sabato 25 ottobre 2014

6 arresti nella discarica di Borgo Montello D’Aprano respinge le accuse Al giudice ha detto: spostavamo i soldi nella Green Holding per non svalutarli

Il presidente del cda di Indeco ieri è comparso davanti al gip Giuseppe Cairo per l’interrogatorio di garanzia

GLI ALTRI INDAGATI
IN CINQUE
SONO STATI
INTERROGATI
A MILANO
PER ROGATORIA
DI ANDREA RANALDI
Ernesto D’Aprano ha risposto
alle domande del giudice
per le indagini preliminari
Giuseppe Cario respingendo
l’accusa di perculato che la Procura
ha formulato sulla base delle
indagini svolte dalla Squadra Mobile
di Latina. Si è svolto ieri in
Tribunale l’interrogatorio di garanzia
del presidente del cda di
Indeco, la società che gestisce una
parte della discarica di Borgo
Montello, finito agli arresti domiciliari
nell’ambito dell’operazio -
ne «Evergreen».
Assistito dal proprio avvocato di
fiducia, Alessandro Paletta, il dirigente
pontino ha negato che la
società da lui presieduta intendesse
far sparire i soldi accantonati,
come prevede la legge, per la
bonifica post mortem degli invasi.
D’Aprano infatti ha detto che i 34
milioni di euro spariti dai conti
della Indeco erano confluiti alla
società madre Green Holding
nell’ambito di un’operazione programmata
a tavolino e che sarebbero
tornati al loro posto a tempo
debito, tant’è vero che erano ancora
regolarmente in bilancio. Il
presidente del cda ha spiegato al
giudice che quella manovra serviva
per evitare la svalutazione delle
somme accantonate a cui sarebbe
andata incontro la Indeco se avesse
lasciato per trent’anni quei soldi
nei condi correnti normali.
Su precisa domanda del gip,
D’Aprano ha sottolineato anche
che non fosse al corrente delle
successive manovre con cui la
Green Holding aveva spostato
buona parte dei fondi, soldi versati
dai contribuenti, nei conti lussemburghesi
di tre società anonime.
Sulle procedure di bonifica della
discarica D’Aprano ha poi voluto
precisare che la Indeco non intendeva
sottrarsi agli obblighi di legge,
anzi a suo dire sarebbe ancora
in corso i trattamenti di uno degli
invasi chiusi.
Come il presidente del cda di
indeco, anche gli altri arrestati
dell’operazione «Evergreen» ieri
sono stati ascoltati per gli interrogatori
di convalida celebrati con
rogatoria direttamente dai Tribunali
di competenza, visto che tutti
e cinque gli indagati risiedono
nell’hinterland milanese. Parliamo
di Andrea Grossi, 32enne
consigliere d’amminist razione
della Green Holding e figlio di
Giuseppe, fondatore di quello che
può essere definito l’impero dei
rifiuti; Stefano Lazzari, bresciano
di 51 anni, e Antonio Romei,
milanese di 58 anni, entrambi
consiglieri di amministrazione
della Indeco; Vincenzo Cimini,
47enne pontino trapiantato a Milano,
consigliere di amministrazione
della Green Holding spa;
Paolo Titta, bergamasco di 47
anni amministratore di fatto della
Green Holding spa. Nei prossimi
giorni dovranno pervenire all’uf -
ficio gip del Tribunale di Latina i
verbali dei loro interrogatori. Di
certo per ora si sa che nessuno
degli avvocati difensori ha presentato
richiesta per la revoca degli
arresti domiciliari.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
IL QUOTIDIANO - Venerdì 24 Ottobre 2014

Latina

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