mercoledì 21 gennaio 2015

Latina rifiuti Caso Indeco e Green Holding in Cassazione La Procura impugna i verdetti del Tribunale del Riesame sulle misure cautelari

La società che gestisce uno degli invasi a Borgo Montello accusata di reati gr av i s s i m i
DETTAGLI
I FONDI DESTINATI
AL POST MORTEM
NON RISULTAVANO
ACCANTONATI
E I COMUNI
HANNO PAGATO DI PIÙ

La Procura di Latina
ricorre in Cassazione
avverso il verdetto
del Tribunale del Riesame
sui provvedimenti cautelari
ordinati per la società Indeco.
Su questa società le
inchieste sono due, una per
il mancato accantonameno
dei fondi post mortem necessari
alla bonifica e obbligatori
ex lege, la seconda
inerente la truffa in danno
dei Comuni che secondo la
Procura di Latina hanno pagato
più del dovuto per il
conferimento presso la discarica
di Indeco, la srl
appartenente alla galassia
del gruppo Grossi che gestisce,
appunto, uno degli
invasi di via Monfalcone. Il
Tribunale del Riesame lo
scorso dicembre aveva accolto
i rilievi della difesa
degli indagati per il mancato
accantonameno dei fondi
per il post mortem della
discarica e scarcerato i sette
indagati principali, tra cui il
manager per Latina Ernesto
D’Aprano e gli stessi membri
della famiglia Grossi
che controlla la holding.
Per quanto riguarda, invece
la truffa, secondo l’accusa i
vertici di Green Holding
erano riusciti a imporre alla
Regione Lazio un prezzo
maggiore del dovuto per il
conferimento dei rifiuti a
Borgo Montello, il che aveva
fatto lievitare i costi del
noleggio dei mezzi che venivano
acquisiti da una società
dello stesso gruppo
principale Green Holding,
la Alfa Alfa. Gli elementi di
fondo dell’inchiesta vengono
ribaditi dalla pubblica
accusa, rappresentata dal
sostituto procuratore Luigia
Spinelli, che ha proposto
ricorso in Cassazione
avverso la decisione del
Riesame. La società e i suoi
vertici hanno sempre negato
ogni addebito ma va detto
che alla base dell’indagi -
ne ci sono una serie di
riscontri documentali e intercettazioni
telefoniche
che, per esempio, provano
che l’emergenza di cui
spesso nell’ultimo anno ha
parlato Indeco in realtà era
inesistente e serviva per ottenere
una nuova autorizzazione
che, infatti, è puntualmente
arrivata a settembre
scorso formata dalla Regione
Lazio. Alla domanda
originaria per l’autorizza -
z i o n e a l p r o s i eg u o
dell’esercizio in discarica
l’amministrazione della società
non ha ancora allegato
le polizze fidejussorie necessarie
a coprire eventuali
rischi legati alla gestione
autorizzata. E tra le giustificazioni
addotte da Indeco
per il ritardo nella consegna
delle assicurazioni c’e ra
anche l’inchiesta della Procura
di Latina. Al Riesame
sono state «intaccate» le
misure cautelari personali e
reali ma ci sono in realtà
ancora molti nodi sparsi tra
gli atti e le azioni messe in
campo negli ultimi anni
dalla Indeco srl, la quale,
comunque, nelle ultime settimane
ha anche accettato
di partecipare alla bonifica
dei siti di Montello, ipotesi
che aveva sempre respinto
addossando la responsabilità
dei danni ambientali e i
costi degli interventi di
messa in sicurezza dei vecchi
invasi alla concorrente
Ecoambiente. Di fatto, allo
stato, le condizioni in cui
versa la discarica non sono
per niente rassicuranti e
permangono tracce gravi di
inquinamento delle falde
nonostante le azioni di bonifica
già poste in essere.
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IL QUOTIDIANO - Martedì 20 Gennaio 2015

Latina 9

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