sabato 1 marzo 2014

Rifiuti, l’inchiesta si allarga al Campidoglio Fabio Tancredi, ex dirigente del Dipartimento Ambiente, è indagato per l’ok a Monti dell’Ortaccio

Un’autorizzazione provvisoria «illegittima» per allargare la cava di Monti dell’Ortaccio dove realizzare una discarica. Per questo è finito nel registro degli indagati anche un ex alto dirigente del Comune di Roma, Fabio Tancredi, all’epoca dei fatti nel settore ambiente, accusato di abuso d’ufficio. Il fascicolo è lo stesso che il 9 gennaio scorso ha portato agli arresti domiciliari il «Supremo» Manlio Cerroni nell’inchiesta sul sistema rifiuti. Un’associazione per delinquere riconosciuta tale anche dal Tribunale del Riesame, i primi giudici (anche se in fase cautelare) a entrare nel merito delle ipotesi d’accusa del procuratore capo Giuseppe Pignatone e del sostituto Alberto Galanti.
RUOLO DI TANCREDI
L’ex dirigente comunale, secondo l’accusa, avrebbe avuto un ruolo nell’autorizzazione provvisoria per allargare la cava di Monti dell’Ortaccio, concessa nel 2011. In concorso con Bruno Vitali, rappresentante legale della Galeria Scavi srl, e con Cerroni, avrebbe «emanato in data 20 aprile 2011 la determinazione n.747, di rinnovo dell’autorizzazione all’attività estrattiva in località Monti del Lumacaro (nelle vicinanza di Monti dell’Ortaccio, ndr) in favore della società Galeria Scavi srl, già scaduta il 18 febbraio 2006. In altri termini, laddove la Determinazione dirigenziale del 2003 autorizzava l’attività estrattiva per soli 3 anni, detto termine veniva portato a 10 anni, con validità retroattiva, dalla determinazione a firma di Tancredi». Ascoltato martedì scorso, l’ex funzionario ha negato ogni addebito, affermando che la delibera del 2003 aveva già una durata decennale.
RETTORE FRATI
Dagli atti emergono altri spaccati, legati anche alla figura del rettore de La Sapienza Luigi Frati, finito nell’incartamento per un suo presunto interessamento per far lavorare la figlia di Romano Giovannetti, segretario dell’ex assessore Pdl Pietro Di Paolantonio. Frati ha sempre negato che un appuntamento ci sia stato, ma dall’interrogatorio di Bruno Landi, braccio destro di Cerroni, emerge un contatto. «Nella mia esperienza politica – dice l’ex presidente della Regione – io odiavo queste cose (le raccomandazioni, ndr) (…) Sta il fatto che, in realtà, lui (Giovannetti, ndr) ha una figlia studiosissima che ha scelto di fare l’egittologa, che ha 35-37 anni non guadagna una lira sta sulle spalle della famiglia (...). Frati, tra l’altro, mi ha ricevuto per cortesia, ma poi, in realtà, siccome erano anni e anni che non lo vedevo, dalle discussioni sulle convenzioni Policlinico Università quando io facevo il presidente della Regione, è stato cortese nell’accoglierci. Siccome Frati però è circondato da mille professori da mille questioni c’ha incrociato nei corridoi e ha detto "sì sì sì rivolgiti al mio assistente, poi ne parliamo", e così è finita tutta la storia».
MARRAZZO
Sempre Landi parla anche di spaccati che riguardano l’ex governatore Piero Marrazzo. Racconta che «una volta appena eletto Marrazzo facemmo una riunione come Federlazio (…) non mi rivolse nemmeno uno sguardo non mi dette la mano…essendo stato pure lui esponente del partito socialista quindi il clima era quello, di rappresentarsi totalmente nuovi, totalmente estranei al vecchio quindi chiunque apparisse con le caratteristiche del vecchio doveva essere per quanto possibile espunto».
Ivan Cimmarusti http://www.iltempo.it/roma-capitale/cronaca/2014/02/28/rifiuti-l-inchiesta-si-allarga-al-campidoglio-1.1224374

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