venerdì 25 ottobre 2013

Latina Nuove indagini dopo le ultime dichiarazioni dell’ex boss Carmine Schiavone Fusti, le carte all’A n t i m a fi a

Il caso dei rifiuti tossici di competenza della Dda di Roma DI PIERFEDERICO PERNARELLA L’inchiesta sulle ultime dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone sui fusti tossici interrati a Montello finisce all’Antima - fia di Roma. Un passaggio di competenze obbligato trattandosi di reati, per ora ancora presunti, commessi da clan camorristici, per ammissione dello stesso pentito. E quindi di competenza della Dda di Roma. Ecco perché, all’indo - mani delle nuove dichiarazioni dell’ex boss dei Casalesi e il conseguente interesse investigativo, il procuratore capo di Latina, Andrea De Gasperis, ha messo tutte le carte della vicenda, frutto degli accertamenti svolti finora, a disposizione della Dda. Sarà dunque il pool di magistrati diretti dal procuratore capo Giuseppe Pignatone a verificare una volta per tutte se e in che modo le parole di Carmine Schiavone corrispondono a verità. L’ex boss non ha indicato con precisione i punti in cui sarebbero avvenuti gli interramenti, ma la presenza dei Casalesi intorno alla discarica di Borgo Montello è accertata da altre inchieste giudiziarie. Con l’interessamento della Dda di Roma si apre un capitolo nuovo di una storia vecchia. Che si trascina da anni. Almeno una ventina. Da quando, nella metà degli anni Novanta, sempre Carmine Schiavone rivelò dei veleni tossici di Borgo Montello è stato riferito nel 2010 alla commissione d’inchiesta sui rifiuti dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, dal sostituto Giuseppe Miliano, dall’allora questore Niccolò D’Angelo e da ll ’allora prefetto Bruno Frattasi, Quest’ultimo in particolare ha presentato una relazione dettagliata in cui ha ripercorso tutte le tappe della vicenda. Tante, spesso poco chiare o perdute nel tempo, dall’omicidio di don Cesare Boschin ai traffici (tossici) di Giuseppe Grossi, il fu patron della Indeco, passando per le misteriose sparizioni di documenti. Compreso il rapporto dell’Enea che sarebbe ricomparso soltanto nel 2007 e quindi preso a riferimento dei recenti scavi che hanno dato esito negativo. Niente fusti. «Hanno cercato nel posto sbagliato », ha detto Schiavone nelle sue ultime dichiarazioni. Forti, volutamente scioccanti, in cui ha ribadito quanto detto in precedenza: i veleni della camorra sono stati seppelliti a Montello e in altri punti del territorio pontino. I fusti rinvenuti ad Aprilia, Formia, Pontinia? Forse, chissà, ma tanto è bastato per aprire un nuovo, l’ennesimo, fascicolo. Speriamo l’ultimo in cui venga ricostruita, una volta per tutte, la vera storia dei fusti tossici dei Casalesi interrati o meno nelle viscere di Montello. ©RIPRODUZIONE RISERVATA LA PROCURA DI LATINA PIÙ VOLTE SI È OCCUPATA DELLA DISCARICA SOTTO LA LENTE I FASCICOLI LA PROCURA DI LATINA HA MESSO A DISPOSIZIONE DEI COLLEGHI TUTTE LE CARTE DELLA VICENDA interrati dalla camorra nell’area della discarica di Borgo Montello e lungo il litorale pontino. Correva l’an - no 1996, lo stesso in cui l’Enea condusse delle verifiche che confermarono la presenza di sostanze sospette. Tutto ciò o quasi che è emerso intorno alla vicenda dei fusti UN’IMMAGINE DEGLI SCAVI EFFETTUATI LO SCORSO ANNO MA LA RICERCA DEI FUSTI TOSSICI HA DATO ESITO NEGATIVO I FUSTI TOSSICI L’INTERRAMENTO DI FUSTI TOSSICI SAREBBE AVVENUTO TRA LA FINE DEGLI ANNI OTTANTA E GLI INIZI DEGLI ANNI NOVANTA GLI SCAVI L’ANNO SCORSO, SULLA BASE DI UN RAPPORTO DELL’ENEA, SONO STATI EFFETTUATI DEGLI SCAVI MA CON ESITO NEGATIVO LE RIVELAZIONI NELLE SETTIMANE SCORSE, IN UN’INTERVISTA RILASCIATA A SKY TG24, È TORNATO A PARLARE L’EX BOSS CARMINE SCHIAVONE Latina Oggi 24 ottobre 2013

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