lunedì 2 giugno 2014

Amianto e muri che cadono: migliaia di scuole a rischio LA PROMESSA Il governo assicura: “Daremo tre miliardi e mezzo” crolla tutto

ALLARME DEL CENSIS SULLO STATO DEGLI ISTITUTI: SONO VECCHI E FATISCENTI. IN 3600 CASI
SERVONO INTERVENTI STRUTTURALI; ALTRI 9 MILA SONO COSTRUITI ANCHE CON L’AMIANTO
CROLLA TUTTO
Non a norma
Sono gli impianti elettrici o idraulici
che non funzionano o non sono a norma. 24 mila
Intonaci che cadono
In queste scuole cadono spesso intonaci,
a discapito dell’incolumità degli alunni. 9 mila
Tetti da rifare
In questi edifici scolasti occorrerebbe
rifare tetti e coperture. 7. 200
A contatto con l’amianto
Sono gli edifici che espongono i loro
342.000 alunni al rischio amianto. 2 mila

LA PROMESSA
Il governo assicura:
Daremo tre miliardi
e mezzo”
Interventi previsti per
luglio, ma i decreti sono
ancora da approvare
di Valeria Pacelli
Intonaci a pezzi, vetri rotti,
lavori di ristrutturazione
fatti male e tanto
amianto. Sono queste le
condizioni in cui trascorrono
almeno 5 ore al giorno gli studenti
italiani. Il Censis (Centro
Studi Investimenti Sociali) ha
pubblicato i dati delle scuole
della penisola e il quadro che ne
viene fuori è preoccupante. Degli
oltre 41 mila edifici scolastici
statali, sono 24 mila gli impianti
(elettrici, idraulici, termici) che
non funzionano o non sono a
norma. In altrettante 9 mila
scuole gli intonaci cadono giorno
dopo giorno. Qui sono necessari
interventi, come in altri
7.200 edifici in cui occorrerebbe
rifare tetti e coperture. Sono
numeri importanti soprattutto
per l’incolumità degli studenti.
Solo a febbraio scorso, in una
scuola elementare di Palermo è
crollato una parte del muro e
due studenti sono rimasti feriti.
In altri casi non è andata così:
era il 2002 quando una scossa di
terremoto buttò giù una scuola
di San Giuliano di Puglia e morirono
26 bambini e una maestra.
E non si può dimenticare
L’Aquila e il crollo della casa
dello studente, dove molti ragazzi
persero la vita.
SONO ALCUNE delle tragedie
avvenute in un’Italia dove ci sono
2.000 scuole che espongono
i loro 342.000 alunni al rischio
amianto”. Ma dai dati Censis
emergono altri due elementi. Il
primo riguarda la costruzione
degli edifici che risulta essere
datata nel tempo: più del 15% è
stato costruito prima del 1945, il
44% tra il ‘61 e l ‘80. La seconda
problematica riguarda i lavori di
manutenzione: se ne fanno pochi
e male. È questa la condizione
delle scuole che il governo
non può ignorare. Matteo Renzi
aveva annunciato un piano - da
approvare - di 3 miliardi e mezzo
di euro. Il Fatto ne ha chiesto
conto a Roberto Reggi, sottosegretario
all’Istruzione, che ha
assicurato che “gli interventi
inizieranno da luglio”. Dove
prenderete i soldi? “Ci saranno
tre tipologie di intervento: ci sono
450 milioni di euro destinati
alla piccola manutenzione. In
questo caso abbiamo recuperato
i soldi con l’aggiudicazione di
una gara sul servizio di pulizia.
Ossia prima le pulizie nelle
scuole costavano 600 milioni.
Con la gara abbiamo tagliano
300 milioni da utilizzare invece
per i lavori”. Poi ci sarebbero
400 milioni per la manutenzione
straordinaria. “Questi soldi -
spiega Reggi - li recuperiamo da
fondi europei inutilizzati. E infine
ci sono i grandi interventi o
nuove costruzioni: in questo caso
stanzieremo 1 miliardo e 300
milioni giacenti nelle casse dei
comuni attraverso l’allenta -
mento del patto di stabilità.” E
conclude: “A questi si aggiungono
900 milioni che arriveranno
a gennaio 2015 da mutui con
la banca europea. E altri fondi
europei per un valore ancora da
stabilire, ma che può essere intorno
ai 3 miliardi.”
Il piano per la scuola è questo,
ma i decreti devono essere ancora
approvati. Bisognerà
aspettare luglio e vedere se le parole
diventeranno fatti.

il fatto quotidiano 1 giugno 2014

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