domenica 23 novembre 2014

E ora si potrà staccare l’acqua ai morosi DDL AMBIENTE, continua l'attacco del governo pd renziano ai diritti civili e sociali



La Camera l’ha approvato
ma misteriosamente
non c’è più l’articolo
che garantiva fornitura
minima a chi non riesce
a pagare le bollette
L’acqua, finora, è stata almeno
una specie di tabù. La giurisprudenza,
d’altronde, l’aveva sempre
considerata un bene primario, un
servizio connesso anche all’articolo
32 della Costituzione, quello che “tutela
la salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della
collettività”. Eppure qualcuno osava
staccarla comunque: qualche inquilino
che non aveva pagato le bollette e
qualche occupante s'erano svegliati la
mattina e dal rubinetto non usciva
più niente.
PER EVITARE equivoci, quindi, il governo
Letta aveva inserito
norme apposite nel cosiddetto
collegato ambientale”,
un testo che è da un
annetto in Parlamento e
scade il prossimo 31 dicembre:
l’Autorità per
l’energia e i ministeri interessati
dovevano individuare
il modo di ridurre la
morosità, anche attraverso
un fondo di garanzia statale
che ripagasse i gestori
del servizio, e garantire comunque
il quantitativo di acqua necessario
al soddisfacimento dei bisogni
fondamentali di fornitura di acqua
per gli utenti morosi”. L’allora
ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando,
lo aveva spiegato così: “Non si
può lasciare all’azienda la facoltà di
decidere del distacco dell’acqua. Bisogna
garantire procedure adeguate,
vista la specificità del bene acqua, che
è un bene fondamentale per la vita
umana”. Tutto giusto, poi il governo è
cambiato e all’Ambiente è arrivato
Gian Luca Galletti e alle Infrastrutture
Maurizio Lupi, ministro che ha profondamente
in spregio occupanti e
morosi: come che sia, il 13 novembre
la Camera ha finalmente approvato il
collegato ambiente”, solo che l’ar -
ticolo sui distacchi dell’acqua, il numero
26, è misteriosamente sparito.
Dello strano caso - che getta una luce
non proprio benevola sul meccanismo
con cui si fanno le leggi nel nostro
Parlamento - s’è accorta Federica
Daga , deputata del Movimento 5 Stelle
espertissima del tema acqua.
A quanto sembra dai resoconti è andata
così. Il 4 settembre la commissione
Ambiente approva finalmente
il ddl presentato da Orlando (compreso
l'articolo 26) e lo invia alle altre
commissioni perché
esprimano un parere
sulle parti che le riguardano.
Passa un
mese e tutti rispondono:
il 9 ottobre il relatore
Alessandro
Bratti (Pd) presenta alcuni
nuovi emendamenti
in cui recepisce
i rilievi recati nei pareri
di talune commissioni”
e fa “interventi
di coordinamento sostanziale
del testo”. È in questo pacchetto
che compare l’emendamento
26.100 che sopprime l’articolo interessato,
quello che impedisce di staccare
l’acqua ai morosi, approvato in
blocco con tutto il resto e in tutta
fretta (la Ambiente in queste settimane
s’è occupata pure del decreto
Sblocca-Italia e ora dovrà esaminare
la manovra).
C’È UN PROBLEMA: nessuna commissione
aveva chiesto di sopprimere
l’articolo 26 e difficilmente la cancellazione
di una norma di questo genere
può essere qualificata come
coordinamento del testo”. In Aula,
purtroppo, nessuno ha pensato di
sottolineare la cosa e sopprimere la
soppressione. Ora il “collegato ambiente”
è in Senato e va approvato
entro la fine dell’anno, pena la decadenza:
sarà difficile, insomma, correggerlo
e farlo tornare alla Camera in
tempo. Si conferma, in definitiva, il
vecchio adagio di Otto von Bismark:
Meno le persone sanno di come vengono
fatte le salsicce e le leggi e meglio
dormono la notte”.
Ma. Pa.

Il fatto quotidiano 23 novembre 2014 pag. 2  

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