mercoledì 24 dicembre 2014

La Procura di Cagliari: “A Teulada residui radioattivi. Ma sono pochi”

A Teulada ci sono residui radioattivi“. Su questo non esistono più dubbi: cinquantacinque anni di attività addestrative cominciate nel 1959 in 68 chilometri di poligono (sui 72 totali) hanno lasciato tracce nella costa sud-ovest dell’Isola. “Ma si tratta di quantità contenute tali da non generare alcun allarme“. È questa la primissima conclusione che filtra dalla Procura di Cagliarisulla ventina di esposti presentati a luglio 2012 dagli avvocati Giacomo Doglio, Valeria Farigu e Stefania Serra, denunce contro ignoti diventate fascicolo investigativo in mano al pm Emanuele SecciLe indagini non sono finite e anzi andranno avanti sino alla prima metà del 2015. Perché va ancora accertata la ragione stessa degli esposti. Ovvero, se i morti Teulada, “per via del linfoma di Hodgkin negli uomini e di cancro polmonare nei due sessi (le patologie prevalenti)”, possano essere considerati “diretta conseguenza” delle esercitazioni militari, come sospettano gli avvocati.
Nelle denunce di Doglio, Fargiu e Serra c’è un riferimento alla causa potenziale dell’inquinamento, almeno una su tutte. “È pacifico – si legge – il fatto che a Teulada siano stati sparati i missili Milan e Tow che contengono torina, la cui tossicità sarebbe all’origine anche del presunto disastro ambientale a Quirra”. Lì dove il pm Domenico Fiordalisi aveva chiesto (e poi ottenuto) il rinvio a giudizio dei vertici militari (ma di ieri la notizia che il processo in carico al tribunale di Lanusei è stato sospeso fino “a data da destinarsi”).
A Cagliari, il sostituto procuratore Secci ha incaricato l’Arpas e l’Ispra per rilevare il livello di radioattività a Teulada. La prima è l’Agenzia regionale per la protezione ambientale; il secondo è l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Ma al lavoro ci sono pure alcuni periti che hanno già derubricato a “non pericolosi” i residui radioattivi perché “derivanti da vecchie esercitazioni”. Non si conosce, tuttavia, la loro precisa collocazione temporale.
Quanto alla correlazione tra contaminazione e malattia, al momento gli esiti degli esami non paiono favorevoli agli esposti. I tumori in questione sarebbero “multifattoriali”, è la posizione degli esperti. Ragion per cui “non è detto – filtra ancora dalla Procura – che a causare le patologie siano state le esercitazioni militari e non invece le abitudini personali dei malati, come l’eventuale tabagismo e la dieta alimentare”.
Resta il fatto che i malati di cancro hanno scelto la via giudiziaria per via di un comune denominatoresono residenti a Teulada e, per di più, abitano vicino al poligono. Tanto che i legali hanno chiesto di verificare l’inquinamento radioattivo rispetto a “inalazione, ingestione e contaminazione”, attraverso esami su “polveri sottili e nano particelle di metalli pesanti”, ma anche su “altre sostanze propellenti o chimiche”. Stessa sollecitazione per “le onde elettromagnetiche eventualmente presenti nella base militare” o comunque “nel territorio di Teulada”.
Come è facile immaginare, il pm Secci attende sulla propria scrivania la conclusione di tutti gli accertamenti medico-legali. Ma l’Esercito, dal canto suo, avrebbe comunicato di aver ripulito alcune aree, anche se gli avvocati contestano proprio “la totale assenza” a Teulada “di controlli in materia ambientale e di bonifiche”.
Per un altro verso, un dato è sicuro, scritto nel “Rapporto sullo stato di salute delle popolazioni residenti nelle aree interessate da poli industriali, minerari e militari”, uno studio citato negli esposti. Nel 2006 lo commissionò la Regione e venne rilevato che “i tumori maligni nel loro complesso sono in eccesso” proprio nel perimetrotra “Teulada, Portoscuso e Sarroch“. E ancora: “Meriterebbero approfondimenti – è scritto nelle conclusioni del Rapporto – i troppi ricoveri per linfoma di Hodgkin negli uomini e di cancro polmonare nei due sessi”.
Al netto delle indagini in corso, il caso Teulada non fa eccezione rispetto alla segretezza delle attività militaridenunciata anche dai tre legali sardi come ostacolo alle indagini. “Una mancata chiarezza e trasparenza – si legge – contro la quale si schierò Mauro Rocchetti, componente del Comipa (Comitato misto paritetico sulle servitù militari) e per questo destituito a gennaio 2006″.
Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter) http://www.sardiniapost.it/cronaca/la-procura-di-cagliari-teulada-residui-radioattivi-ma-sono-pochi/

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