sabato 7 marzo 2015

La forza della lealtà: la tigre rispetta la mucca e il suo vitello

Una delle fiabe d’India della Mostra Internazionale di Illustrazione per l’Infanzia di Sarmede  è arrivata su La Giostra, grazie alla penna di Luigi Dal Cin. I disegni, da scaricare e colorare, sono di Rossana Bossù.

Molto tempo fa, una vacca si allontanò dalla sua mandria e si avvicinò alle rive del fiume Gange per bere un po’ d’acqua.
Lì poi trovò anche dell’erba verde, e cominciò a brucare.
Mangiò e mangiò finché si accorse che stava scendendo la notte, e così riprese la via verso casa, tutta sola, poiché la sua mandria se n’era già andata.
Lungo la strada però incontrò una tigre.
− So che sei una vacca sacra – disse la tigre – ma per me sei solo una cena gustosa! E ora ti mangerò!
La vacca era terrorizzata, le zampe le tremavano per la paura: “Di fronte a te, la morte mi è inevitabile – rispose allora – se dunque devo perdere la vita, sarò io stessa a donare il mio corpo a chi è affamato. Avrei però una piccola richiesta”.
− Parla! − ruggì la tigre.
− A casa ho un vitello. È ancora piccolo, e non può brucare l’erba: beve solo latte. Nel frattempo gli sarà venuta fame: vado a nutrirlo con il mio latte e poi ritornerò da te. Altrimenti tutta l’erba che ho brucato e tutto il latte che posso donare andrebbero sprecati, come un fiore che sboccia nascosto nella foresta e che non renderà felice nessuno, perché nessuno lo potrà vedere. La vita è buona se è utile per qualcuno: cosa vale se diventa inutile?
− I tuoi ragionamenti sono giusti – disse la tigre – ma so anche che non tornerai. Come posso crederti?
− Ti do la mia parola, per il bene del mio vitello – disse la vacca – Ti puoi fidare della mia lealtà.
− D’accordo – disse allora la tigre – ho deciso di fidarmi di te.
La vacca allora corse veloce a casa, e chiamò il suo vitello: − Vieni, figlio mio, vieni a bere il tuo latte!
Il vitello, però, osservò bene gli occhi della madre capì che qualcosa la turbava. Così le chiese: − Che cosa ti preoccupa, mamma? Dimmelo, o mi rifiuterò di succhiare il latte.
La vacca capì che il vitello faceva sul serio e, così, gli raccontò della tigre:
− Ora però succhia in fretta, figlio mio! Ho dato alla tigre la mia parola!
− Sono così turbato da quello che mi hai raccontato, mamma, che non riesco nemmeno a succhiare il latte. Vengo con te. Tanto non sopravviverei comunque alla mia tristezza. La vita è buona se è utile per qualcuno: cosa vale se diventa inutile?
Così ragionando, vacca e vitello si presentarono entrambi alla tigre: − Vieni, tigre, tu hai fame. Divoraci. Offriamo i nostri corpi a chi è affamato.
− Cara vacca, e caro vitello! – esultò la tigre – Felici voi che, mantenendo la vostra parola, avete rinunciato al vostro corpo ma non alla vostra lealtà! Andate liberi! Tu adesso sei mia sorella, e questo è mio nipote. Non vi divorerò. Anzi: per dimostrarvi il mio rispetto, d’ora in poi vi basterà un muggito, e io accorrerò subito per aiutarvi in ogni vostra necessità!
E così, vacca e vitello, diventati parenti della tigre, ritornarono felici a casa. http://www.lagiostra.biz/forza-della-lealta

Nessun commento:

Posta un commento