mercoledì 1 gennaio 2014

Budelli, il proprietario scrive a Orlando: "Serve progetto pubblico-privato per l'isola"

Bocciato l'emendamento che toglieva allo Stato il diritto di prelazione, l'Italia può acquistare il territorio entro l'otto gennaio. Così il neozelandese Michael Harte scrive al ministro dell'Ambiente: "Non è la proprietà del bene che ne garantisce la conservazione, ma i vincoli statali per la tutela dell'ecosistema" OLBIA - "Un ecosistema da preservare attraverso la cooperazione tra pubblico e privato": è questo il senso della lettera che il banchiere neozelandese Michael Harte, proprietario dell'isola di Budelli, ha scritto al ministro dell'Ambiente Andrea Orlando. Un messaggio arrivato subito dopo la bocciatura, in commissione Bilancio, di quell'emendamento della legge di Stabilità che toglieva allo Stato il diritto di prelazione sull'isola della Maddalena e destinava il denaro alle bonifiche dell'arcipelago. 

Nonostante il parere contrario della commissione Ambiente, dalla bocciatura dell'emendamento ne consegue che, entro l'otto gennaio, lo Stato può acquistare l'isola di Budelli, un territorio da sempre privato e che Michael Harte si era aggiudicato all'asta lo scorso ottobre per 2.940.000 euro. Lo Stato potrebbe diventare proprietario di Budelli spendendo tre milioni di euro, che però secondo Harte sarebbero un investimento da destinare piuttosto alla conservazione e protezione di questo territorio: "La somma andrebbe a coprire l'acquisto dei terreni, ma non i progetti di ricerca - ha scritto il banchiere - Spendere tre milioni di soldi pubblici per un'isola già supertutelata non mi sembra un modo di fare gli interessi degli italiani. Budelli è da sempre privata e si è conservata integra fino ad oggi: nessun proprietario ha mai messo in atto azioni speculative contro la ricchezza ambientale dell'isola". 

"Non è la proprietà del bene che ne garantisce la conservazione, ma i vincoli dello Stato italiano per l'unicità di quell'ecosistema - sottolinea Harte - che non possiamo permetterci di non tutelare e valorizzare anche in futuro". L'obiettivo del neozelandese è tutto in questa frase: fare in modo che l'Italia avvii un progetto di ricerca, senza togliergli la proprietà di Budelli. E se lo Stato non muove i primi passi, Harte lo fa autonomamente: "Ha già messo insieme un team di esperti (docenti universitari e biologi marini delle università di Nizza, Sassari e Stanford e membri dell'Enea - Centro ricerche ambiente marino) - si legge in una nota - e si appresta a costituire la fondazione Onlus Budelli - Osservatorio della vita marina, con una dotazione iniziale di un milione di euro e altri fondi da reperire a livello internazionale". 

Lo scopo è "gestire progetti di ricerca e protezione dell'ecologia marina dell'isola di Budelli, da estendere al più vasto ecosistema dell'arcipelago della Maddalena e del parco marino delle bocche di Bonifacio - si comunica nella stessa nota - in collaborazione anche con tutti gli enti che si occupano a livello internazionale della tutela dei parchi marini, in particolare la Blue Marine Foundation e la Iunc, International uonion for conservation of nature". Harte ancora non sa quale sarà il destino di Budelli, ma nel frattempo ha ottenuto il sostegno di numerose associazioni ambientaliste, da Legambiente al Fai (Fondo ambiente italiano). 

http://www.repubblica.it/ambiente/2013/12/31/news/isola_budelli_harte_scrive_a_orlando-74853409/?ref=HRLV-17

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