Terra dei fuochi.
Comandante, il suo Corpo ha
scoperchiato, soltanto per fare
un esempio, l’inquinamento e
il disastro ambientale provocato
dalla Montedison a Bussi:
cosa ne pensa della legge sugli
ecoreati?
L’inchiesta di Bussi è senza
dubbio un nostro motivo di
orgoglio ma consideri che, su
23 mila operazioni, circa 10
mila sono opera nostra. Questa
legge è un passo avanti, dopo
20 anni abbiamo finalmente
una norma sui reati ambientali,
che certamente è migliorabile,
ma c’è una forte incoerenza:
rischia di scomparire
il corpo che più di altri
deve farla applicare. Il governo
Renzi sta valutando di farci
confluire nella polizia di Stato.
Il governo sostiene che costate
troppo.
A fronte di un risparmio minimo
iniziale e di una perdita
a lungo termine (vedi box in
pagina, ndr) questa scelta è
non soltanto incoerente, ma
rischia di comportare un’infrazione
delle direttive europee
ed è culturalmente arretrata.
Se il Corpo forestale dello
Stato non esistesse, piuttosto
bisognerebbe inventarlo.
Abbiamo una controproposta.
Quale?
Con la soppressione delle province
avremmo 2.800 agenti
della polizia provinciale, che
già si occupano di reati ambientali,
da sistemare altrove:
accorpiamoli a noi, insieme
alle 2.310 unità dei Corpi forestali
di Sicilia, Sardegna e
Friuli, che sono Regioni a statuto
speciale, e rafforziamo un
corpo specializzato. Propongo
un polo di attrazione di tutte le
strutture che si occupano di
ambiente.
Perché rischiamo un’infrazione
delle direttive Ue?
La direzione generale ambiente
della Commissione europea,
in un atto sottoscritto pochi
mesi fa, e inviato alla Presidenza
del Consiglio, parla
espressamente di “rafforzamento
del ruolo del Corpo Forestale
dello Stato” e aggiunge
che dovrebbe essere anche
accompagnato da corsi di
formazione per gli agenti incaricati
dei controlli”. Il governo
Renzi invece pensa di
accorparci alla Polizia di Stato.
Lei parla di scelta culturalmente arretrata:
ci spieghi.
Piuttosto che
potenziare la
nostra specializzazione,
in questo
modo, la indeboliamo.
La Polizia
non è culturalmente attrezzata
alle mansioni che svolgiamo.
E sono tante. Sarà una
priorità della polizia proteggere
l’orso Daniza? O la contraffazione
della mozzarella? E
questo rischia di accadere proprio
mentre si vara – finalmente
una legge sugli
eco-reati?
Cos'ha la polizia che non va?
Niente, ci mancherebbe, ma la
sua missione principale è la
tutela dell'ordine pubblico. La
nostra è la tutela dell’ambiente
in tutte le sue sfumature. L’approccio
nella Terra dei fuochi,
oppure le indagini che stiamo
svolgendo in Puglia sulla
Xylella e gli ulivi, è molto
complesso. Non è solo repressione:
è necessaria una profonda
sensibilità ambientale.
Le cito un caso esemplare:
l’unica riserva ambientale che
appartiene al ministero
dell’Interno, quella di Tarvisio,
che si estende per 20 mila
ettari, non è gestita dalla Polizia,
ma da noi. Esattamente
come gli altri 110 mila ettari.
Le organizzazioni mafiose sono
sempre più dedite agli ecoreati.
E infatti non è certo un caso se,
due anni fa, abbiamo sottoscritto
un protocollo d’intesa
con la direzione nazionale antimafia.
E Franco Roberti, l’attuale
capo della Dna, ha dichiarato
di essere “contrarissimo”
alla nostra fusione in altri
corpi.
Nella legge Madia, quella che
vi riguarda, si parla solo
eventualmente” di questa
possibilità.
È un'eventualità possibile,
purtroppo, oltre che culturalmente
molto arretrata e contraria
agli indirizzi europei,
come persino l’Ue conferma
con le sue lettere indirizzate al
governo. Un atteggiamento
piuttosto incoerente con la

nuova legge sui reati ambientali. il fatto quotidiano 22 maggio 2015

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