venerdì 30 maggio 2014

Greenpeace blocca due piattaforme petrolio dirette in Artico Arrestati sei attivisti dopo il blitz

Nelle prime ore di questa mattina, quarantacinque attivisti di Greenpeace provenienti da dodici nazioni hanno bloccato due diverse piattaforme petrolifere destinate a trivellare nell'Artico. E la polizia olandese ha arrestato sei attivisti che si erano incatenati a una piattaforma per impedirle di lasciare i Paesi Bassi.

Nel porto olandese di Ijmuiden, un gruppo di 30 attivisti ha bloccato in porto la GSP Saturn, una piattaforma petrolifera in uso alla compagnia di stato russa Gazprom e destinata a trivellare nel remoto Mar di Pechora. La protesta è durata all'incirca cinque ore, i sei attivisti sono ancora in arresto.

Nelle stesse ore un altro gruppo di 15 attivisti, partiti dalla nave di Greenpeace Esperanza, ha occupato nel Mar di Barents la Transocean Spitsbergen, piattaforma sotto contratto con la compagnia petrolifera norvegese Statoil, in procinto di trivellare vicino alla riserva naturale dell'Isola dell'Orso. Al momento gli attivisti sono ancora a bordo della piattaforma.

"Difendere l'Artico è fondamentale per tutti noi - afferma Ben Ayliffe, responsabile della campagna Save The Arctic per Greenpeace International - e la sua protezione richiede una risposta davvero globale. Non possiamo permettere che uno spericolato club di compagnie petrolifere approfitti dello scioglimento dei ghiacci per cercare di estrarre le ultime gocce di petrolio". Greenpeace chiede il bando di tutte le attività di esplorazione petrolifera e di pesca industriale insostenibile nell'Artico e l'istituzione di un Santuario al Polo Nord.
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