giovedì 29 gennaio 2015

Tirreno Power, relazione dell’Iss smonta la perizia della Procura: “Dati carenti”

Il report dell’Istituto Superiore di Sanità solleva perplessità sullo studio a disposizione dei pm: "Non è redatto in modo chiaro ed esauriente, sia nella descrizione dei materiali e metodi usati per giungere ai risultati, che nel commento degli stessi". Tra i 40 indagati nell'inchiesta figurano il governatore Claudio Burlando, l’assessore all’industria Renzo Guccinelli e la responsabile dell’ufficio ambiente Gabriella Minervino Una relazione dell’Istituto Superiore di Sanità, chiamata a valutare i risultati dell’indagine epidemiologica sulla salute umana dei 157.745 residenti nei 23 comuni della provincia di Savona, disarticola con critiche e rilievi pesanti la perizia ordinata dalla procura della Repubblica della città ligure nell’inchiesta sulla Centrale a carbone di Vado Ligure. Secondo la risultanze delle perizie acquisite dai pubblici ministeri (il procuratoreFrancantonio Granero il vice Chiara Maria Paolucci), la qualità dell’aria nella quale veniva disperso il biossido di zolfo prodotto dalla centrale, tra il 2005 e il 2007 aveva fatto registrare2.097 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari che i magistrati imputano appunto elle emissioni della centrale a carbone. Nello stesso periodo sono stati 586 secondo la procura i bambini ricoveri per patologie di natura respiratoria. La procura savonese indaga per disastro ambientale anche su 427 morti anomale, verificatesi fra il 200 e il 2007, ipotizzando un collegamento diretto fra i fattori inquinanti prodotti dalla centrale di Vado e i decessi. La relazione dell’Istituto Superiore di Sanità, firmata da Stefania Salmaso, direttrice del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute e da Loredana Musmeci, direttrice del Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, esprime apprezzamento per il lavoro svolto dai periti che, scrivono le relatrici, “è di sicura rilevanza in termini di sanità pubblica, in particolare per quanto attiene la prevenzione delle malattie in età pediatrica”. E tuttavia solleva anche perplessità e riserve. “Lo studio non è redatto in modo chiaro ed esauriente, sia nella descrizione dei materiali e metodi usati per giungere ai risultati, che nel commento degli stessi, il che non consente un giudizio conclusivo circa la qualità dei risultati”.
Scrivono Salmaso e Musmeci: “L’esposizione inalatoria della popolazione residente in un’area dipende dalla qualità dell’aria alla quale contribuiscono diverse fonti di pressione quali: emissioni atmosferiche dell’industria e delle attività produttive, emissioni di impianti civili (ad esempio riscaldamento), traffico veicolare, fenomeni naturali ecc. )… Sebbene sul territorio insistano diverse attività di rilevante impatto ambientale, quali ad esempio le installazioni portuali… la documentazione trasmessa non identifica le fonti di pressione ambientale presenti nell’area né stima i loro contributi alla qualità dell’aria, ma si limita a simulare la dispersione del biossido di zolfo emesso dalla Centrale termica a alimentata carbone, senza peraltro fornire elementi che consentano di valutare la modellistica di simulazione utilizzata”.
Poiché nell’aria sono disperse quantità rilevanti di sostanze inquinanti non prodotte dalla centrale e di origine e natura differenti, per ottenere risultati epidemiologici attendibili sarebbe stato necessario conoscere le via di esposizione considerate, le concentrazioni dei diversi inquinanti stimate, le patologie loro attribuibili ecc.”. Inoltre “mancano le informazioni sulladistribuzione spaziale delle stazioni di campionamento, sul periodo di bioaccumulo, sulle selezione dei contaminanti e sulla procedura utilizzata per definire il carico totale degli elementi in traccia considerati (Arsenico, Piombo, Selenio, Cadmio, Antimonio)… Sorprendente e ingiustificata appare la scelta di non prendere in considerazione il nickel, il tallio e il mercurio che per concentrazione alle emissioni e proprietà tossicologiche non sono certamente meno pericolosi di quelli considerati”.
Critiche anche sui numeri. “La stima del rischio è effettuata su due entità non omogenee… Non si comprende perché non siano stati accorpati i ricoveri di uno stesso soggetto avendo a disposizione tutte le informazioni individuali. Il numero dei ricoveri identificati è pari a 34.569 per gli adulti e il numero dei controlli, che dovrebbero essere il doppio, è invece di 44.227“. Discutibile anche, secondo l’Iss, la diversa composizione di età e genere nelle diverse aree “il confronto… può essere distorto perché ad esempio una popolazione anziana avrà un maggior numero di ricoveri e quindi di casi”.
L’ultimo capitolo inizia con una severa reprimenda: “L’analisi sui decessi presenta carenze informative analoghe a quella dei ricoveri”. Infine la stoccata: “Dall’ampia bibliografia – scrivono le dottoresse Salmaso e Musmeci – non si evince se l’approccio proposto dagli Autori sia stato in precedenza validato dalla comunità scientifica attraverso pubblicazioni su riviste. Questo punto è cruciale in quanto l’accreditamento di una procedura è sinonimo di non autoreferenzialità”.
Tra i 40 indagati dalla procura di Savona figurano anche il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e l’assessore regionale all’industria Renzo Guccinelli, e la responsabile dell’ufficio ambiente, Gabriella Minervino. A loro carico si ipotizzano anche irregolarità nella concessione delle autorizzazioni amministrative all’esercizio della centrale che è sotto sequestro dal 13 marzo 2014 per violazioni dell’Aia (l’Autorizzazione integrata ambientale). http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/28/tirreno-power-relazione-delliss-smonta-perizia-procura-informazioni-carenti/1379265/

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