In Italia a dicembre 2013 sono operativi 45 impianti di incenerimento che riescono a trattare 7,3 milioni di tonnellate all'anno, con una capacità termica di 3.045 Megawatt (MW) e una potenza elettrica installata di 848 MW. Questo quanto emerge dal rapporto messo a punto dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e Federambiente sul recupero energetico dei rifiuti urbani in Italia.
Secondo il report l'energia ottenuta trattando rifiuti urbani in Italia supera 5000 Gigawattora (GWh): nell'ultimo anno sono state recuperate 4193 GWh di elettricità e 1508 GWh di energia termica; energia complessiva che potrebbe contribuire al fabbisogno energetico di circa un milione di persone, tipo Napoli e Torino. In 10 anni il recupero di energia è più che raddoppiate: nel 2003 erano 1885 GWh di energia elettrica e 492 GWh di energia termica.
Quanto ad impianti, l'Italia è in linea con l'Europa. Ma 21 impianti sui 45 censiti presenta una capacità di trattamento ridotta. La suddivisione territoriale vede in testa il nord con 28 impianti, 9 al centro, 8 al sud. Complessivamente sono stati inviati a incenerimento il 18,2% dei rifiuti urbani prodotti: di questi il 49% deriva da frazioni derivate dal trattamento dei rifiuti urbani; seguono gli indifferenziati (44%) e i rifiuti speciali che includono anche quelli sanitari (7%). Quel che rimane tra polveri e ceneri si stima che nel 2013 arrivi a quasi 993 mila tonnellate, più 389 mila tonnellate di residui di fumi (82% avviato a recupero, il 18% smaltito).
Secondo il report l'energia ottenuta trattando rifiuti urbani in Italia supera 5000 Gigawattora (GWh): nell'ultimo anno sono state recuperate 4193 GWh di elettricità e 1508 GWh di energia termica; energia complessiva che potrebbe contribuire al fabbisogno energetico di circa un milione di persone, tipo Napoli e Torino. In 10 anni il recupero di energia è più che raddoppiate: nel 2003 erano 1885 GWh di energia elettrica e 492 GWh di energia termica.
Quanto ad impianti, l'Italia è in linea con l'Europa. Ma 21 impianti sui 45 censiti presenta una capacità di trattamento ridotta. La suddivisione territoriale vede in testa il nord con 28 impianti, 9 al centro, 8 al sud. Complessivamente sono stati inviati a incenerimento il 18,2% dei rifiuti urbani prodotti: di questi il 49% deriva da frazioni derivate dal trattamento dei rifiuti urbani; seguono gli indifferenziati (44%) e i rifiuti speciali che includono anche quelli sanitari (7%). Quel che rimane tra polveri e ceneri si stima che nel 2013 arrivi a quasi 993 mila tonnellate, più 389 mila tonnellate di residui di fumi (82% avviato a recupero, il 18% smaltito).
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