lunedì 16 febbraio 2015

Latina la follia delle centrali a biogas. Per le grandi strutture determinante il ruolo delle amministrazioni comunali Monitoraggio regionale Per ora è vigente il piano energetico della Provincia

L NICOLA ZINGARETTI a proliferazione di centrali a biogas in provincia di Latina e soprattutto nel nord è dovuta a fattori diversi e non soltanto economici. L’amministrazio - ne provinciale già quattro anni fa si è munita di un piano energetico che ha velocizzato moltissimo le procedure di costruzione delle piccole centrali, quelle cioè pensate per aiutare le aziende zootecniche a smaltire la gran parte dei rifiuti organici. Ma le restanti strutture, quelle di grandi dimensioni sono soggette ad autorizzazioni con un progetto che include l’impatto ambientale e la compatibilità territoriale. Ed è su queste che si concentrano le attenzioni sia di alcune associazioni ambientaliste che di comitati civici. I più agguerriti si trovano tra Latina, Aprilia e Pontinia, esattamente il triangolo interessato dal maggior numero di progetti per la produzione di biogas. Per capire qual è la reale necessità di produzione di energia alternativa è necessario risalire al piano energetico regionale e alle competenze che la Regione Lazio conserva in materia ambientale. Per tale motivo è stato chiesto un controllo più ampio da parte della Regione Lazio che già dovrebbe monitorare la funzionalità degli impianti ed eventuali problemi di inquinamento attraverso i prelievi della sua agenzia per l’ambiente, l’Arpa appunto. Quel che non convince è proprio la concentrazione di centrali su una piccola fetta di territorio, il nord pontino, peraltro già gravato da servitù energetiche (vedi l’impianto della società Terna) e ambientali (la discarica con relativi impianti in costruzione). Va detto che non tutti gli impianti in costruzione sono inseriti nei piani urbanistici  IL QUOTIDIANO - Lunedì 16 Febbraio 2015 Latina 5

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