martedì 2 dicembre 2014

Latina arresti bis in 40 giorni gestione rifiuti Indeco e Green Holding - la pesante eredità del Re Grossi - le direttive da impartire

La pesante eredità del Re Grossi
finisce tutta sotto chiave
Sequestro da 70 milioni di euro ai figli dell’imprenditore deceduto
LA MISURA RICHIESTA DAL TRIBUNALE
DI MILANO PER EVASIONE FISCALE
AUTOSALONE
NELLA SUA VILLA
DI INZAGO
C’ERANO
CENTINAIA
DI AUTO DI LUSSO
E ANCHE ALCUNE
D’EPOCA
Quando si dice l’ironia della
sorte. Nel momento in
cui gli agenti della Squadra
Mobile notificavano le sette
ordinanze di custodia cautelare
emesse dal Tribunale di Latina
per lo scandalo dei rifiuti ad Andrea
Grossi e alle due sorelle,
indagate per truffa, frode e falso,
il Tribunale di Milano aveva delegato
la Guardia di Finanza di
sequestrare l’intero patrimonio
del papà Giuseppe Grossi, morto
a 64 anni nell’ottobre del 2011.
Secondo la Procura di Milano il
«Re delle bonifiche» è stato un
evasore fiscale, la misura colpisce
i successori a titolo universale,
come ha scritto ieri il Corriere
della Sera, in questo caso i figli,
ma a patto che siano passati meno
di cinque anni dalla scomparsa. Il
patrimonio di Grossi è imponente:
136 tra immobili e case, 140
terreni, 268 auto d’epoca, (ha
moltissime Ferrari alciune d’epo -
ca nella sua villa di Inzago) 160
moto, 5 motoscafi, 3 barche a
vela, cinque trattori. Secondo la
Procura di Milano e il pubblico
ministero Alessandra Dolci la
sproporzione tra i redditi dei figli
e i capitali finiti nel ginepraio di
società della dinasty dei rifiuti,
lascia ipotizzare che i soldi pro vento dell’evasione fiscale siano
finiti nelle società che ora hanno i
tre figli. La misura di prevenzione
adottata nei confronti degli eredi
di Giuseppe Grossi ha come
obiettivo quello di evitare la commissione
di reati di soggetti ritenuti
socialmente pericolosi e per
l’applicazione basta anche un indizio.
Grossi è accusato di aver
costituito fondi neri all’estero per
23 milioni di euro e per lui era
iniziato un processo mai concluso;
la Procura di Milano ha ottenuto
dalla sezione misure di prevenzione
del Tribunale di Milano
il sequestro del patrimonio di 70
milioni di euro, strumentale alla
confisca dei beni.
A Milano raccontano che la fortuna
di Grossi sia stata una: la sua
riservatezza
e il fiuto, oltre alle
amicizie importanti che hanno
portato un ex ragioniere della Ilva
di Taranto ad accumulare un patrimonio
immenso e a muoversi
con grande disinvoltura nell’alta
finanza milanese: prima acquistando
nel 1997 la statunitense
Browning Ferries Industries che
trasformerà proprio nella Green
Holding, specializzata in bonifiche
ambientali, compresa quella
di Borgo Montello, poi ricevendo
l’incoronazione di Re delle bonifiche.
A.B.
IL QUOTIDIANO - Venerdì 28 Novembre 2014
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La prima misura il 16 ottobre, spuntano altri reati
Arresti bis in 40 giorni
Il 16 ottobre scorso la prima misura
cautelare, il primo round con la contestazione
nei confronti di sei indagati del
reato di peculato per la discarica di Borgo
Montello. Poi i giudici del Tribunale del
Riesame avevano rimescolato le carte ma le
indagini della Squadra Mobile non si sono
mai fermate e in concomitanza con le perquisizioni
di quaranta giorni fa hanno raccolto
altri elementi che hanno permesso agli
investigatori di formulare nuove accuse
contenute nell’ordinanza di custodia cautelare
emessa dal gip Giuseppe Cario come
quella di frode nelle pubbliche forniture e
poi truffa e falso. Gli indagati che sono agli
arresti domiciliari, saranno interrogati nei
prossimi giorni, soltanto un interrogatorio
si svolgerà nel capoluogo, quello di Ernesto
D’Aprano, gli altri invece saranno per rogatoria
tra Milano e Monza.
IL QUOTIDIANO - Venerdì 28 Novembre 2014
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NELL’ORDINANZA
Le conversazioni tra gli indagati
Le direttive
da impartire
Nel l’or dina nza
di custodia
cautelare viene
preso ancora una volta
in esame il ruolo
ricoperto da Vincenzo
Cimini, consigliere
della società specializzata
in rifiuti pericolosi,
è il 13 giugno
quando parla con
D’Aprano e spiega
imminenti sviluppi
che vanno nella direzione
voluta, osserva
il magistrato che ha
firmato il provvedimento
cautelare, sostenendo
di aver saputo
da alcune fonti
d el l’assessorato alla
Regione Lazio di una
decisione favorevole
al l’ampliamento di
volumetrie oltre che
d el l’a ut o ri zz a zi on e
di un nuovo invaso
chiamato S9. Non è
un caso se la Regione
Lazio si è determinata
all’am pliame nto
della discarica per
una volumetria di
25mila metri cubi e
l’autorizzazione di
un nuovo invaso chiamato
S9. C’è un altro
passaggio nel provvedimento
cautelare
quando Paolo Titta
istruisce su come impugnare
la delibera
del Comune di Latina
dopo la grave situazione
ambientale
rilevata nella discarica
durante il controllo
dell’Arpa Lazio.
«Comunque va impugnata
sta roba eh»,
s p i e g a Ti t t a a
D’Aprano che risponde.
«Si si ma domani
io vado anche in
Regione adesso chiamo
perchè...», interviene
Titta che aggiunge.
«Questo a
parte la Regione è un
atto ufficiale perchè
questa qui del Comune
di Latina ehhh...si
invita questa è una
diffida »
IL QUOTIDIANO - Venerdì 28 Novembre 2014
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