giovedì 4 settembre 2014

Centrale a biomasse, nuovo allarme del Comitato Marsicano No Powercrop

Si tratta anche ad Avezzano della speculazione nella speculazione, ovvero del capitolo ex-zuccherifici che ha già regalato in diverse parti d'Italia - con la scusa della 'rivconversione' e con lauti finanziamenti pubblici alcune tra le peggiori centrali (inceneritori) a biomasse d'Italia. Sono impianti che possono sconvolgere intere economie agricole locali dal momento che se 'lavorano' con colture dedicate (sorgo da fibra, miscanto, pioppelle, cardo da fibra ecc.) divorano migliaia di ettari di territorio agricolo. Se - come realistico - non trovano tutte le superfici disponibili (da nessuna parte riescono a fare gli accordi di filiera con un numero di aziende agricole adeguato) allora l'alternativa sono strane biomasse di importazione o... strani scarti o...i rifiuti

fonte: http://www.terremarsicane.it/news/centrale-biomasse-nuovo-allarme-del-comitato-marsicano-no-powercrop

Centrale a biomasse, nuovo allarme del Comitato Marsicano No Powercrop




Sollecitate le amministrazioni comunali ed il Presidente del Consiglio Regionale perché intervengano a salvaguardia della Marsica
(03.09.14) Avezzano - Insieme al mese di Settembre tornano le preoccupazioni e si riaccendono le discussioni in tema di insediamenti industriali ad alto impatto ambientale sul nostro territorio. Aria di tensione al Comune di Avezzano nella mattinata di oggi, dove si è tenuta la conferenza stampa indetta dal comitato No Powercrop,  mobilitato ormai da anni contro la centrale a biomasse in progetto a Borgo Incile, nel Comune di Avezzano . Presenti alla conferenza stampa Sefora Inzaghi del Comitato No Powercrop, Stefano Fabrizi, presidente Confagricolura – L’Aquila, Dino Meschieri, portavoce di Coldiretti, Domenico Angelucci, agricoltore e membro attivo di No Powercrop, tra le autorità locali il vice sindaco Fernando Boccia, l’assessore all’ambiente del Comune di Avezzano avv. Roberto Verdecchia, Antonello Gallese, assessore all’ambiente del Comune di Luco dei Marsi e Giuseppe Di Pangrazio, presidente del Consiglio Regionale.
Questa volta, seppur in linea di massima sembra sussistere coesione tra comitati, associazioni ed amministrazioni comunali e regionali, il nemico è forte e difficile da combattere figurando nel governo stesso. La battaglia contro la centrale a biomasse, ha una lunga storia, va avanti dal 2007, da allora i cittadini per mezzo dei comitati, assieme alle amministrazioni dei centri interessati, hanno dichiarato costantemente la propria opposizione all’insediamento che impatterebbe in maniera considerevole sull’ambiente marsicano non portando alcun beneficio dal punto di vista economico ed occupazionale. In questo senso, si è proceduto attraverso atti formali, muovendo ben tre ricorsi al tribunale amministrativo regionale, primo fra tutti quello delle associazioni ambientaliste assieme al comitato cittadino No Powercrop ed alle categorie agricole rappresentate da Confagricoltura, Coldiretti e Cia. Due ricorsi sono stati successivamente presentati anche dai Comuni di Luco dei Marsi e di Avezzano. Quest’ultimo, in particolare, si è mosso a seguito del primo giudizio favorevole alla centrale operato dal  CCR -VIA (Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale) nel 2010. L’ultima risoluzione deliberata dal Consiglio regionale risale al 2011, in essa si chiedeva formalmente che il Comitato rivedesse la propria valutazione per via dei molti dubbi sulla congruenza e sulla legittimità di questa decisione e che l’iter autorizzativo venisse sospeso in attesa che il Tar formulasse la propria sentenza. Altra questione, ancor più recente e preoccupante, è poi l’approvazione i primi di Agosto 2014, in Senato, dell’emendamento con il quale si torna a riproporre la nomina dei “commissari ad acta” per garantire l’esecuzione dei progetti di riconversione degli ex zuccherifici, di cui fa parte anche il progetto Powercrop, emendamento che il governo aveva già tentato di introdurre lo scorso anno, a Luglio 2013, nel Decreto del Fare e poi giudicato incostituzionale perché contro tre articoli della nostra Costituzione. Insomma, la questione è ancora lontana dall’essere un brutto ricordo ed occasionalmente il comitato ha necessità di richiamare associazioni ed amministrazioni sull’attenti. Tra le ragioni della conferenza stampa di ieri, così come ha riferito la moderatrice dell’incontro Sefora Inzaghi, portavoce del Comitato No Powercrop, è innanzitutto la riunione di quest’oggi, presso la Regione Abruzzo, del Comitato VIA per discutere vari progetti tra cui proprio la questione Powercrop e la conseguente richiesta di attenzione da parte delle autorità locali, da sempre motivate nell’intenzione di bloccare il progetto, perché intervengano nuovamente a favore del territorio marsicano.
“Ciò che chiediamo alle autorità locali, al Presidente del Consiglio regionale ed al Presidente della Regione Abruzzo è che facciano tutto ciò che è in loro potere per difendere la Marsica cui il governo sta attentando con decisioni irrispettose e contrarie allo sviluppo economico” ha dichiarato la Inzaghi “Non possiamo permettere alle solite multinazionali di venire ad impattare la nostra area giusto il tempo di sfruttare gli incentivi per la produzione di energia elettrica. Finiti questi ultimi, il territorio si ritroverà impoverito nel suolo, vi sarà stata un’ingente perdita delle nostre acque e creati scarsi venti posti di lavoro a discapito delle centinaia che il settore agricolo produce. Non è possibile assistere alla chiusura di stabilimenti come la Pittini o la cartiera e veder sorgere questo tipo di attività che in più non determinano alcuna rioccupazione” ha concluso la portavoce di No Powercrop. 
Il Presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio, ha risposto alle richieste del Comitato dichiarando la propria contrarietà al progetto, in difesa del territorio Marsica e dunque impegnandosi personalmente nella sospensione dei punti all’ordine del giorno relativi al progetto Powercrop, previsti nella riunione di oggi del Comitato VIA in Regione ,motivando il rinvio a necessari ulteriori approfondimenti sul caso. I rappresentanti delle associazioni agricole Confagricoltura e Coldiretti, Fabrizi e Meschieri, si sono soffermati su problematiche quali il recupero stesso delle biomasse, non prodotte in sufficiente quantità nel Fucino e dunque non reperibili entro i settanta chilometri dal nucleo industriale come voleva il progetto preliminare della centrale e sulla questione dell’approvvigionamento idrico, considerato che l’impianto sfrutterebbe circa un milione di metri cubi d’acqua. Meschieri ha insistito perché le amministrazioni intervengano tempestivamente sollecitando la questione a chi di dovere.  Stefano Fabrizi, invece, ha evidenziato il cambiamento fondamentale sul piano societario del gruppo Powercrop, acquisito in buona parte dalla Enel e dunque indotto ad una riflessione su chi sia effettivamente da inquadrare come “nemico” nell’ambito della vicenda.
“E’ dal 2007 che ci occupiamo in amministrazione della vicenda Powercrop, dopo otto commissioni, due risoluzioni, cinque consigli comunali e tre ricorsi al Tar credo che sia doveroso riflettere sulla necessità di un piano regionale in tema di insediamenti produttivi e di un intervento legislativo chiaro che determini il futuro industriale della nostra Regione così che venga disciplinato il se, come e dove questi centri industriali devono sorgere” ha dichiarato l’avv. Roberto Verdecchia. Tra le conclusioni, l’affermazione di assoluta contrarietà alle attività industriali impattanti da parte di Antonello Gallese “Non solo Powercrop, ci opporremo in modo decisivo a qualsiasi insediamento industriale contrario alla vocazione agricola del nostro territorio”. http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2014/09/no-powercrop-avezzano.html

Nessun commento:

Posta un commento