domenica 27 luglio 2014

ELBRUS DI PACE…E ANNA POLITKOVSKAYA

Con molta fatica, dopo due mesi di lavoro intenso, superando grandi difficoltà logistiche, le ostilità istituzionali e gli stereotipi religiosi ed etnici, siamo riusciti ad ottenere i nominativi dei 6 ragazzi che parteciperanno al primo anno del progetto “la pace svetta” (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=2073). 

Si tratta di un campo interetnico ed interreligioso (musulmani e cristiani) che si terrà sull’Elbrus la montagna più alta d’Europa, sul versante della repubblica caucasica della Karachaevo Cherkessia, e più precisamente nella città di Dombay dal 10 agosto al 21 agosto. I ragazzi saranno: Linda, 15 anni, cecena; Artur, 18 anni, ceceno; Magomed, 16 anni, inguscio; Aslan, 18 anni, inguscio; Aleksandr, 20 anni, osseto; Murat, 16 anni, osseto.

Pare già un successo avere ottenuto l’autorizzazione notarile per i minori da parte dei genitori, visti i vari conflitti succedutesi fra le parti negli ultimi decenni e, in particolare, l’odio vivo che ancora arde fra osseti e ingusci, soprattutto adesso, nell’avvicinarsi del decennale di Beslan (il campo estivo si conclude a 10 gironi dalla commemorazione).

Questo primo e fondamentale risultato è stato raggiunto grazie al partenariato con l’associazione di Grozny “Salviamo la generazione” e al suo presidente Adlan Mukhamedov. Nei restanti giorni, prima dell’avvio operativo del progetto, potremo finalmente dedicarci al programma del campo estivo che prevederà incontri di reciproca conoscenza con l’ausilio di una psicologa (il programma, senza enfasi e senza obiettivi ambiziosi, cercherà di privilegiare momenti comuni di vita quotidiana, sfruttando – soprattutto - le opportunità che l’ ambiente offre, come passeggiate, attività ludiche e ricreative, ecc.) e metterà le basi per un lavoro comune che dovrà condurli al prossimo campo estivo con l’ingresso di 6 nuovi ragazzi.

Oltre ai bambini di Dubovy Log (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=2227.0), è un’altra sfida e un grande impegno di Mondo in cammino per le future generazioni, soprattutto adesso in cui i vari conflitti, fra cui quello israeliano/palestinese, lanciano funesti presagi. Un piccolo tentativo per tentare e replicare processi di riconciliazione in quel Caucaso del nord, parte estrema dalle nostra comune Europa, in cui gli odi e le contrapposizioni sono sempre in agguato e, soprattutto, oggetto di speculazione e di pretesti politici e geostrategici per avvallare politiche colonialiste o consolidare le proprie influenze nel rinnovato scenario della guerra fredda, amplificato dopo i fatti diMaidan.

Dedico questo primo importante tappa del progetto a Anna Politkovskaya, il cui ricordo, i cui amici e i cui sentieri sono stati comuni in questi ultimi 9 anni di errabondare fra Cecenia, Inguscezia e Ossezia del Nord; ma soprattutto, mi è stata utile (e molte volte in solitudine e con incomprensioni unite a rabbia e lacrime di impotenza e frustrazione) il suo esempio di lucida ostinazione nell’andare avanti.

Mi accompagna e mi ha aiutato un pensiero da lei descritto nel libro “Cecenia, la guerra degli altri”,  che ho avuto la ventura di trovare a Grozny, nell’ufficio di Memorial, e che Mondo in cammino, grazie a Spera editore, ha pubblicato in italiano; un pensiero che porto sempre con me e che vorrei fosse da suggello ad ogni fase futura del progetto “La pace svetta”: “Tutto è bene quel che finisce bene. E tutto è bene solo quando gli esseri umani restano tali”.

(Per sostenere il progetto scegliere la modalità a questo link:  http://www.mondoincammino.org/altro.php?name=sostieni Causale: Elbrus)

Massimo Bonfatti
presidente di Mondo in cammino
 

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