venerdì 31 ottobre 2014

Greenpeace Obiettivi 2030 UE: pessimo accordo che non salva il clima, ma noi non ci fermiamo!

http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/obiettivi-2030-ue-raggiunge-pessimo-accordo-l/blog/51081/
L’Unione Europea ha deciso: c’è l’accordo sugli obiettivi clima e energia al 2030. Taglio di “almeno” il 40% della CO2 (ci saranno obiettivi nazionali), “almeno” il 27% di energia da fonti rinnovabili (obiettivo vincolante ma a livello europeo) e “almeno” il 27% di incremento dell’efficienza energetica (obiettivo indicativo).
Un fallimento totale? Non del tutto, poteva andare peggio (alcuni Paesi volevano un solo obiettivo sulla CO2). Una presa di coscienza da parte della politica circa l’urgenza dei cambiamenti climatici e le richieste dei cittadini per un futuro “pulito”? Decisamente no!
La politica ha dimostrato ancora una volta di essere molto lontana dai cittadini, giocando al ribasso. Ma se stanotte un accordo è stato chiuso, se sono stati fissati due obiettivi vincolanti e uno indicativo e se - buona notizia - c’è la possibilità di aumentare le cifre in vista della conferenza sul clima di Parigi nel 2015, gran parte del merito va proprio alle persone, alle associazioni e alle imprese che in Europa e nel mondo stanno chiedendo un futuro cento per cento rinnovabile.
I leader europei ci hanno provato negli ultimi mesi, ma è stato impossibile ignorare un movimento sempre più trasversale e in costante crescita. Oltre un milione di persone scese per le strade in 159 paesi del mondo solo poche settimane fa, a cui sommare il recente appello di oltre 10 grandi imprese europee (tra cui Ikea, Philips e Swarosky), tutti con un unico messaggio: occorre abbandonare i combustibili fossili e puntare su un futuro di efficienza energetica e rinnovabili, per fermare i cambiamenti climatici ma anche per rilanciare economia e occupazione.
Gli obiettivi fissati sono, però, decisamente poco ambiziosi. Si vuole evidentemente fermare la crescita delle rinnovabili, e si ignorano le potenzialità dell’efficienza energetica per diminuire i consumi. A pagare le conseguenze di queste scelte saranno, come sempre, i cittadini. E la lobby fossile ringrazia.

L’Italia, Presidente di turno dell’UE, ha giocato un ruolo del tutto anonimo, non schierandosi mai ufficialmente tra i paesi leader contro i cambiamenti climatici e non sostenendo tre obiettivi ambiziosi e vincolanti. Ora, in perfetto stile italiano, si susseguono annunci per rivendicare l’accordo come una vittoria del governo, ma è evidente a tutti come la realtà sia ben diversa. D’altronde c’era da aspettarselo: Renzi in Italia vuole le trivellazioni in mare e attacca le rinnovabili, facendo contenti i petrolieri e scontentando al contempo i cittadini, sempre più attivi contro questa “politica fossile”.
Già 80 mila persone hanno firmato la nostra petizione #nonfossilizziamoci, per chiedere un futuro senza trivelle e carbone, per questo non ci fermeremo. Nelle prossime settimane ci attendono momenti decisivi per il futuro del nostro Paese - con l’approvazione del decreto “Sblocca Italia” che sbloccherà, di fatto, le trivelle nei nostri mari - e dell’Europa, verso la conferenza sul clima di Parigi 2015, durante cui si dovranno decidere degli accordi globali per fermare davvero gli effetti dei cambiamenti climatici.
Il clima sta tragicamente continuando a lanciare i suoi messaggi, e le ultime alluvioni in Italia ne sono la triste testimonianza. I cittadini in tutto il mondo hanno ormai preso coscienza del problema, e anche le imprese si stanno muovendo verso rinnovabili e efficienza. L’accordo siglato dai leader europei è debole e dovrà essere rafforzato. Per questo continueremo a batterci.
La rivoluzione energetica è iniziata, e non si fermerà nonostante la miopia della politica.
Il futuro è rinnovabile, #nonfossilizziamoci!
Luca Iacoboni, responsabile campagna Energia e Clima

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