mercoledì 22 ottobre 2014

L’ACCUSA: INTERRATI NELLA PISTA RIFIUTI SPECIALI PROVENIENTI DALLE MACERIE POST-SISMA, COME IN UNA DISCARICA

L’Aquila, sigilli all’aeroporto più inutile

DIECI MESI, 2 VOLI
L’inaugurazione con
atterraggio in ritardo
da Ciampino,
un aereo da Milano
e il piano, tramontato,
di una linea per Olbia
di Antonio Massari
inviato a L’Aquila
Il primo volo – era il 19 dicembre
2013, dieci mesi fa –
registrò ben due ore di ritardo:
eppure si partiva da Roma
Ciampino, 89 chilometri in linea
d’aria. Poi il nulla. O quasi,
se consideriamo un volo per
Milano a maggio e il forfait della
Tourgest, la compagnia aerea
che aveva proposto, a giugno, la
tratta L’Aquila-Olbia, salvo ritirarsi
a luglio. Ma a sancire il
record dell’aeroporto più improbabile
d’Italia, ci ha pensato
ieri la Procura aquilana, che ha
disposto il sequestro della pista:
per l’accusa è una discarica. In
sei sono indagati per traffico di
rifiuti speciali, cioè macerie dei
cantieri di demolizione e ricostruzione,
dopo il terremoto
che devastò L’Aquila nel 2009,
ovvero “mattoni, mattonelle,
marmi, plastiche, tubi, corrugati
utilizzati per i cablaggi elettrici,
tubi in Pvc, blocchi di calcestruzzo,
pezzi di asfalto, pezzi di
guaina bituminosa e tondini di
ferro, per complessivi 5.000
metri cubi circa”.
CON QUESTO materiale, secondo
l’accusa, è stata costruita
l’area di sicurezza a fine pista.
Nel corso dell’indagine – con -
dotta da polizia, finanza e forestali
sotto la guida del procuratore
Fausto Cardella e del sostituto
Fabio Picuti –è stata installata
una videocamera all’interno
dell’aeroporto dei Parchi, che ha
registrato, tra il 21 marzo e il 20
maggio 2014, “circa 300 scarichi
all’interno dell’area aeroportuale,
sul lato nord della pista di atterraggio”.
Immortalati nel trasporto rifiuti
speciali, gli imprenditori Piero
Negrini e Rachele e Antonio Lunari
che in questo modo, secondo
l’accusa, hanno ottenuto “un
ingiusto profitto pari a 73 mila
euro, corrispondente al risparmio
delle spese che avrebbero
dovuto sostenere per lo smaltimento
lecito dei rifiuti”. La
Xpress, che gestisce l’aeroporto,
avrebbe invece risparmiato circa
36 mila euro. Il 24 giugno gli
investigatori si presentano in
aeroporto: agenti della squadra
mobile di L’Aquila, del Corpo
forestale e del Nucleo Nipaf di
Napoli, ispezionano la pista: “Il
materiale depositato su un’area
di circa 20.000 metri quadri – si
legge negli atti – era composto
da terra mista a frammenti di rifiuti
provenienti da demolizione
e costruzione edile”. E così,
mentre la Tourgest, la compagnia
che aveva pensato al volo
l’Aquila-Olbia, molla lo scalo,
gli inquirenti annotano che sulla
pista si è registrato “un traffico
illecito di rifiuti speciali” e “una
discarica abusiva di dimensioni
ragguardevoli, pari a 5 mila metri
cubi, in 20 mila metri quadrati
d’estensione”.
PER L’ACCUSA, l'amministrato -
re unico della Xpress, il calabrese
Giuseppe Musarella, “riceve -
va i materiali e li faceva scaricare
nella zona nord dell’aeroporto”,
mentre Negrini e Lunari “effet -
tuavano le operazioni di trasporto
e scarico dai cantieri edili”.
Ad aprile, grazie a un'intercettazione,
gli investigatori si
convincono che anche un ingegnere
del Comune, Mario Corridore,
è al corrente . Lo registrano
mentre parla con il direttore
commerciale della Xpress, Ignazio
Chiaramonte, che a sua volta
passa il telefono ad Alessio Pulicani.
E al termine della telefonata
annotano: “Sono perfettamente
consapevoli dell'attività
di trasporto e di scarico dei rifiuti
e che tale attività è gestita in
prima persona con la loro presenza
in sito”. “Ti volevo far vedere
dice Corridore – che la
terra che stanno mettendo …
ehm ... non ... nel posto sbagliato!
Eh ... la terra che stanno
mettendo adesso, la mettono lì,
secondo me poi la devi rimuovere
tutta quanta!”. E così, oltre
Musarella e i tre imprenditori,
sono stati indagati in concorso
anche Corridore e Chiaramonte.
Il funzionario, sentito da Il
Fatto , fornisce questa versione:
Ho parlato di terra, nell’inter -
cettazione, e non di rifiuti, perché
ero convinto che fosse terra.
E comunque, di questa vicenda,
non ho mai parlato con il sindaco
Massimo Cialente”. Il sindaco
aquilano è stato un convinto
sostenitore dell’aeroporto,
per il quale il Comune si è impegnato
a stanziare circa 200mila
euro l’anno per tre anni, più
50mila per 40 anni. “Non sono
pentito – ha dichiarato ieri Cialente
, la questione non è se io
debba ancora fidarmi o meno
della Xpress, che ha vinto una
gara. Spero piuttosto che abbia
stipulato un contratto serio per

la fornitura delle macerie”. il fatto quotidiano 22 ottobre 2014

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