martedì 6 gennaio 2015

Latina, energia, consumo del suolo e inquinamento dov'è finito il regolamento promesso un anno fa dal Sindaco Di Giorgi?

Nell’aprile scorso, durante un incontro con la cittadinanza, il Sindaco Di Giorgi e gli assessori Fabrizio Cirilli e Angelo Tripodi hanno pubblicamente “promesso” un regolamento comunale, per definire nel dettaglio la disciplina del rilascio dipermessi ed autorizzazioni per questo genere di impianti. Regolamento che sarebbe dovuto essere approvato prima dell’estate ma che ad oggi non è stato nemmeno preso in considerazione. 
Eppure il comune di Latina oltre a non controllare il territorio, in assenza di apposito regolamento, sta rinunciando anche a centinaia di migliaia di euro l'anno che potrebbe incassare facendo pagare la tassa di esame progetto delle numerose c entrali a biogas e biomasse, gli oneri di urbanizzazione a causa delle opere di manutenzione per l'uso di strade, e anche una tassa annuale (Imu, TASI, TARI, addizionale comunale Irpef) che potrebbe ricavare dai guadagni della produzione energetica.

  • La produzione di energia elettrica e lo smaltimento di rifiuti impianti senza controllo
    la normativa nazionale e quella regionale del Lazio ancora più permissiva in materia di rifiuti ed energia, la storica incapacità di programmazione, tutela e coordinamento territoriale hanno permesso molti degli scempi contro i quali è difficile intervenire.
    Diverse procure in Italia, la stessa direzione nazionale antimafia hanno spesso evidenziato il pericolo che pratiche nobili quali il compostaggio, il riciclo dei rifiuti, la produzione di energia elettrica diventino, oltre che sfuggire al controllo degli enti locali, il modo di smaltire in modo illecito rifiuti, spesso speciali, tossici e nocivi.
    In provincia di Latina prima con i campi fotovoltaici e adesso con le centrali a biogas e a biomasse si è assistito alla totale trasformazione del territorio e del paesaggio agricolo con il consumo del territorio, rinunciando o andando in contrasto con l'agricoltura di qualità.
    In Italia c'è una capacità produttiva energetica, secondo il GSE, pari a e o 3 volte i consumi energetici di punta o medi, quindi non c'è bisogno di ulteriore energia.
    Il territorio comunale ha già pagato in termini pesanti di salute la produzione energetica.
    Secondo Greenpeace la produzione energetica con centrali alimentati a carbone, costa in Italia 1 morto al giorno, le emissioni cancerogene delle centrali a biomasse e a biogas sono 10 volte superiori a quelle a carbone.
    Non è questa la strada da seguire.
    La produzione energetica in provincia di Latina con i campi fotovoltaici, con le 2 centrali a turbogas attive, con tutte le centralia biomasse e a biogas approvate, quelle in corso di approvazione della centrale a biomasse da 20 MW di Pontinia è chiaramente superiore al consumo.
    Allo stesso modo coprendo il 10% dell'area comunale destinata all'edificazione avremo l'autosufficienza energetica per negozi, appartamenti ed uffici.
    Gli studi delle varie università e dei vari enti pubblici (per esempio Enea) propedeutici ai piani energetici provinciali e regionali indicano che la disponibilità, in provincia di Latina, di biomasse (per alimentare centrali a biogas e biomasse) è già insufficiente rispetto alle centrali elettriche installate o in corso di approvazione.
    Normativa in materia di rifiuti
  • Modifiche alla legge regionale 9 luglio 1998, n. 27 (Disciplina regionale della gestione dei rifiuti) e successive modifiche (B.U.R. Lazio n. 34 del 9 dicembre 2006)
Legislazione europea in vigore:
  • Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, che abroga le direttive 75/439/CEE, 91/689/CEE e 2006/12/CE.
    La presente direttiva stabilisce un quadro giuridico per il trattamento dei rifiuti all'interno della Comunità. Essa mira a proteggere l’ambiente e la salute umana attraverso la prevenzione degli effetti nefasti della produzione e della gestione dei rifiuti. E' entrata in vigore il 12 dicembre 2008 e deve essere recepita entro il 12 dicembre 2010.
Legislazione nazionale in vigore:
  • Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152: La gestione dei rifiuti è disciplinata dalla Parte Quarta del presente decreto e successive modifiche. Il recepimento della direttiva 2008/98/CE è previsto grazie all'emanazione di un terzo decreto correttivo per tale decreto entro la fine del 2010.
    normativa in materia di centrali a biogas e biomasse
  • In base al D.Lgs. n.387/2003, è necessaria l’Autorizzazione Unica per gli impianti a biomasse per la produzione di energia elettrica di potenza superiore a 200 kW, mentre per gli impianti alimentati da gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas, la soglia è di 250 kW. Al di sotto di tali soglie il regime autorizzativo previsto dal D.Lgs. n.28/2011 e s.m.i. è quello della Procedura Abilitativa Semplificata (PAS), a meno che gli impianti non ricadano nelle fattispecie di quelli realizzati in edifici esistenti o operanti in cogenerazione, per i quali valgono altri riferimenti normativi.
Gli impianti alimentati a biomasse o biogas realizzati in edifici esistenti sono soggetti al regime della Comunicazione, se compatibili con il regime di Scambio sul Posto, e a condizione che non alterino i volumi, le superfici, le destinazioni d'uso, il numero delle unità immobiliari, non implichino incremento dei parametri urbanistici e non riguardino le parti strutturali dell'edificio (DPR n.380/2001, art. 123 e art. 3).
Con riguardo agli impianti di cogenerazione, il comma 20 dell’articolo 27 dellaL.n.99/2009 e s.m.i prevede il regime della Comunicazione per quelli con potenza fino a 50 kWe (micro cogenerazione) e il regime dalla PAS per impianti operanti in assetto cogenerativo fino a 1000 kWe o 3000 kWt (piccola cogenerazione).
 Regimi autorizzativi previsti dalle norme nazionali per gli impianti alimentati a biomasse e biogas.
Comunicazione
PAS
Autorizzazione Unica
Impianti in regime di Scambio sul Posto realizzati in edifici esistenti46
Impianti di cogenerazione < 50 kW
- Impianti a biomasse < 200 kW
- Impianti a biogas < 250 kW
- Impianti di cogenerazione 50 kWe -1 MWe (o 3000 kWt)
- Impianti a biomasse > 200 kW
- Impianti a biogas > 250 kW
- Impianti di cogenerazione > 1 Mwe (o 3000 kWt)
 Sotto il profilo della disciplina nazionale della Valutazione di Impatto Ambientale, gli impianti di generazione elettrica alimentati a biomasse o biogas ricadono:
- tra quelli per i quali è prevista la procedura di verifica di assoggettabilità ambientale (punto a, industria energetica ed estrattiva dell’ allegato IV del D.Lgs. n.152/2006 e s.m.i) in quanto “impianti termici per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda con potenza termica complessiva superiore a 50 MW”;
- tra quelli per i quali è prevista la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale come (punto a) dell’ allegato III del D.Lgs. n.152/2006 e s.m.i) come “impianti termici per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda con potenza termica complessiva superiore a 150 MW”.
verifica di assoggettabilità ambientale
Valutazione di Impatto Ambientale
Impianti > 50 MW
Impianti > 150 MW 
  • Normativa regionale del Lazio

Autorità competente Provincia
Soglie e tipologie
di impianti soggetti a AU
> 1 MW
Soglie e tipologie
di impianti
soggetti a PAS
50 kW - 1MW
Soglie e tipologie di impiantisoggetti a Comunicazione
0-50 kW
0-200 kW (*)
il parere Regione Lazio, Direzione Regionale Territorio ed Urbanistica, Mobilità e Rifiuti Area Legislativa e Conferenze di Servizi di prot. n. 219184 del 27/05/2014, con il quale è chiarito giuridicamente che "la realizzazione di tali impianti non concerne in alcun modo l'attività agricola ma è finalizzata alla produzione di energia elettrica, di cui si riportano in stralcio i contenuti salienti di seguito".

Detto parere recita : "La differenza sostanziale di tali impianti con gli annessi agricoli è dimostrata dalla disciplina contenuta nell'art. 12 del D. Lgs. 387/2003, il quale provvede che le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili nonchè le opere connesse alle infrastrutture indispensabili alla costruzione ed all'esercizio degli stessi impianti sono di pubblica utilità ed indifferibilità ed urgenti - comma1 - possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici- comma 7- e vi è l'obbligo alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi a carico del soggetto esercente a seguito della dismissione dell'impianto. Emerge chiaramente come anche sotto il profilo della disciplina, tali impianti non hanno punti di contatto con gli annessi agricoli i quali non sono opere di pubblica utilità indifferibili ed urgenti devono, non possono, essere utilizzati esclusivamente nelle zone agricole ed infine sono manufatti permanenti. Dunque non soggetti ad alcuno smantellamento a fine esercizio con ripristino dello stato dei luoghi. Inoltre, ritenendo necessaria la predisposizione di un PUA ai sensi della L.R. 38/99 si produrrebbe illogico effetto che solo gli imprenditori agricoli come definito dall'art. 2135 del C.C. potrebbero realizzare gli impianti in questione...in tal modo il soggetto produttore di energia elettrica da fonte rinnovabile per realizzare gli impianti dovrebbe necessariamente possedere la qualifica di imprenditore agricolo il che sarebbe illogico in quanto privo di un reale ed effettiva connessione con il tipo di attività svolta".
la Direttiva 2011/92/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 dicembre 2011 concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati;
 l’ Art. 6. Procedura abilitativa semplificata e comunicazione per gli impianti alimentati da energia rinnovabile  Decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28. Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE(G.U. n. 71 del 28 marzo 2011) 

- gli impianti a biogas hanno effetti dannosi sulle colture:
kiwi, Cipolla ● Fagiolo ● VITE ● Tabacco ● Pomodoro ● Frumento ● Trifoglio
- nelle Line guida (D.M. 10 settembre 2010 “autorizzazioni impianti a fonti rinnovabili”)Nell’autorizzare progetti localizzati in zone agricole caratterizzate da produzioni agro-alimentari di qualità
(produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G., produzioni tradizionali) e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico culturale deve essere verificato che l’insediamento e l’esercizio dell’impianto non comprometta o interferisca negativamente con le finalità perseguite dalle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale.
- per l'uso di Ammendanti D. lgl 2010, n. 75 “Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti
● Iscrizione obbligatoria dei produttori al “registro dei produttori di fertilizzanti”;
● Trasmissione etichette prodotto;
● Certificati di analisi eseguiti da laboratori indicati di cui all'art. 1 del
● Tracciabilità (anche il prodotto sfuso deveessere accompagnato da dati di identificazione
nei documenti di accompagnamento)
- che il Digestato da rifiuti = rifiuto
● Il digestato è quindi considerato un rifiuto dell’operazione di recupero dell'energia, e va in
discarica o può essere avviato a successive operazioni di recupero di materia (compostaggio) o a ulteriore recupero di energia (combustione) previa essiccazione;
● Il compostato diventa “Ammendante compostato misto” che può essere utilizzato
come fertilizzante se rispetta i parametri di legge di composizione e contaminazione

Le centrali a biogas approvate dalla provincia di Latina dal 2010 al 2014
Come affermava circa 1 anno in una riunione pubblica, l’allora assessore provinciale all’ambiente: “siamo preoccupati per la libera informazione contraria alle centrali a biogas perché in provincia di Latina ne dobbiamo costruire parecchie”, la provincia di Latina dopo il forte impulso al consumo del territorio con il fotovoltaico sta continuando con il biogas, ecco le centrali che risultano approvate nell’albo pretorio:Cisterna 1 della potenza di 0,93 MWp, Latina 1 impianto 0,999 MWp, Pontinia 3 impianti da 1,597 MWp per un totale di 3,526 MWp pari allo 0,2% del fabbisogno provinciale.
Le centrali a biomasse approvate dalla provincia di Latina dal 2010 al 2014
Aprilia 1 impianto da 0,999 MWp, Cisterna 2 impianti da 1,998 MWp, Fondi 1 impianto da 0,995 MWp, Pontinia 1 impianto da 0,96 MWp, Sabaudia 2 impianti da 1,998 MWp, Sezze 1 impianto da 0,98 MWp, per un totale di 7,93 MWp pari allo 0,4% del fabbisogno provinciale.
(riepilogo interventi Aprilia biomasse vegetali 999 kw società cooperativa Agricola centro Lazio
Cisterna società Centro Rottami biomasse vegetali 993 kw - società agricola Mascetti a biomasse da 999 kw + Alea lazio 999 kw
Fondi biomasse da oli vegetali 995 kw
Pontinia biomasse vegetali 999 kw Naturalia + biomasse vegetali 299 kw Agriwatt + biomasse Latina Sole da 960 kw 
Sabaudia Borgo san Donato a biomasse ad oli vegetali 999 kw Fides - società cooperativa centro Lazio 999 a biomasse vegetali Sant'Isidoro
Sezze società ST Import 980 kw )

La centrale a biomasse approvata dal consiglio dei ministri nel comune di Pontinia della potenza di 20 MWp
Non sono stati sufficienti i pareri contrari del consorzio per lo sviluppo industriale dell’Area Roma Latina, della regione Lazio, della provincia di Latina, del comune di Pontinia il consiglio dei ministri ha dato il via libera a questo impianto simile a quello sequestrato di Bando d’Argenta perché al posto delle biomasse bruciavano rifiuti speciali e per aver taroccato i sistemi di controllo. Patteggiamenti e condanne definitive. Il progettista dichiara che a loro non conviene mantenere funzionante un impianto che senza incentivi pubblici è in perdita (come tutti gli inceneritori) e nemmeno prendere biomasse locali. A loro conviene prenderle con le navi dal Sud America.

Altre centrali a biomasse / biogas esistenti o di progetto
Nel caso si presenti la richiesta di autorizzazione unica ambientale o la richiesta di VIA i cittadini, le associazioni, i comitati hanno possibilità di essere informati ed eventualmente di intervenire nel procedimento e nelle conferenze unificate.
Per quasi tutti gli impianti al di sotto di 1 MW con la procedura ambientale semplificata (PAS) una sorta di DIA denuncia di inizio attività, le società proponenti potrebbero iniziare a costruire la centrale dopo 30 giorni dalla comunicazione.
Famosi i casi delle 2 centrali nel comune di Maenza una delle quali ha presentato comunicazione di inizio lavori e dovrebbe iniziare le attività di produzione del biogas nella seconda metà di luglio.
Numerosi i progetti di cui si parla in questo periodo:
  • 2 nel comune di Sabaudia (zona Borgo San Donato, via Portosello e via Colle d’Alba);
  • 1 nel comune di Sezze (vicino Borgo Faiti);
  • 2 nel comune di Pontinia;
  • Una decina nel comune di Latina tra le quali i casi più noti de La Chiesuola (2 centrali), una in via Congiunte, una in via Litoranea a Borgo Sabotino e 1 in località Latina Scalo;
  • Una decina anche nel comune di Sermoneta: Gia srl 300 kw, Frank Energy 900 kw; Mea 2 1 MW; Tercam 4 centrali da 1 MW, Power Oil system; LG costruzioni da 1 MW; Sermoneta Agroenergetica.
  • Legambiente nazionale dichiara “Saremo i primi a chiedere conto dei problemi rinvenuti e a seguire la vicenda presso l'Arpa e eventualmente a ricorrere alla procura della Repubblica. Ribadiamo che legambiente non ha nulla a che fare con la gestione dell'impianto, nè direttamente nè indirettamente. Come riportato dall'articolo, siamo soci di Azzeroco2 che a sua volta è socia, per il 10%, della società Esco Lazio che gestisce l'impianto che fino ad oggi è sempre risultato progettato e gestito in modo esemplare. Chiarire la situazione dell'impianto in questione, come di ogni impianto a biogas, e garantire una gestione nel pieno rispetto della legge è per noi fondamentale. Rimaniamo infatti convinti che gli impianti abiogas ben progettati e gestiti siano una opportunità per i territori e per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti”.
Le domande che sorgono spontanee:
- da dove escono le biomasse e i liquami per alimentare tutte queste centrali, posto che il piano energetico provinciale non le indicava?
- facendo una ricerca commerciale sul web si trova la disponibilità nel centro Italia (Lazio - Umbria - Abruzzo) per alimentare una centrale inferiore ai 20 MW, da dove si pensa di alimentare tali centrali tanto fameliche?
- non è che l'obiettivo (almeno di qualche centrale o imprenditore sicuramente ancora non realizzate) è quello di alimentarle con i rifiuti che non potranno andare nei tmb e nelle discariche?

la centrale a biogas modello di Borgo Bainsizza partecipata da EscoLazio e Legambiente 

Dei I prelievi degli scarichi delle acque reflue in data 6/2/2012 non rispettano i parametri COD, BOD, solidi sospesi totali e azoto ammoniacale, è seguito il verbale di accertamento di violazione del 12/3/2012 ai sensi del comma 1 dell’art. 133 del D.Lgs. 152/2006.
Le emissioni in atmosfera sui campioni del 14/08/12 evidenziano il superamento del parametro COT carbonio organico totale rispetto alle prescrizioni nell’autorizzazione.
In data 22/10/2013 i campionamenti delle acque reflue di scarico non rispettano i parametri di BOD, COD e azoto ammoniacale.
In data 21 novembre 2013 viene inviato il verbale per accertamento di violazione, proponendo la sanzione disposta dal comma 1 dell’art. 135 del D. Lgs. 152/2006.
In data 17/12/2013 l’ArpaLazio comunica che invierà alla Procura di Latina gli atti relativi alle inosservanze delle prescrizioni di cui all’autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Latina, in seguito alla visita di sopralluogo del 29/11/2013. Durante il sopralluogo non è stato possibile procedere al campionamento per l’impossibilità di accedere al punto di campionamento, in quanto il mezzo di sollevamento che la ditta esercente l’impianto doveva mettere a disposizione per i campionamenti, era in fase di manutenzione. I tecnici che effettuano il sopralluogo rilevano la necessità di migliorare la gestione delle acque meteoriche ricadenti sul suolo non impermeabilizzato, per evitare il ristagno e i problemi di emissioni odorigene moleste. della centrale a biogas di Borgo Bainsizza se ne era parlato il 20 gennaio nella partecipata riunione sempre a Borgo Bainsizzadell'osservatorio regionale per la legalità, alla presenza delle consigliere regionali di maggioranza Rosa Giancola e Cristiana Avenali, il consigliere regionale di opposizione Gaia Pernarella del M5S ha informato l'assemblea su uno dei temi critici della provincia di Latina. La centrale a biogas"gioiello" tanto decantata di Borgo Bainsizza partecipata da AzzeroCO2 e quindi da Legambiente, oltre ai vari problemi segnalati precedentemente che hanno portato anche a diffide, sarebbe fuori norma nelle emissioni secondo i dati dell'ArpaLazio. Tanto per la cronaca erano presenti oltre alla Avenali (eletta nella maggioranza di Zingaretti alla Pisana quale espressione di Legambiente Lazio) anche il presidente regionale di Legambiente Lorenzo Parlati, nonchè i rappresentanti di Latina e Alessandro Loreti di legambiente Latina che forse non avevano il tempo di avvisare il nazionale di Legambiente? Basterà questo a fermare l'ennesima centrale a biogas partecipata da Azzero CO2 e legambiente a Latina Scalo?

PER L'ARPA LAZIO L'IMPIANTO DI BORGO BAINSIZZA CHE PRODUCE METANO "VERDE" HA VIOLATO LE NORME SULLE EMISSIONI: GIÀ PARTITA UNA SEGNALAZIONE IN PROCURA. NELLA PROPRIETÀ ANCHE LA SOCIETÀ DI FATTO CONTROLLATA DA LEGAMBIENTE. IL VICEPRESIDENTE ZANCHINI: "SE C'È INQUINAMENTO È BENE PRENDERE PROVVEDIMENTI"

di  | 28 giugno 2014  Sembra aver poco di green la centrale biogas di Borgo Bainsizza, a pochi chilometri da Latina. Per l’Arpa Lazio quell’impianto che produce metano “verde” dal mais inquina, rilasciando nell’aria ossido di azoto oltre i limiti di legge. E non è unacentrale qualsiasi: dietro la proprietà – laAgripower – c’è una quota significativa di AzzeroCO2, la srl di fatto controllata da Legambienteche si occupa di energia e green economy. Una storia paradossale che ilfattoquotidiano.it è in grado di ricostruire partendo dai documenti ufficiali dell’agenzia per l’ambiente della Regione Lazio.
Il biogas di Legambiente
Il metano prodotto da biomasse a Borgo Bainsizza è considerato il fiore all’occhiellodell’associazione ambientalista. All’inaugurazione dell’impiantonel 2011 partecipò il gotha di Legambiente. C’era Mario Tozzi, a moderare il dibattito, e l’ex senatore Francesco Ferrante; a tagliare la torta inaugurale era arrivata da Roma Cristiana Avenali, oggi consigliere regionale del Lazio, eletta nel listino Zingaretti e all’epoca ai vertici dell’associazione; per AzzeroCO2 si era presentato l’amministratore delegato Mario Gamberale. Un investimento strategico, per dimostrare che la tecnologia del biogas è la soluzione più ecologica che c’è.
La doccia fredda è arrivata lo scorso aprile. L’Arpa Lazio si è presentata per una verifica negli impianti di Latina, misurando le emissioni in atmosfera. Il rapporto – datato 19 giugno – mostra una situazione preoccupante: “Dal Rapporto di Prova del 22 aprile 2014 si riscontra il superamento del parametro “NO2” rispetto a quanto autorizzato dalla Provincia di Latina”. Una violazione di una certa gravità, tanto che l’agenzia regionale per l’ambiente ha deciso di trasmettere la segnalazione alla Procura della Repubblica di Latina, per valutare l’ipotesi di violazione della legge 152 del 2006. Lo stesso rapporto è stato inviato alla Provincia di Latina, per “eventuali emanazioni di provvedimenti di competenza”. “Non conosco quel rapporto, perché non ci occupiamo direttamente della gestione – commenta a ilfattoquotidiano.it Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente nazionale e membro del Cda di AzzeroCO2 – ed è evidente che se inquina fa bene Arpa Lazio a prendere provvedimenti”.
La catena societaria
Il partner industriale di Legambiente che detiene la maggioranza delle quote dell’impianto è il gruppo Esco Lazio. AzzeroCO2 possiede il 10% delle quote di questa società (4mila euro su 40mila euro di capitale sociale). A sua volta la Esco Lazio controlla – attraverso la Esco Biogas srl – la Agripower, proprietaria dell’impianto di Borgo BainsizzaLa partnership industriale che gestisce la centrale inquinante è particolarmente attiva in provincia di Latina, dove si stanno concentrando negli ultimi anni diversi impianti di gestione di rifiuti. Oltre alla Agripower la Esco Lazio controlla laRecall Latina (società che riporta lo stesso nome della campagna di Legambiente e AzzeroCO2 di promozione del biogas), società che ha recentemente presentato un nuovo progetto di impianto da realizzare a pochi chilometri dal comune di Sermoneta. Qui – secondo la sintesi disponibile nella sezione di Valutazione impatto ambientale della Regione Lazio – la produzione del metano avverrà utilizzando la Forsu, ovvero la parte umida della differenziata. Non solo. I tecnici dichiarano che nel nuovo impianto verranno conferiti anche altri rifiuti, senza però specificare quali.
La Recall Latina fino allo scorso maggio aveva tra i soci un importante operatore nel campo dei rifiuti della zona, legato alla famiglia Traversa. Era sicuramente una presenza imbarazzante per Legambiente, visto che il capostipite Giuseppe era stato processato alla fine degli anni Novanta per truffa nella gestione della monnezza laziale, insieme all’esponente del clan dei casalesiGaetano Cerci, braccio destro di Cipriano Chianese. Qualche mese dopo un’inchiesta del settimanale l’Espresso il gruppo Traversa è uscito dalla società Recall Latina. Secondo il sito di Esco Lazio ancora oggi esisterebbe una partnership con la Cosmari della famiglia Traversa per larimozione dell’amianto dai tetti dei capannoni industriali.  Per i responsabili di AzzeroCO2 le scelte fatte a Latina dovranno essere riviste: “Legambiente ha deciso di ripensare la sua partecipazione diretta in Esco Lazio – spiega Edoardo Zanchini – privilegiando in futuro la pura progettazione”. Un passo indietro rispetto alla politica di intervento diretto nel settore avuta fino ad oggi.
L’arrivo dei fiduciari
Il piccolo impero del biogas di Latina partecipato da Legambiente ha però ancora oggi dei lati oscuri. Lo scorso aprile – presso lo stesso indirizzo delle altre società – è stata costituita la Bio2gas srl, partecipata per il 16,39% da Esco Biogas (dove Legambiente/AzzeroCO2 controlla il 10% delle quote, attraverso la Esco Lazio). Chi sono gli altri soci? Impossibile saperlo. L’83,77% delle azioni sono in mano ad una fiduciaria di Milano, la Arepo e, dunque, i nomi dei reali beneficiari non sono pubblici. La nuova sigla possiede un capitale sociale consistente, pari a 1 milione di euro e – per statuto – si occuperà di “progettazione, amministrazione, costruzione, gestione, vendita e acquisto di impianti di smaltimento rifiuti”, attraverso la “costituzione di società veicolo”. Attività che vede la partecipazione dell’associazione ecologista nel ruolo d’impresa. A sua insaputa: “Non ne so nulla – assicura il vice presidente di Legambiente – non conosco queste scelte di Esco Lazio e quindi non posso dirle nulla su questa vicenda”. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/28/latina-centrale-a-biogas-oltre-i-limiti-per-emissioni-tra-i-soci-srl-azzeroco2/1043245/

Nessun commento:

Posta un commento