venerdì 3 ottobre 2014

L’attivismo non si processa, eppure…nuova centrale a carbone a Saline Joniche.

Mentre scriviamo, a Reggio Calabria si sta tenendo la prima udienza contro gli attivisti che hanno diffuso vignette satiriche contro la realizzazione di una nuova centrale a carbone a Saline Joniche.

Paolo Catanoso, Noemi Evoli, Giuseppe Toscano, Domenico La Rosa sono stati infatti citati in giudizio dalla SEI S.p.A. (di cui sono principali azionisti il gruppo svizzero Repower e lamultiutility italiana Hera), l'azienda titolare del progetto, per aver diffuso immagini e testi che la compagnia ritiene lesivi per la propria immagine.

Un risarcimento di ben 4 milioni di euro, questa la cifra chiesta agli attivisti, per aver dimostrato il proprio legittimo dissenso ad uno scempio al territorio, ennesima minaccia fossileall'ambiente, al clima e all'economia.
Lottare per il diritto all'ambiente e alla salute, denunciando, anche con la satira, chi inquina, varrebbe quindi 4 milioni di euro, ma quanto costa costruire ex novo una nuova centrale a carbone, sulle macerie di un polo chimico mai entrato in produzione?
Uno studio, che abbiamo commissionato appena due anni fa dall'istituto di ricerca SOMO, ha analizzato gli impatti sanitari ed economici dell'inquinamento delle centrali a carbone in Italia. Applicando quella stessa metodologia ai dati tecnici del progetto di Saline, emerge che la realizzazione di quell'impianto causerebbe 44 casi di morte prematura l'anno e danni economici (sanitari, ambientali, climatici) pari a 357 milioni di euro l'anno.
Oggi, abbiamo deciso di diffondere anche noi la vignetta "incriminata", per dimostraresolidarietà e vicinanza agli attivisti sotto processo. La SEI, se crede, può querelare anche noi.
Se denunciare chi inquina è un reato, siamo tutti colpevoli. http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/Lattivismo-non-si-processa-eppure/

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