domenica 27 aprile 2014

Ilva Taranto, per i pm: “Vendola non può essere parte lesa” e chiedono la nomina di un commissario per evitare conflitti di interesse

Ilva, i pm: “Vendola non può essere parte lesa”
REGIONE, I PM DI TARANTO CHIEDONO LA NOMINA DI UN COMMISSARIO: “IL PRESIDENTE È IMPUTATO. NON PUÒ AGIRE COME VITTIMA”
CAVILLI GIUDIZIARI
Se il gip dovesse rinviare
a giudizio il segretario
di Sel, questi dovrebbe
chiedere i danni a se
stesso. Perciò si parla
di conflitto di interesse
di Francesco Casula
e Antonio Massari
La vicenda è profondamente politica. Eppure
a meno di colpi di scena - toccherà
alla magistratura prendere una decisione. E
dal punto di vista politico non si tratta di una
decisione da poco. Nichi Vendola può rappresentare
la Puglia, nell’eventuale processo,
chiedendo ai Riva i danni per l’avvelenamento
prodotto dal loro siderurgico?
E SE NON POTRÀ farlo, per il
leader di Sel, non si tratta di
una “condanna” politica –
una sorta d’indegnità a curare
gli interessi della Puglia - di
cui deve prendere atto? Veniamo
al punto. Su un lato
della medaglia troviamo Vendola,
presidente di Regione,
imputato per concussione
nell’inchiesta Ilva. Sull’altro
lato c’è Vendola, presidente di Regione, che
rappresenta la Puglia intera come parte civile.
E così, se il 19 giugno il giudice per l’udienza
preliminare dovesse rinviare a giudizio Vendola,
il segretario di Sel dovrebbe chiedere i
danni a se stesso. L’unico politico a rilevare
questo pesante conflitto d’interessi è stato Angelo
Bonelli, portavoce della Federazione dei
Verdi e consigliere comunale di Taranto, che
ha chiesto al Governo di sostituire Vendola
con un commissario ad acta. Il Governo sembra
orientato a sostituire Vendola, sì, ma senza
commissariarlo, nominando un “curatore speciale”
che possa rappresentare la Puglia nel
processo. Alla stessa conclusione è giunta la
procura di Taranto che, nei giorni scorsi, ha
chiesto al gup Vilma Gilli di nominare un
procuratore speciale” che possa curare gli interessi
della Regione nella vicenda. La questione
ora è al vaglio del giudice. In ambito
politico, Bonelli ha posto la
questione. In attesa che il gup
da un lato, e il Governo dall’altro,
prendano una decisione,
resta un rischio concreto:
che le istituzioni restino fuori
dal processo. L’evidente “con -
flitto d’interessi”, infatti, potrebbe
essere sollevato anche
dai Riva e, se non venisse sanato
in tempo, potrebbe far
tramontare la presenza di Regione
e Comune come parti
civili.
Senza la nomina di un procuratore speciale – o
di un commissario, come chiede Bonelli – resta
in piedi la sola possibilità prevista dalla legge:
gli unici a poter formulare la richiesta di costituirsi
parte civile, per Comune e Regione,
sono Sindaco e Presidente.
IL 18 APRILE, la Giunta pugliese, ha stabilito
che si costituirà parte civile: la proposta arriva
dalla vicepresidente, Angela Barbanente, ma
Bonelli contesta la scelta perché “i poteri del
presidente di Regione si trasferiscono alla vicepresidente
solo in caso di assenza, o impedimento
temporaneo, mentre il 18 aprile
scorso Vendola non era né assente, né aveva
alcun impedimento temporaneo”. La polemica
politica, in vista del 19 giugno, si fa sempre
più dura e come spesso accade, quando si
parla di Ilva e politica, sembra tutto delegato
alla magistratura: sarà il gup, su richiesta della
procura, a stabilire se sarà necessario un “pro -
curatore speciale” che sostituisca Vendola,
per rappresentare la Puglia nell’eventuale
processo.

Il fatto quotidiano 27 aprile 2014

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