giovedì 19 febbraio 2015
L'Ilva e Taranto. IL RACCONTO DELLA VEDOVA Emilio Riva, così innocente e così arrogante
SONO SEMPRE STATA convinta che se si fosse
utilizzato un po’ di buon senso, sia da parte della
magistratura sia da parte di Emilio, non saremmo
giunti a questo finale tragico”. È sorprendente
la conclusione del libro Emilio Riva, l’ultimo uomo
d’a cc i a i o, in uscita in questi giorni per la
Mondadori. L’autrice infatti è Giovanna du Lac
Capet, vedova dell’industriale siderurgico morto
lo scorso anno a 88 anni.
La difesa appassionata dell’uomo con cui ha diviso
42 anni di vita colpisce proprio per il distacco
critico con cui disegna la figura di un imprenditore
che non voleva e non sapeva comunicare,
a quanto pare neppure con i familiari stretti. E
che anche per una certa sua “a r ro ga n za ” non è
riuscito a difendere la sua reputazione di fronte
alle accuse - ritenute ingiuste - della procura di
Taranto. Illuminante il racconto inedito del retroscena
di un famoso episodio, l’aggressione del
capo delle relazioni esterne
dell’Ilva Girolamo Archinà
al giornalista di Taranto
che cercava di fare
domande sgradite a Riva
sulle morti per tumore
causate dall’acciaieria. La
scena, diffusa da un video
diventato celebre, è quella
che ha provocato l’imba -
razzante telefonata con
Archinà in cui Vendola si congratula ridendo con
il manager per l’impresa. La vedova racconta
che la sera stessa chiese a Riva perché non volle
rispondere al cronista. “Stai scherzando? Io volevo
rispondere. Ma in quel baccano nessuno mi
ha sentito. Quando Archinà è intervenuto, ho
anche tentato di urlare: datemi il microfono, voglio
rispondere”, le rispose il marito. il fatto quotidiano 19 febbraio 2015
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