venerdì 23 gennaio 2015

i motivi del ricorso del comune di Latina contro Aia Indeco discarica Borgo Montello

Il comune di Latina ha presentato a novembre, come richiesto dai cittadini, il ricorso contro l'AIA rilasciato dalla Regione Lazio alla societàIndeco.
E' stato chiesto l'annullamento previa sospensione degli effetti della determinazione della direzione Territorio, urbanistica, mobilità e rifiuti n. G12734 del 9.9.2014 pubblicata sul BURL n. 75 del 9.9.2014 avente per oggetto “Ind.Eco srl rinnovo autorizzazione integrata ambientale (AIA) rilasciata con decreto commissariale n. 34/2007 per il complesso impiantistico delle discarica in via Monfalcone, in località Borgo Montello nel comune di Latina.
Secondo il ricorso del comune di Latina l'area risulta interessata da un fenomeno di inquinamento il cui accertamento risale ai rapporti di prova delle analisi effettuate dall'Arpa Lazio sui campioni prelevati in discarica il 3 marzo 2005 dai pozzi spia posti nel bacino condotto dalla Ind.Eco da cui è emerso il superamento dei valori tabellari di inquinamento delle acque sotterranee, manganese, ferro, ione nitrito, ione ferro e ione arsenico. L'inquinamento delle falde soggiacenti la discarica è stato evidenziato dal monitoraggio delle falde nel periodo 2005 – 2008. Il 23 aprile 2014 la Polizia Provinciale (in seguito alle ripetute richieste, segnalazioni e proteste dei cittadini ma questo il comune lo omette ndr) ha riscontrato il mancato avvio delle attività di bonifica e di messa in sicurezza operativa da parte della Ecoambiente. Con una nota successiva la società ha comunicato l'inizio degli interventi con modalità difformi dal progetto approvato, con l'intenzione di attuare solo una parte dello stesso progetto di bonifica approvato. I documenti comprovanti tali situazioni sono noti alla regione Lazio in quanto presenti negli atti della conferenza di servizi. Pertanto, secondo il comune di Latina, la determinazione di rinnovo dell'AIA appare illegittima secondo vari profili. Tra questi:
I motivo del ricorso:
  • la violazione dell'art. 29 “disposizioni transitorie del D. Lgs. 46/2014;
  • la conclusione del procedimento oltre il termine ultimo stabilito dal provvedimento legislativo;
  • valutazione dell'istanza di rinnovo dell'AIA effettuata sulla scorta di disciplina inconferente;
  • mancato adeguamento alle disposizioni di cui al D.Lgs. 46/2014.
Infatti secondo l'art. 29 del D.Lgs. 46/2014 1. Per installazioni esistenti che svolgono attivita' gia' ricomprese all'Allegato I al decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, gli eventuali procedimenti di rilascio, rinnovo, riesame o modifica dell'autorizzazione integrata ambientale in corso alla data del 7 gennaio 2013 sono conclusi con riferimento alla normativa vigente all'atto della presentazione dell'istanza entro e non oltre settantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto . Resta salva la facolta' per i gestori di presentare per tempo istanza di adeguamento di tali procedimenti alla disciplina di cui al presente titolo.

Secondo il comune di Latina la regione Lazio ha ritenuto di poter assoggettare il rinnovo secondo la disciplina del D.Lgs. 59/2005 considerando concluso il procedimento il 25.6.2014 quando a quella data alcun provvedimento risulta di contro intervenuto. Difatti il rinnovo dell'AIA arriverà solo 9.9.2014 (tre mesi dopo il 25.6.2014) e quindi 75 giorni dopo l'entrata in vigore del D.Lgs. 46/2014.
L'atto sarebbe illegittimo anche secondo la giurisprudenza:
  • sentenza consiglio di Stato n. 5254 del 31.10.2013;
  • sentenza consiglio di Stato n. 1718 del 10.4.2014;
  • sentenza consiglio di Stato n. 71 del 13.1.2014.
Secondo il comune di Latina il progetto della società Indeco non è stato adeguato al D. Lgs. 46/2014 e contro la Direttiva del 24.11.2010 n. 2010/75/UE relativa alle emissioni (industriali prevenzione e riduzione integrale dell'inquinamento) e al rilascio dell'AIA.
Sempre secondo il ricorso del comune di Latina l'attuale normativa (nazionale e comunitaria) impone il più elevato ed evoluto livello di protezione, del sito di Borgo Montello, in ragione della conclamata contaminazione.
II motivo del ricorsoIl comune di Latina rileva inoltre l'omessa valutazione delle risultanze documentali acquisite nel corso del procedimento, con particolare riferimento alle condizioni del sito della discarica di Borgo Montello. Mancata considerazione e travisamento dei pareri delle amministrazioni locali e dell'Arpa durante la conferenza dei servizi. Violazione degli articoli 178, 242 e 29 sexies del D.Lgs. 15272006 con il rilascio dell'AIA nonostante l'accertato mancato inizio delle previste attività di bonifica del sito di Borgo Montello in difformità al progetto approvato.
Violazione dell'obbligo di garantire la tutela della salute pubblica e dell'ambiente.
Infatti fin dal 20.3.2012 (inizio dei lavori della conferenza dei servizi per il rinnovo dell'AIA) sia il comune che la provincia diLatinachiedevano venissero analizzate congiuntamente le richieste di Indeco ed Ecoambiente insieme alle operazioni di bonifica. Anche l'Arpa Lazio confermava tale esigenza il 21.5.2012 per evidenziare le criticità del sito e le ulteriori prescrizioni tecniche di monitoraggio e bonifica. Il 2.8.2012 il comune e la provincia di Latina hanno evidenziato che l'interruzione delle opere di bonifica avrebbe comportato la sospensione delle coltivazioni dei bacini delle discariche di Borgo Montello, venendo meno alla sicurezza operativa richiesta. Anche l'Arpa Lazio nella stessa riunione della conferenza dei servizi ribadiva che qualunque attività di conduzione della discarica richiede la prosecuzione delle operazioni di bonifica.
Nella conferenza dell'11/2/2013 il comune e la provincia di Latina hanno espresso parere favorevole a condizione che venga presentato un nuovo progetto di bonifica che contenga la rimodulazione delle attività e se non viene rispettato si disponga la sospensione dell'esercizio delle attività.
Il 13.5.2014 il comune di Latina ha informato la regione Lazio il mancato avvio delle attività di bonifica e messa in sicurezza della discarica di Borgo Montello.
Il 17.6.2014 con un'altra nota il comune di Latina scriveva alla regione Lazio che è del parere, in mancanza delle attività di bonifica, vengono a cadere i presupposti di tutela e salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica pregiudicando il proseguio dell'attività.
Il 30.7.2014 la provincia di Latina ha scritto ai vari enti evidenziando che i pareri del comune, della provincia e dell'ArpaLazio sono condizionati al proseguio delle attività di bonifica, quale condizione indispensabile per la continuazione dell'esercizio delle discariche.
Il 31.7.2014 il comune di Latina ha chiesto alla regione Lazio di subordinare il rinnovo dell'AIA alla realizzazione delle attività di bonfica del sito della discarica di Borgo Montello.
Nel rinnovo dell'AIA la regione Lazio scrive invece “preso atto che nell'ambito del provvedimento di bonifica del sito non vengono espressamente indicati dagli enti elementi ostativi alla prosecuzione dell'esercizio del sito. “
Per il comune di Latina il rinnovo dell'AIA è illegittimo per violazione del D.Lgs. 152/2006 e per eccesso di potere.
Inoltre non rispetta il principio di precauzione mancando delle cautele per gli accertati inquinamenti del suolo e delle falde con le mancate protezioni dell'ambiente corrispondenti al caso.
Non viene quindi rispettata la condizione delle prosecuzione delle attività garantendo la salute pubblica e la tutela dell'ambiente.
III motivo di ricorso del comune di Latina:
contraddittorietà ed illogicità dell'azione amministrativa, determinazione diverse a fronte di identici presupposti fattuali
la regione Lazio infatti scrive il 26.9.2014 “prima dell'emissione della determinazione di rinnovo la regione Lazio ha la necessità di avere evidenza dell'effettivo avvio dei lavori del progetto della bonifica dell'area di Borgo Montello, si richiede di dare formale avvio ai lavori.
In particolare dei lavori relativi al capping definitivo dell'invaso S0, in mancanza di tale comunicazione e dell'effettiva evidenza dell'avvio dei lavori e dell'effettiva evidenza dell'avvio dei lavori, la scrivente (Regione Lazio) non potrà emettere l'atto di rinnovo, in assenza del proseguio della bonifica non può essere consentita la prosecuzione delle attività in essere e future sul sito di Borgo Montello.
Il comune di Latina rileva a questo punto come la regione Lazio a fronte di due procedimenti analoghi (Indeco ed Ecoambiente ndr) abbia agito e operato in due modi diversi e contrastanti, senza motivo.
Secondo il comune le ragioni di salvaguardia e tutela della salute pubblica e dell'ambiente, doverose secondo il comune, che sono alla base del mancato rinnovo dell'AIA di Ecoambiente dovevano essere adottate anche per il mancato rinnovo dell'AIA di Indeco.
Il comune di Latina chiede quindi la sospensione del rilascio dell'AIA si impone in misura cautelare per le ragioni di tutela e salvaguardia della salute pubblica e dell'ambiente, seriamente e gravemente compromesse dalla prosecuzione delle attività (di conferimento dei rifiuti in discarica ndr) in difetto della bonifica del sito.
Costituisce circostanza pacifica, per il comune di Latina, come l'attività di bonifica ordinata per il sito unico di Borgo Montello allo stato non risulti avviata.
Gli organi deputati, sia l'Arpa Lazio che l'Ausl di Latina, hanno a più riprese evidenziato l'inconciliabilità delle attività di abbancamento dei rifiuti in assenza degli interventi di bonifica disposti dal comune di Latina.
La sospensione dell'AIA (e di conseguenza del conferimento dei rifiuti ndr) è necessaria per la tutela dei lavori primari nella persistenza della mancata attuazione delle misure disposte.
Invece l'AIA rilasciata dalla Regione consente indebitamente la prosecuzione dell'attività di abbancamento dei rifiuti su una parte del sito di cui è stata accertata l'intera contaminazione.
La prosecuzione delle attività (di conferimento dei rifiuti ndr) risulta incompatibile con le esigenze di difesa del territorio e di protezione della salute dei cittadini, chiaramente esposte ad un ulteriore peggioramento ed aggravamento, con pregiudizio grave ed irreparabile.
L'attività economica deve necessariamente tenere conto del suo impatto sociale e sull'ambiente e non può che svolgersi nel pieno rispetto delle normative di tutela ambientale.

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