martedì 28 ottobre 2014

discarica Borgo Montello La bonifica è un bluff Non c’è stato collaudo e il percolato viene diluito di proposito

il contenuto inquietante della relazione di Tommaso Munari consegnata ieri

PERIZIA CHIESTA
NELL’AMBITO
DEL PROCEDIMENTO
PER INQUINAMENTO 

DI GRAZIELLA DI MAMBRO
Le opere di bonifica messe in campo
nei siti S1,S2 e S3 di Borgo Montello
«non sono state né correttamente
realizzate, né idoneamente collaudate, né
dotate di presidi funzionali al monitoraggio
ambientale delle stesse». E’ scritto nelle
conclusioni della relazione tecnica di Tommaso
Munari, il perito incaricato dal gip
Marcelli nell’ambito del processo per inquinamento
delle falde a carico dei vertici di
Ecoambiente che riprende domani in Tribunale
a Latina. La redazione della consulenza
tecnica non è stata semplice e ha richiesto
più tempo del previsto per una serie di
«ostacoli» tra cui il fatto che Arpa Lazio,
originariamente chiamata a far parte della
squadra tecnica, si è tirata indietro per
motivi organizzativi ed è stato quindi necessario
appoggiarsi ad un laboratorio privato.
Ci sono due punti nodali nella ricostruzione
del dottor Munari. Il primo riguarda la
realizzazione del cosiddetto polder, ossia la
cintura che doveva impermeabilizzare i siti.
E’ emerso che questo non è stato costruito
in modo corretto e c’è stato un sostanziale
cambio in corsa su cui non esistono autorizzazioni
né collaudi e non è certa la sua
efficacia anzi forse ci sono le prove del
contrario. Il secondo buco nero dell’opera -
zione di bonifica è rappresentato dai pozzi.
Si legge nella relazione: «...sebbene le modalità
realizzative dei pozzi e piezometri di
monitoraggio ostacolino l’accertamento del
reale contributo alla contaminazione della
falda acquifera da parte delle discariche
S1,S2 e S3, è possibile ritenere che esista un
loro contributo effettivo al deterioramento
dello stato generale delle acque sotterranee...
l’accertata rimozione di acque sotterranee
dai pozzi spia interni al cosiddetto
polder indica che vi sia contezza di un
effetto negativo sull’ambiente delle discariche
». In pratica durante i sopralluoghi tecnici
è risultato che gli operatori di Ecoambiente
captino acque sotterranee con il preciso
e consapevole intento di diluire il
percolato e questo abbassa i valori che
risultano dalle analisi. In questo senso si può
affermare che c’è «contezza» di ciò che sta
avvenendo a Borgo Montello. Va ricordato
per la cronaca che il processo ai vertici di
Ecoambiente si tiene in totale assenza dai
banchi della parte civile degli enti locali
deputati al controllo e alle autorizzazioni,
ossia Comune di Latina (peraltro socio
indiretto della Ecoambiente), Provincia di
Latina, che ha sbagliato gli atti di costituzione
ma non li ha neppure mai ripetuti,
Regione Lazio che giusto in queste settimane
si accinge a dare una nuova autorizzazione
all’ampliamento di siti in uso alla stessa
società «imputata».
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IL QUOTIDIANO - Martedì 28 Ottobre 2014

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