sabato 25 gennaio 2014

per un fiore 3 anni di galera, se inquini e corrompi la medaglia, se non ostacoli posti in regione, parlamento o case popolari

c'è chi è sotto processo per inquinamento delle falde, agli arresti domiciliari per avere, secondo le accuse, partecipato in modo illecito a favorire i suoi interessi aziendali e commerciali e vuole la medaglia dalla comunità. Intanto viene ossequiato e salutato dagli amministratori locali che lo salutano, omettendo di salutare i cittadini. Facendo capire da che parte stanno (gli amministratori) tra impianti inquinanti e devastanti e bene comune (cittadini, salute pubblica, difesa dell'ambiente) scelgono i primi? per chi non si oppone agli impianti farlocchi (criticati dagli stessi propositori) definiti "specchietto per le allodole" le "allodole" rischiano di diventare parlamentari, consiglieri regionali, un posto al caldo in uno dei tanti enti regionali (per esempio case popolari) oppure sindaco o assessore o consigliere (comunale o regionale) o un semplice incarico...

Coglie un fiore, rischia 3 anni
SOLTANTO
PER AMORE
Il mio assistito El Israel,
etiope, è in Italia da tanti
anni. Voleva soltanto
regalare un oleandro
alla sua ragazza. Così
si spreca denaro pubblico
avv. G. Arringhi
di Tommaso Rodano
Si può finire a processo per aver rubato un fiore e rischiare tre
anni di galera. Succede in Italia. Specie se sei un giovane immigrato
e un’ipotesi così assurda fai fatica persino a immaginarla, e
declinarla nella lingua del Paese dove hai scelto di ricominciare da
capo. El Israel è nato in Etiopia e vive a Roma da tanti anni. Ne ha
trentanove. La sua vita il 4 giugno 2011. Sta passeggiando in centro,
vicino a via Cavour. La sua attenzione è catturata da una macchia di
colore in un’aiuola. El Israel osserva l’oleandro, allunga la mano e
coglie i fiori, spezzando involontariamente un paio di ramoscelli
della pianta. È un regalo per la fidanzata. Hanno un appuntamento:
lei lo aspetta di fronte alla stazione Termini. L’avrebbe raggiunta in
pochi minuti. Non fa in tempo, due agenti assistono alla scena e lo
fermano: lo identificano e scatta la denuncia a piede libero.
IL DIRITTO – per quanto possa sembrare assurdo – non fa sconti:
l’azione penale è obbligatoria. Cogliere fiori da un giardino pubblico
non è un atto di cavalleria, né al contrario, di superficialità o maleducazione:
per la legge è semplicemente un reato. “Danneggia -
mento aggravato”, spiega Gianluca Arrighi, l’avvocato di El Israel.
Sotto il profilo formale, il magistrato non poteva richiedere l’ar -
chiviazione: il codice di procedura penale per i maggiorenni non
prevede l’irrilevanza del fatto, come avviene per chi ha meno di 18
anni. Il danneggiamento è ‘aggravato’ perché l’ ‘oggetto’ rovinato –
la pianta di oleandro – si trova su una strada pubblica”. Un “reato”
che prevede pene da sei mesi a tre anni di reclusione, secondo l’ar -
ticolo 635 del codice penale. El Israel oggi vive a Firenze. Dopo la
denuncia ha deciso di lasciare Roma. Fatica ancora a parlare italiano.
È facile pensare che sia stato decisivo il suo essere straniero, di colore
e incapace di farsi comprendere,
di fronte allo “zelo” dei poliziotti
che l’hanno denunciato. Ma
questo nessuno potrà dimostrarlo.
In Italia, fiori a parte, non ha mai
commesso un reato: è incensurato.
A differenza di tanti connazionali
che hanno sofferto e
sfidato la clandestinità, è entrato
nel Paese con le carte in regola.
Ha lavorato ogni volta che ha
potuto. Arrangiandosi, cambiando
di continuo, ma sempre
in modo regolare: ha fatto le pulizie
in diverse case di Roma, è
stato impiegato per un buon numero
di ditte. Ora rischia di perdere
tutto, compreso il permesso di soggiorno. Senza nemmeno capire
perché. “Di certo le parole del diritto non aiutano – dice l’av -
vocato – e la legge, a volte, non coincide con il buon senso”. Come ha
reagito? “Era incredulo e impotente. Ha detto che avrebbe affrontato
il processo, altro non può fare…”. Nel Paese delle prescrizioni eccellenti
e delle mille scappatoie per gli imputati facoltosi, se non sei
nessuno, può rovinarti la vita anche una pianta di oleandro. “È grottesco.
In quindici anni di processi penali non mi è mai capitato nulla
del genere. Senza considerare lo spreco assurdo di tempo, energie e
denaro pubblico per mettere in moto la macchina della giustizia; il
coinvolgimento di pubblici ministeri, giudici, cancellieri e ufficiali

giudiziari”. Il processo comincerà il 15 febbraio.
il Fatto quotidiano 25 gennaio 2014
Il fatto quotidiano 25 gennaio 2014

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