sabato 1 marzo 2014

Omissioni di stato: Polizia, l’a m i an t o sugli elicotteri Il Viminale sapeva

IL MATERIALE STOCCATO A PRATICA DI MARE E MAI SMALTITO PRONTO IL RICORSO DI 40 AGENTI CONTRO IL DIPARTIMENTO SCARSE PROTEZIONI Le sostanze tossiche smontate dagli stessi operatori senza equipaggiamento adeguato. Prime segnalazioni nel 2007 di Silvia D’Onghia Chissà quanti operatori passano davanti, ogni giorno, a quell’han - gar. Anzi, chissà quante volte, dal 2007 ad oggi, ci sono passati. E chissà se sapevano, o solo sospettavano, che tra quel materiale tossico accatastato alla rinfusa ci sono pezzi di amianto. Componenti di elicotteri, venduti alla Polizia di Stato da AgustaWestald, smaltiti dagli stessi poliziotti dei reparti volo con protezioni che ben poco riparano dall’asbesto e dalle sue terrificanti conseguenze. Questo è uno dei tasselli dell’incredibile storia dell’amianto sugli elicotteri in dotazione alle Forze dell’Ordine. Dopo Vigili del fuoco e Finanza, è il momento del Dipartimento di pubblica sicurezza. Che sapeva, fin dal 2007, che nelle guarnizioni, nei condotti, nei tubi, nei freni ruota e rotore dei velivoli poteva essere presente l’amianto. Al Dipartimento lo aveva detto, il 2 febbraio 2007, la stessa Agusta, in un fax in cui venivano indicate le singole Una nota dettagliata, dopo la quale il Viminale scrive una prima volta a tutti i reparti volo d’Italia e chiede di “conoscere il quantitativo dei particolari giacenti presso i locali magazzini, significando che gli stessi dovranno essere accantonati adottando le precauzioni di cui alla normativa D.Lgs 626/94”. Il ministero sa che l’amianto esiste e precisa che deve essere smaltito secondo la legge. Per questo risulta strano l’equipaggiamento indicato nel 2008, che dovrebbe servire alle ispezioni: maschera mezzo facciale con filtri, tuta monouso microforata (“sigilla - ta polsi e caviglie con il nastro”), guanti monouso. IL DISPOSITIVO inviato dal decimo reparto volo – Venezia – specifica che “al termine dell’utilizzo, le tute e i guanti devono essere gettati nell’apposito contenitore per rifiuti pericolosi”. Basta tutto ciò a proteggere dalle fibre d’amianto? La risposta ce l’ha data il ministero della Difesa lo scorso anno, quando – dopo le notizie di stampa – ha fornito le disposizioni a tutti i soggetti interessati dall’amianto: tute tyvek intere, guanti in nitrile, facciali filtranti, oltre ad aspiratore a filtro assoluto, impianto di filtrazione acqua e unità di decontaminazione del personale. Tutta un’altra musica. Quando, nel 2013, l’Huffington Post riapre il caso amianto, il Dipartimento attiva nuovamente i reparti volo, richiedendo “ur - gente riscontro riguardo alle attività a suo tempo disposte”. Bisogna dunque pensare che, in sei anni, le parti incriminate non sono ancora state smaltite? IL 3 SETTEMBRE 2013 il primo reparto volo riferisce di aver “in - dividuato i particolari con presenza di amianto, che sono stati accantonati in un locale idoneo in attesa di notizie per la sostituzione/ sostituzione/ smaltimento da parte della ditta Agusta o enti preposti”. Ecco la risposta: i pezzi contenenti il pericoloso materiale sono stati smontati – dai poliziotti, con guanti e tute monouso – e accantonati, ma non ancora smaltiti, in un “locale idoneo”. In un magazzino, a Pratica di Mare, dove si trovano anche vecchi elicotteri, coperti con teli volanti. Presso i reparti volo della Polizia, risultano una trentina di casi di decessi per tumore. Certo, nessuno può ricondurli all’esposizione all’amianto, ma nessuno può neanche escluderlo. Anche perché, in tutti questi anni, solo alcuni i poliziotti sono stati sottoposti a semplici spirometrie, che non bastano ad attestare la presenza di eventuali patologie da asbesto. È per fare chiarezza che in questi giorni una quarantina di operatori potenzialmente esposti hanno firmato un ricorso contro il Dipartimento. il fatto quotidiano 1 marzo 2014

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