lunedì 2 febbraio 2015

Giornata mondiale zone umide, si celebra il futuro Oggi si festeggia loro ruolo per clima e biodiversità

(di Laura Giannoni)

Salvaguardare i laghi, le lagune e i corsi d'acqua per tutelare il futuro dal cambiamento climatico, dalla siccità, dalla perdita di biodiversità e dai pesticidi e i metalli pesanti che sempre più spesso immettiamo nella natura. È questo il messaggio dell'edizione 2015 della Giornata mondiale delle zone umide, che si celebra oggi con lo slogan 'Wetlands for our future' ('zone umide per il nostro futuro'), e con un concorso fotografico internazionale dedicato ai giovani.

Le zone umide contribuiscono a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Le sole torbiere, ad esempio, assorbono più del doppio del carbonio sequestrato da tutte le foreste mondiali. Inoltre sono fonte di acqua dolce, in cui vivono oltre centomila specie diverse di pesci, e la loro flora assorbe i fertilizzanti e i pesticidi dei campi, insieme alle tossine e ai metalli dell'industria, mentre nelle risaie si produce il riso che è alla base della dieta di tre miliardi di persone. Eppure, spiegano gli organizzatori, ''queste aree sono viste come terre sprecate: da drenare, riempire e destinare ad altri usi''. Dal 1900 ad oggi si è perso il 64% delle zone umide mondiali. La percentuale è più alta in Asia, ma anche l'Europa non se la cava bene: negli ultimi 50 anni ne sono scomparse circa i due terzi, e quelle che restano sono sotto pressione per l'inquinamento e il riscaldamento globale.

L'importanza di queste aree, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, è stata sancita il 2 febbraio 1971 con la Convenzione di Ramsar, in Iran, da un gruppo di Paesi, organizzazioni e istituzioni scientifiche. La Convenzione, oggi sottoscritta da 168 Paesi, è passata alla storia come primo vero trattato intergovernativo sulla conservazione e la gestione degli ecosistemi naturali. La Giornata mondiale, invece, è stata istituita nel 1997 e quest'anno punta a sensibilizzare l'opinione pubblica, e soprattutto i giovani, sul valore delle zone umide e sulla loro fragilità, quali ecosistemi più a rischio del Pianeta, con approfondimenti nelle scuole e un concorso fotografico dedicato ai giovani tra i 15 e i 24 anni, che fino al 2 marzo potranno partecipare con scatti realizzati in queste zone. Già ieri in Italia e nel mondo, dall'Asia all'Australia, sono state numerose le iniziative in paludi e torbiere, distese di acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata.

Nel Belpaese le zone umide sono 53. Alcune di queste, gestite dal Wwf e da Legambiente, sono state aperte per escursioni e birdwatching. Chiusa la stagione venatoria, è stata un'occasione per osservare anatre, folaghe, aironi, limicoli e altre specie che affollano durante l'inverno le zone umide nostrane, fulcro di importanti rotte migratorie tra Europa, Africa e Asia.
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