venerdì 2 maggio 2014

Sabaudia, scarichi nel lago di Paola, al via i controlli dalla zona di Torre Paola

SABAUDIA, LA VERIFICA SI ESTENDERÀ ANCHE IN ALTRI VERSANTI 

Una task force composta da personale dell'Ente Parco, del Corpo forestale dello stato, della Capitaneria di Porto e dell'Arpa a caccia di eventuali versamenti abusivi di acque nere e bianche. Le prime "visite" in alcune abitazioni, in tre ristoranti, in un'azienda ittica e un "B&B"

Della schiuma bianca ferma al Ponte Rosso non c’è più traccia, ma lungo il canale romano e le sponde del lago di Paola è in atto un attentissimo monitoraggio da parte dell’Ente Parco, della Capitaneria di porto, del Corpo Forestale e dell’Arpa.
LA SCHIUMA BIANCA. Dai prelievi effettuati nei giorni scorsi per cercare di capire a cosa fosse dovuta la presenza della schiuma dagli effetti urticanti segnalata dal circolo Larus di Legambiente sarebbe emersa la presenza, tra le tante sostanze, di tensioattivi. Il sindaco Maurizio Lucci in un primo momento aveva riferito che l’Arpa aveva escluso che lo strano fenomeno della schiuma bianca fosse riconducibile ad un inquinamento chimico. Il fenomeno era stato quindi attribuito, come spesso accade, alla reazione delle alghe di fronte agli sbalzi di temperatura.  Poi la sorpresa dei tensioattivi, anche se non è dato sapere in che quantità e se la stessa quantità abbia potuto produrre tanta schiuma prima in un canale e poi nell’altro.
I TENSIOATTIVI BIODEGRADABILI. I tensioattivi sono sostanze molto diffuse nell’ambiente soprattutto nelle acque. I primi in commercio non erano biodegradabili e formavano abbondanti schiume, alterando le caratteristiche organolettiche delle acque, impedendo la solubilizzazione dell’ossigeno e di conseguenza tutti i processi ossidativi naturali e di autodepurazione, diminuendo la velocità di sedimentazione delle particelle sospese. Successivamente sono stati sintetizzati tensioattivi biodegradabili, i più diffusi oggi, che però sono più tossici per gli organismi acquatici. Dunque, anche per le alghe la cui reazione sarebbe da ricondurre, in questo caso, anche alla presenza di sapone oltre che agli sbalzi di temperatura. I CONTROLLI. Comunque sia, ora non sarà più possibile – qualora fosse accertata dalle analisi effettuate un enorme quantitativo di tensioattivi – risalire all’eventuale responsabile, perché ora l’acqua è tornata alla sua normalità. Ma l’episodio ha fatto cogliere la palla al balzo per verificare se le attività e le utenze domestiche attorno al lago di Paola siano in regola con gli scarichi. Si è partiti da Torre Paola, esattamente dal ristorante “L’Approdo” dove non sono state riscontrate, ad un esame visivo, tubature fuori posto anche se resta da completare l’acquisizione di tutta la documentazione. Nel corso della mattinata di oggi, la task force si è portata anche all’interno della cosiddetta darsena e nei pressi del casotto rosso dove insistono diverse abitazioni, magazzini per pescatori, l’azienda “Ittica Lago di Paola”, i ristoranti “La Cruz” e “Ponte Rosso” e un “B&B”. Per il momento i titolari delle residenze e della attività “visitate” si sono messi a disposizione dei “controllori”, anche se le somme al momento non sono state ancora tirate. Il giro di vite riguarderà anche alle altre attività sulle sponde, oltre la zona di Torre Paola. Occhi puntati anche sulle imprese agricole.     http://www.corrieredilatina.it/news/ambiente/5903/Scarichi-nel-lago-di-Paola-.html     

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