martedì 3 marzo 2015

Impianto trattamento fanghi a Sermoneta, davvero il comune non può nulla per fermare l'ennesimo impianto inquinante?

Pare che qualche amministratore (incapace o complice?) abbia dichiarato che il comune non può nulla per fermare l'ennesimo impianto con rilevante impatto ambientale, perchè voluto da quei cattivoni della regione Lazio e perchè l'amministrazione comunale non avrebbe gli elementi e gli strumenti per opporsi?
Chi afferma questo non conosce le competenze del comune, del sindaco (che può fermare qualsiasi impianto inquinante in base agli art. 216 e 217 del RD testo unico in materia sanitaria) e della conferenza dei servizi. Il comune di Pontinia, con questi e altri strumenti si è opposto a centrali a turbogas, biomasse e biogas. Chi pensa che un comune non possa regolamentare gli impianti energetici o inquinanti o a rischio di incidente rilevante non conosce le normative in materia. Quindi sarebbe opportuno che facesse l'amministratore o il dirigente perchè rischierebbe di fare danni incalcolabili al suo territorio. Un vero sindaco programma e attua i programmi e i piani urbanistici, territoriali, economici, commerciali, agricoli in modo coordinato tra loro. Un vero sindaco attuerebbe l'obbligo di legge di far approvare dal suo consiglio comunale la variante urbanistica per gli impianti a rischio di incidente rilevante nel suo territorio, informerebbe la cittadinanza e le aziende limitrife dei rischi, coordinerebbe il piano di emergenza, evacuazione e di protezione civile. Un buon sindaco esprimerebbe un voto contrario motivato con i motivi precauzionali per la saturazione di emissioni e impianti inquinanti. Un  buon sindaco imporrebbe il rispetto delle direttive europee in materia di informazione e partecipazione pubblica e della valutazione di impatto ambientale, obbligatoria per qualsiasi impianto insalubre o compreso nell'allegato A della direttiva Seveso, attuando un'altra direttiva europea. Un buon sindaco farebbe sospendere l'esame del progetto degli impianti inquinanti in attesa di un'indagine epidemioliogica. 

Nessun commento:

Posta un commento