sabato 1 febbraio 2014

scandalo rifiuti, «così Montino (pd) aiutava Cerroni» In una telefonata gli accordi tra il Ras e la regione Lazio

di Sara Menafra
La politica regionale del Lazio si occupava nel dettaglio di come accontentare le richieste di Manlio Cerroni. Il gip che venti giorni fa ha messo ai domiciliari il ras delle discariche italiane l’aveva detto con chiarezza. E due giorni fa, l’ha sottolineato di nuovo anche il pm titolare del fascicolo Alberto Galanti. Nelle 500 pagine di memoria presentate due giorni fa nel corso dell’udienza del Riesame chiamata a discutere della richiesta di scarcerazione di Luca Fegatelli e Raniero De Filippis, il pm ha puntato tutto sui rapporti tra Cerroni e la politica. Specie negli anni della giunta guidata da Piero Marrazzo, i contatti erano strettissimi. In particolare con l’allora vicepresidente della Regione, Esterino Montino (che non risulta indagato). Centrale, scrive il magistrato, una intercettazione in cui Montino sembra occuparsi direttamente dei dettagli necessari a realizzare un nuovo termovalorizzatore ad Albano laziale. Perché il gruppo Colari ottenga i finanziamenti Cip6 a cui punta, bisogna inserire il progetto nel piano dell’impiantistica regionale.

La telefonata Il Partito democratico sembra sul punto di dividersi, anche perché l’assessore all’ambiente Zaratti inizialmente è contrario (poi deciderà di astenersi, secondo i carabinieri del Noe sulla base di un accordo) e Mario Di Carlo, legatissimo a Cerroni, vuole accontentare anche questa richiesta. E’ a questo punto che entra in campo Montino. Che cerca di trovare la quadra con Arcangelo Spagnoli, (deceduto), all’epoca responsabile del procedimenti nella struttura commissariale che doveva risolvere l’emergenza. Montino: «Adesso noi traccheggiamo un pò qualche giorno»; Spagnoli: «Si»; Montino: «E poi prima di incominciare ti dico io quando, va bene?»; Spagnoli: «Ma tu me l'hai detto eh, io infatti me sto tranquillo io soltanto ti devo riferire alcune cose, se mi dai cinque minuti sulle discariche»; Montino: «Ho abbassato per problemi di ordine politico da 200 tonnellate sull'impianto di Albano a 160 e quindi ottanta ottanta». Come il pm aveva scritto anche nella richiesta di custodia cautelare, il punto è che l’abbassamento della potenza dell’impianto di Albano «quest’abbassamento, come si arguisce dalle conversazioni dianzi citate, era stato oggetto di “negoziazione politica” con alcune forze politiche avverse al gassificatore, in cambio di un appoggio, o almeno di una astensione, per la votazione favorevole dell’atto». E infatti la conversazione prosegue. Montino: «Ecco tieni conto che nel piano definitivo che bisogna tirar fuori, sono solo sette... invece di essere settecentodieci sono settecento»; Spagnoli: «E che problema c'è»; Montino: «Non ci sono problemi»; Spagnoli: «Tra tre quattro anni noi ri...»; Montino: «E appunto!»; Spagnoli: «La ritocchiamo con un clima diverso eh».

Le relazioni I rapporti politici, scrivevano i Carabinieri del Noe, sono stati la base su cui Cerroni ha costruito il suo impero: «Era chiaro che tale capacità di contatto, sviluppata da Cerroni, si era estrinsecata attraverso svariati rapporti interpersonali correnti tra l’interessato ed esponenti sia della pubblica amministrazione sia del comparto politico».
Sabato 01 Febbraio 2014 - 08:20
Ultimo aggiornamento: 09:46
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