martedì 3 giugno 2014

I 73 COMUNI VIRTUOSI D’ITALIA CHE “INSEGNANO” ALL’ESTERO rispetto del territorio e bilancio in attivo


PICCOLE E MEDIE REALTÀ DELLO STIVALE DOVE SI CONIUGA RISPETTO DEL TERRITORIO
E BILANCI IN ATTIVO. ARRIVANO DA TUTTO IL MONDO PER CAPIRE COME SI FA
MONTECHIARUGOLO
Qui hanno sostituito
i lampioni classici
con quelli a led:
il Comune ha incassato
900 mila euro
e ridotto l’inquinamento
di Alessandro Ferrucci
inviato in Emilia Romagna
C’è una strada
per l’Italia non
tracciata sulle
cartine ufficiali,
una strada che unisce settantatré
piccoli e medi puntini
sparsi per tutto lo Stivale,
dall’estremo nord al
sud. Settantatré puntini rappresentati
dai colori dell’a rcobaleno
parlamentare, da
sinistra a destra con sfumature
grilline a seconda della
maggioranza eletta. Sono i
Comuni virtuosi”, dove il
rispetto dell’ambiente è
prioritario, dove le differenti
amministrazioni sono state
in grado di coniugare la forma
alla sostanza; l’aspetto
pratico a quello economico.
Ma sa qual è il paradosso?”
Ce lo dica lei. “Arrivano da
ogni parte del mondo per capire
come realizziamo i nostri
progetti, per studiare,
per porci le domande opportune.
E poi applicarli a casa
loro. Invece in Italia la diffusione
è limitata a poche
realtà e a livello regionale e
nazionale troviamo il silenzio
assoluto”, spiega Marco
Boschini, coordinatore
dell’associazioni dei “C o m uni
virtuosi”.
Così, arrivare all’83,7 per
cento di raccolta differenziata
non è utopia a Felino, quasi
ottomila abitanti in provincia
di Parma, obiettivo
raggiunto grazie a un sistema
in grado di calibrare ad
personam il quantitativo prodotto
con il costo generato,
la chiamano “tassazione
puntuale”, come racconta
Elisa Leoni, assessore all’a mbiente
del comune stesso.
OPPURE BASTA spostarsi
venti chilometri, arrivare a
Montechiarugolo, e scoprire
che è possibile segnare a bilancio
un attivo di 900 mila
euro con l’illuminazione a
led. Possibile? “Se vuole le
mostro i conti”. Ve bene. “Il
principio è semplice – inter -
viene Maurizio Olivieri, ex
assessore all’ambiente, tra i
protagonisti della svolta
energetica nel paese emiliano
Ogni lampione consuma
l’anno tra i 110 e i 120
euro; a questi vanno aggiunti
i costi di manutenzione, dai
venti euro a salire, con una
media di 40, ma nei grandi
centri si arriva a 100 euro. I
lampioni a led consumano
un terzo e la manutenzione è
azzerata. Noi a Montechiarugolo
ne abbiamo sostituiti
3.000, fate voi i calcoli, e tutti
sono alimentati grazie ai
pannelli fotovoltaici già installati
in precedenza”. Risultato
finale: niente inquinamento
da petrolio e soldi in
cassa. “L’Italia ha almeno 10
milioni di lampioni – insiste
Olivieri – Ha presente che risparmio?”.
Sì, basta volerlo.
Questi sono due esempi –
continua Boschini – ma ne
abbiamo altri, e per ogni caso
sono pronti protocolli completi
per spiegare alle amministrazioni
interessate come
gestire sia la parte burocratica
che quella pratica. Basta
copiare. Solo copiare. Ma il
nemico delle buone pratiche
è la pigrizia, il non desiderio
di intaccare una prassi, di
smetterla di consumare il
territorio, di riutilizzare
strutture già esistenti e abbandonate”,
magari anche
per lo scarso interesse
nell’incrinare quella prassi,
con meccanismi non virtuosi
ben consolidati “purtroppo a
volte è così. In provincia di
Caserta esiste un paese che si
chiama Camigliano. Lì arrivano
realmente da tutto il
mondo per capire come è
strutturato, per verificare come
è organizzata la raccolta
differenziata in una regione
dove l’immondizia è una calamità”.
E QUI NASCONO i tour: “Al -
cuni comuni non sono in
grado di supportare le continue
richieste dall’estero,
anche sul piano logistico, per
questo stiamo organizzando
una struttura per rispondere
a tutti i quesiti”, insiste Boschini.
Ma dietro a una serie
di buone notizie, ne arrivano
altre meno positive: “Non
siamo accompagnati dalle
politiche regionali e da quelle
nazionali, soprattutto per
quanto riguarda la gestione
dei rifiuti”. Insomma, in 73
casi l’Italia è un modello per
chi vuole sapere, capire, crescere.
E noi italiani non lo
sappiamo neanche, quando
va bene.
Twitter: @A_Ferrucci

il fatto quotidiano 3 giugno 2014

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