venerdì 22 maggio 2015

Italia, allarme rosso per siti protetti direttiva Habitat Ue Rapporto Bruxelles, stato conservazione peggiorato fra 2007 e 2012

Allarme rosso in Italia per dune, paludi e foreste, ma anche per ambienti di acqua dolce, coste e praterie, che fanno parte della rete dei siti protetti Ue legati alla direttiva Habitat: a lanciarlo è l'ultimo rapporto di Bruxelles intitolato 'State of the Nature', che rileva un notevole peggioramento della salute di questi habitat nel Belpaese fra il 2007 e il 2012 rispetto al periodo precedente, cioè fra il 2001 e il 2006. Il documento è stato reso noto oggi. Stabili invece fra 2007 e 2013 le inadeguate o cattive condizioni di conservazione per circa la metà delle diverse specie di flora e fauna protetti dalla stessa direttiva, in particolare per pesci e molluschi. I dati italiani nel 2012 contavano 2576 fra siti di importanza comunitaria (Sic) e zone di protezione speciale (Zps), di cui solo 1011, cioè il 43%, risultavano coperti da piani di gestione e misure di conservazione, mentre altri 692 erano in fase di preparazione.

Secondo il rapporto, nel complesso oltre il 60% delle aree protette dalla direttiva Habitat nel 2013 non godeva di buona salute, il doppio rispetto al 2007. In particolare, il 90% delle dune risulta in condizioni di conservazione cattive o inadeguate, così come oltre l'80% delle aree paludose e il 79% delle foreste, seguiti da oltre il 60% di ambienti di acqua dolce, aree costiere e praterie.

Un altro sos viene lanciato per flora-fauna protette in Europa. Oltre la metà delle specie  non gode di buona salute. Bilancio negativo per il 32% degli uccelli, che nel 17% dei casi risulta minacciato e per un altro 15% è in declino. Il rapporto prende in considerazione i dati raccolti sulla salute della biodiversità da parte degli Stati membri dell'Ue fra 2007 e 2012, in relazione alle direttive Habitat e Uccelli.

Secondo il rapporto, "le condizioni complessive di specie e habitat nell'Ue non è cambiato significativamente nel periodo 2007-2012", dove in entrambi i casi spesso lo stato di salute non è favorevole e "continua a deteriorarsi ancora di più". Di conseguenza, si legge nel documento, "sono necessari maggiori sforzi di conservazione" per evitare la continua perdita del patrimonio naturale in Europa.

Il rapporto "mostra la portata delle sfide ancora rimaste" ha commentato il commissario europeo all'ambiente, Karmenu Vella. "Dobbiamo essere in grado di rispondere a queste sfide, perché la salute della nostra natura si lega a quella dei cittadini europei e alla nostra economia" ha concluso Vella. Rispetto agli habitat, sono praterie, zone umide e dune a suscitare "particolare preoccupazione". Ad esercitare maggiori pressioni sulla biodiversità in Europa sono le pratiche agricole, i cambiamenti della disponibilità e qualità dell'acqua, ma anche il sovrasfruttamento e l'inquinamento dell'ambiente marino.
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