sabato 26 ottobre 2013

Il caso Greenpeace al Colle ma Napolitano non c’è L’ONG DELL’ATTIVISTA DETENUTO IN RUSSIA: “LETTA COME LA MERKEL, CHIAMI PUTIN” IL FREDDO DELLE ISTITUZIONI

Il fatto quotidiano 26 ottobre 2013 Dopo la petizione inviata 17 giorni fa, i genitori di Cristian D’Alessandro sono stati ricevuti al Quirinale. L’appello firmato da 69 deputati, nessuno del centrodestra (e solo 4 del M5S) di Alessio Schiesari Letta faccia come Merkel: alzi il telefono, chiami Putin e chieda la liberazione di Cristian”. Ivan Novelli, presidente di Greenpeace Italia, chiede al presidente del Consiglio di attivarsi in prima persona per la liberazione di Cristian D’Alessandro, l’attivista detenuto da 38 giorni a Murmunsk. Ieri mattina, il Quirinale ha ricevuto Aristide e Raffaella D’Alessandro, i genitori del ragazzo. All’incontro, che era stato sollecitato dalla madre di Cristian in una lettera del 8 ottobre, non era presente il presidente Napolitano, ma solo il suo consigliere diplomatico, Antonio Zanardi Landi. I coniugi hanno raccontato del colloquio: “Ci hanno assicurato che stanno facendo il possibile, ma l’attività diplomatica è coperta da riserbo”, ha spiegato il padre. TUTTA LA POLITICA ha scelto una linea molto diversa da quella adottata per i marò dell’Enrica Lexie arrestati in India nel febbraio 2012 con l’accusa di avere sparato a dei pescatori. Per loro la Farnesina, al tempo guidata da Giulio Terzi, scelse la linea dura e tutto il Parlamento - Pdl e Fratelli D’Italia in testa - si mobilitò per la liberazione, anche se l’unico risultato fu un tragicomico incidente diplomatico. Raffaella D’Alessandro, madre del ragazzo, non accetta analogie: “I marò attendono il giudizio in libertà, mio figlio è chiuso in un carcere”. L’unica mobilitazione del Parlamento fino ad ora è un appello promosso da Greenpeace e sottoscritto da 67 parlamentari. Di questi ben 50 sono del Partito democratico, 7 di Sel e 4 a testa per Scelta Civica, Movimento 5 Stelle e Gruppo misto. Assente il centrodestra. Nei giorni scorsi è trapelato che la procura russa sarebbe intenzionata a derubricare le accuse da pirateria a vandalismo, un reato meno grave, ma punito con il carcere fino a 7 anni invece di 15. “La gente dice che le cose stanno andando bene. Non è vero, stanno andando malissimo”, attacca Novelli. Fin dai tempi dell’Unione Sovietica, il vandalismo è il reato usato dal Cremlino per incriminare i dissidenti più scomodi: Mathias Rust (l’aviatore tedesco atterra atterrato nella Piazza Rossa), Alexander Lebedev e le Pussy Riot sono solo i casi più noti. L’unico aspetto positivo è che il vandalismo, a differenza della pirateria, è un reato per cui non è prevista la carcerazione preventiva. Quindi, se il nuovo capo di im- putazione fosse confermato, Cristian e gli altri potrebbero aspettare il processo in libertà, anche se probabilmente con il divieto espatriare. “Il console visita regolarmente mio figlio - spiega Raffaella D’Alessandro -. Inizialmente l’aveva trovato in buone condizioni, ma poi è peggiorato e sta perdendo peso. L'avvocato l’ha descritto come un pollo in una pessima fattoria”. “Condivide la cella con dei detenuti comuni russi”, aggiunpianeta ge il padre. I 30 attivisti sono sorvegliati a vista anche quando vanno al bagno, l’acqua nelle celle non è potabile e durante la notte la temperatura scende a 5 gradi sotto zero.

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