lunedì 1 dicembre 2014

rifiuti non solo problema Indeco La Rida contesta di nuovo la Regione Lazio che impone i costi nonostante le direttive Ue Rifiuti, il nodo delle tariffe

L’accesso agli impianti dovrebbe essere regolato dal mercato libero, invece...
Non solo Indeco. Nel pianeta rifiuti le
sorprese e le sviste della Regione non
finiscono mai. La società che si era inventata
l’emergenza per avere altre autorizzazioni
all’ampliamento ha svelato solo un lato del
problema e provato il danno che stanno subendo
i Comuni e i cittadini nelle loro bellette per
via dei prezzi gonfiati dalle società di gestione
senza che la Regione Lazio se ne accorga o
faccia qualcosa per limitare l’impatto. Basterebbe
qualche controllo mediocre. Se agli investigatori
sono bastati «solo» sei mesi per capire
il meccanismo delle tariffe gonfiate, alla Regione
non sono stati sufficienti dieci anni per
scrivere un piano di gestione dei rifiuti solidi
urbani in grado di stabilire tariffe più eque e
limitare l’impatto ambientale. In questo momento
si va dritti verso un ulteriore aumento dei
costi, la costruzione di altri impianti di trattamento
e forse anche un nuovo blocco. Quello cui
sta pensando la Rida di Aprilia.
STORIA
EMBLEMATICA
LA VICENDA INDECO
CON LE «BUGIE»
SULL’INVASO
PER AVERE
UN ALTRO
AMPLIAMENTO
DETTAGLI
I COMUNI
NON HANNO ALCUN
POTERE DI VETO
DEBBONO PAGARE
PER EVITARE
QUALUNQUE
EMERGENZA
E’ già successo due volte: la
Rida di Aprilia, l’unico impianto
autorizzato a trattare
i rifiuti solidi urbani prima che
questi entrino in discarica ha chiuso
i suoi cancelli perché la Regione
aveva dato un tetto di quantità
superato prima del termine stabilito.
Ma adesso potrebbe succedere
di nuovo. La società di Aprilia
starebbe valutando un nuovo blocco
e anche questa volta in contestazione
con la Regione Lazio
sempre in materia tariffaria. Il soggetto
pubblico di controllo della
gestione dei rifiuti in questi mesi
appare quasi del tutto avulso da ciò
che succede nel ciclo dei rifiuti sul
territorio. Il costo finale va comunque
a gravare sui Comuni, che
pagano per l’ingresso negli impianti
di trattamento (Rida o Saf
quando la prima è in saturazione)
e anche per l’ingresso nella discarica
pur se indirettamente. Le tariffe
di ingresso dal 2006 dovrebbero
essere regolate in regime di libero
mercato, invece la Regione Lazio
fissa direttamente il prezzo e in
questo modo non esiste pratica-
mente alcuna concorrenza. In tal
modo nessun impianto è davvero
libero di modulare la tariffa di
ingresso. Siccome è impossibile
lasciare i rifiuti per strada anche un
solo giorno, ogni volta che si crea
un problema di ingresso negli impianti
o nelle discariche entra in
vigore la tariffa praticata ex lege
(stabilita dalla Regione) e i Comuni
non possono fare altro che pagare.
Si tratta di costi non prevedibili
perché dipendono, appunto, da
fattori contingenti o da finte o reali
emergenze. E quindi anche la tariffa
stabilita in bolletta può oscillare
di molto. La vicenda Indeco
anche in questo caso è piuttosto
esplicativa: la società accoglie i
rifiuti pre trattati (quasi tutti da
Rida di Aprilia) ma ha già detto
che per la sua sopravvivenza sarà
determinante la realizzazione
dell’impianto per cui è stata già
autorizzata. In un momento di difficoltà
come quello attuale, con
l’inchiesta in corso, lo stesso esercizio
della discarica appare più
complicato. Questa discarica era
stata descritta da Indeco come
prossima all’esaurimento, tanto
che si era puntato tutto sull’auto -
rizzazione per ampliare e continuare.
Ma adesso si sa che si
trattava di una bugia, una come
tante. Simile alla bonifica incompleta,
ai dati Arpa inattendibili,
all’emergenza inesistente, ai cattivi
odori che erano stati descritti
come innocui.
IL QUOTIDIANO - Domenica 30 Novembre 2014

Latina 11

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